"L'orologio comunista batte a Pechino, non a Mosca,,

"L'orologio comunista batte a Pechino, non a Mosca,, È.O HA SFin JLT O Jg R VSCEV "L'orologio comunista batte a Pechino, non a Mosca,, Aperte accuse dell'agenzia «Nuova Cina» ai capo sovietico: «Durante la crisi cubana qualcuno si imbarcò in un'avventura e sbagliò capitolando » - Violente critiche a Tito ed a Togliatti - I cinesi insistono per una conferenza comunista mondiale (Nostro servizio particolare) Pechino,- 4 marzo. La Cina ha lanciato una aperta sfida all'Urss, proclamando che «l'orologio che segna il tempo del comunismo è a Pechino e non a Mosca». Questa grave affermazione polemica, che sembra preludere ad una clamorosa rottura tra sovietici e cinesi, è contenuta nella quarta ed ultima puntata dell'inchiesta sul comunismo mondiale pubblicata su Bandiera Rossa (che si dice sia ispirata direttamente da Mao) e annunciata in anteprima dall'agenzia ufficiale « Nuova Cina ». L'epilogo dell'inchiesta, che sembra dedicato al maresciallo Tito, in realtà si rivolge a Kruscev. Nell'articolo si dice: «.Noi invitiamo certi cari amici e compagni ad avere il coraggio di pubblicare il testo della nostra indagine. Fatto questo, noi siamo disposti a troncare ogni polemica pubblica, se i dirigenti di tutti i partiti comunisti accetteranno la proposta di riunirsi in una conferenza per dibattere i gravi problemi del movimento comunista mondiale ». Dopo aver rinnovato le accuse all'* opportunismo jugoslavo >, l'articolo ricorda che il < titoismo » è stato condannato solennemente dai rappresentanti degli 81 partiti che hanno firmato la dichiarazione di Mosca del 1960. < Tuttavia — scrive il settimanale cinese — l'inchiostro era appena asciugato che già i dirigenti di alcuni di questi partiti co mìnciavano a fraternizzare con la cricca di Tito. Eppure la storia dimostra che, l'uno dopo l'altro, tutti i revisionisti e gli opportunisti sono crollati dì fronte alla verità del marxismo-leninismo. Questa sorte è toccata a Bernstein, Kautsky, Plekhanov, Trotzky, Bukharin, Browder ed altri. « I deviazionisti sono stati oggetto del disprezzo dei popoli. Coloro che continuano a fare i sordi a tutti i consigli e camminano sulla via sbagliata non avranno -una fine migliore. Quelli che temono il nemico e non osano afferrare la vittoria non sono che dei vili, dei riformisti, pronti ad ogni capitolazione. Durante la crisi cubana (qui il riferimento a Kruscev è scoperto), qualcuno commise l'errore d'imbarcarsi in un'avventura, e sbagliò poi capitolando e costringendo il popolo cubano ad accettare condizioni umilianti ». Nel terzo articolo della Bua inchiesta Bandiera Rossa ave- va attaccato con estrema vio henza l'onorevole Togliatti e ai pei, accusandolo di revt sionismo e di deviazionismo. Gli attuali dirìgenti del pei, secondo Bandiera Rossa, si ispirano anche alle idee di un dirigente socialdemocratico tedesco, Eduard Bernstein. Questi sosteneva che la dottrina marxista doveva essere adeguata ai tempi, poiché il. maggior potere acquisito dalle classi medie aveva ridotto l'importanza del proletariato. « E' con le idee di Kautsky e di Bernstein — continua il settimanale — che Togliatti pensa di realizzare il socialismo in Italia. Ma si tratta di idee vecchissime che già Marx ed Engels avevano condannato. Certo, come disse Lenin, noi condanniamo senza riserve la-guerra, come mezzo bestiale per regolare i conflitti in seno alla società umana. Ma con Lenin diciamo: finché la società sarà divisa in classi, finché esisterà lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, le guerre saranno inevitabili». a. p