«La ricotta» per Moravia è una pellicola religiosa

«La ricotta» per Moravia è una pellicola religiosa «La ricotta» per Moravia è una pellicola religiosa Oggi il processo a Pasolini, autore del film sequestrato a Roma (Nostro servizio particolare) Roma, 4 marzo. Domani mattina avrà inizio il processo contro Pier Paolo Pasolini, accusato di «vilipendio alla religione». Tale reato il regista romano, secondo il magistrato requirente di questa capitale, l'avrebbe commesso con La ricotta, uno dei quatto episodi che compongono il film Ro.Go.Pa.G. del produttore Alfredo Bini, colpito da provvedimento.di sequestro. Come accadde settimane or sono in occasione del sequestro di Viridiana, il film di Bunuel in cui il magistrato milanese ebbe a ravvisare il reato dì offesa al comune sentimento religioso, il Sindacato nazionale giornalisti cinematografici e l'Associazione nazionale autori cinematografici hanno indetto, questo pomeriggio, una riunione a Palazzo Marignoli allo scopo di dibattere e di discutere sul sequestro de La ricotta. Dopo una prolusione di Gino Visentinl, ha aperto il dibattito Alberto Moravia dicendo che il film di Pasolini non è offensivo della religione: anzi è un film profondamente cristiano, anche se dal punto di vista della raffigurazione può apparire in contrasto con l'iconografia tradizionale. Quella che rappresenta Pasolini, è una crocifissione moderna, che si richiama a temi della vita d'oggi; essa non offende affatto il messaggio cristiano, ma si limita ad infrangere una tradizione figurativa ellenizzante della Sa¬ cra Scrittura che risale a Raffaello. Successivamente all'intervento di Moravia, ha parlato l'avvocato Giorgio Moscon, il quale ha voluto entrare nel merito giuridico della questione, Riconosciuto che, ai termini del codice vigente, l'iniziativa della magistratura romana ap pare legittima, egli ha ravvisato la necessità di emendare la legge dicendo che, quando vi sia presunzione - di un film d'arte, il sequestro non dovrebbe essere preventivo, ma soltanto successivo alla sentenza del Tribunale. Ciò anche per evitare i gravi danni economici che il sequestro preventivo arreca ad un film che, in sede di giudizio, venga prosciolto, come è avvenuto nel caso di Viridiana. Nel corso del dibattito è successivamente emersa la questione della competenza dei magistrati a giudicare sul fatti d'arte. Si è osservato che in linea generale 1 magistrati non sono tenuti ad avere una preparazione specifica sul terreno estetico. Ora, considerando che il nostro codice riconosce il principio che l'opera d'arte non è mai oscena o offensiva, nei casi come quello de La ricotta, e in generale delia produzione cinematografica, la determinazione del valore artistico costituisce un elemento essenziale del giudizio. Perciò, si è osservato, sarebbe opportuno che i magistrati venissero assistiti da- esperti di questioni estetiche: crìtici, uomini dì cultura, scrittori e via dicendo. r. s.

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