Prospettive della congiuntura secondo gli industriali italiani

Prospettive della congiuntura secondo gli industriali italiani UK A i:XOHIE^*rA NAZIONALE Prospettive della congiuntura secondo gli industriali italiani Da novembre alla, fine di gennaio si registra un lieve peggioramento di opinioni - Per i prezzi il 50 per cento degli intervistati prevede un aumento, quasi altrettanti la stabilità, nessuno una diminuzione - Le risposte sull'andamento dell'economia nei prossimi mesi: il 20 per cento «favorevole», più del 60 per cento «stazionario», il resto «sfavorevole» Agli inizi dello scorso mese di febbraio è stata condotta, presso gli imprenditori italiani, la consueta inchiesta congiunturale mensile progettata dalla Comunità Economica Europea (Cee) ed eseguita dall'Iseo, (Istituto Nazionale per lo studio della Congiuntura) e da Mondo economico. Eccezion fatta per poche altre che riguardano il mercato monetario, borse e prezzi, son queste le prime cifre, a significato economico, che giungano sul nostro tavolo e riguardino l'anno corrente. Meritano dunque di essere vagliate con una attenzione più pronta di quella che ad esse si rivolgerebbe, disponendo di elementi statistici sulla produzione, sugli. scambi, sulle giacenze. Che si può trarre allora da quest'ultimo sondaggio? Conviene dapprima ricordare che ciascuna indagine sulle opinioni degli imprenditori è compiuta, sottoponendo agli interessati certi interrogativi di gran momento per l'attività economica: come si presenta la domanda in generale?, qual è lo stato della produzione?, eccetera. Ogni interpellato può poi scegliere uno dei seguenti tre giudizi: elevato, normale, basso. Il maggior o minor addensamento relativo delle risposte, in un gruppo o nell'altro, giova alle conclusioni finali. Ancora un avvertimento: i sondaggi dicono poco, se i loro risultati sono presi isolatamente. Meglio, ad esempio, riunire e vagliare le risposte dell'ultimo trimestre. Si ha così modo di studiare l'evoluzione di opinioni, in un breve arco di tempo: del restar pari a quello con1* ""erato nelle previsioni, che esamineremo fra poco. * * Ai primi di febbraio scorso, dunque, si è chiesto innanzitutto agli imprenditori: come giudicate la domanda in generale, durante quest'ultimo periodo? Ebbene : a fine novembre il 60 per cento degli interrogati votava per un pregiudizio di normalità. A fine dicembre, coloro i quali esprimevano questo giudizio erano saliti al 64 per cento. Ma scendono al 56 per cento a fine gennaio, perché contemporaneamente sono aumentati dal 14 per cento al 21 per cento coloro i quali rispondono « domanda bassa ». La congiuntura va davvero lievemente peggiorando ? In parte, le risposte date ad altro interrogativo in questo sondaggio convalidano tale interpretazione : il 40-42 per cento degli interroga ti giudica particolarmente bassi gli ordini provenienti dall'estero. Indubbiamente, però, si rispecchia altresì in questo giudizio una com ponente stagionale. Per la maggior parte delle indù strie, infatti, la domanda ripiega per l'appunto durante il mese di gennaio. Ora passiamo ai fenome ni produttivi. Questi giudi zi concordano più o meno con quelli pronunciati sulla domanda globale. Negli ultimi tre mesi, più del 60 per cento degli interrogati ha giudicato la produzione del tutto « normale » ; ma colo ro i quali la ritenevano « alta » eran pari a più del 30 per cento in novembre, mentre scesero al 20 per cento a fine gennaio. (Detto fra parentesi: questa concordanza depone a favo re dell'attendibilità dell'inchiesta, agendo come una sorta di controllo interno) I beni d'investimento, in particolar modo, sarebbero stazionari; meno staziona ria, la domanda di beni di consumo. Previsioni lungo l'arco del prossimo trimestre. Nel qua dro degli ordinativi (essendo ben noto come non tutte le industrie siano dominate da ordinazioni fluttuanti, poiché lavorano su poche commesse piuttosto lunghe) siamo alle solite : il 60 per cento «U'incirca degli interrogati prevede «stabilità» per i prossimi tre mesi; ma il gruppo di coloro che anticipano un « aumento » raggruppa il 27 per cento degli icddplsrIapst interrogati, contro il 13 per cento di coloro che prevedono « diminuzione ». • Giudizi identici si ripetono, per le previsioni riguardanti l'andamento produttivo: cosicché ciò che più interessa riguarda la voce « prezzi ». Infatti, alla domanda: come anticipate l'andamento dei prezzi nei prossimi tre mesi f, all'incirca il 50 per cento ha risposto « in aumento», poco meno ha risposto « stabili » (e quest'ultimo gruppo è andato via via perdendo terreno). Quanto al gruppo che anticipa una diminuzione nei prezzi, esso ormai quasi più non esiste. Gli imprenditori senza dubbio lodano gli sforzi governativi, per frenare l'andamento di certe quotazioni, ma molti di loro sono piuttosto scettici sulla vera portata di quei provvedimenti. All'ultimo giudizio previsivo, infine, sull'andamento dell'economia italiana nei prossimi tre mesi, il 20 per cento soltanto risponde « favorevole » ; più del 60 per cento è per un giudizio più riservato di «stazionarietà» ; (il che ad evidenza supera la componenza stagionale). Il resto s'esprime con l'aggettivo « sfavorevole ». E le esitazioni non provengono soltanto dalla prevista dinamica dei prezzi; ma anche, a stare ai moduli, (nonché alle dichiarazioni confidenziali, degli uffici rilevatori, che essi recano) son dovute alle incertezze sulle prossime scelte politiche. In aggiunta, molti intervistati non hanno voluto dare alcuna risposta a quest'ultima domanda. Sono atteggiamenti mentali noti; e che gli uomini di governo indubbiamente non solo già conoscono; ma, a tempo e luogo, terranno di certo presenti. Le economie di mercato meglio si sviluppano infatti in clima di stabilità monetaria e quando il clima d'incertezza, in cui ogni operatore è solito lavorare, non è turbato da perplessità troppo gravi. Ferdinando dì Fenizìo ni min iMiiiiiiini iiiiiiiiiiniiiiiiii