I lunghi mesi di sofferenza e la morte serena nella notte
I lunghi mesi di sofferenza e la morte serena nella notte I lunghi mesi di sofferenza e la morte serena nella notte Felice Casorati è morto ieri notte alle 3,38 nella sua abitazione di via Mazzini 52. Aveva compiuto 79 anni nel dicembre scorso. E' spirato nel suo studio, un angolo del quale — da quando non aveva più potuto salire senza disagio la scala che conduce alle stanze del piano superiore — era state trasformato in camera da letto. Dopo che, nella primavera del '61, un embolo aveva reso necessaria l'amputazione d'una gamìa per fermare una rovinosa cancrena, Casorati s'era dovuto sottoporre ad un altro intervento, in seguito al quale ancora una volta l'eccezionale fibra dell'artista unita ad una straordinaria volontà di vivere e di lavorare aveva veramente contrastato il passo alla morte. Ma un'improvvisa trombosi lo colpì nel pomeriggio del 5 febbraio -scorso, paralizzandolo Le condizioni del Maestro apparvero subito gravi al medico di famiglia dott. Grassi; la resistenza dell'infermo durata ventitré giorni, aveva però continuato ad alimentare l'affettuosa speranza di guanti gli erano vicini. Senza che l'ammalato abbia più ripreso conoscenza, un collasso l'ha invece stroncato nel cuore della notte. Verso le due e mezzo un primo attacco lo ha colpito. Lo assistevano, come in queste ultime notti, con la moglie Daphne, la sorella Pina, il figlio Francesco e gli amici piò intimi, la fedele infermiera Antonietta Campagnoli, il dot tor Grassi e il dott. Bertasso, anch'egli medico, oltre che direttore della galleria La Bussola. Alle £,38 Casorati parve abbandonarsi inanimato. Ma pochi minuti dopo il respiro riprese, faticoso, penoso. E soltanto un'ora esatta più tardi, si è spento. La notizia della sua scomparsa — diffusa con le ultime edizioni dei quotidiani del mattino e dalla radio — ha suscitato profonda impressione, e vivo cordoglio. Numerosi telegrammi sono pervenuti alla famiglia fin dalla tarda mattinata. Tra i primi quello del sindaco ing. An selmetti, anche a nome dell'Amministrazione civica, del prof. Grosso, presidente dell'Amministrazione provinciale, del Rettore Magnifico della Università prof. Allora, del direttore generale alle Antichità e Belle Arti prof. Molajoli. Sanno pure telegrafato partecipi espressioni di cordoglio Giovanni Muzio, vice presidente dell'Accademia. di San Luca, della quale lo scomparso era membro, il presidente della Biennale di Venezia, prof. Siciliano, il presidente della Triennale di Milano, il prof. Valletta, numerosi artisti, tra i quali Carlo Carrà, Piero Morando, Felice Carena, Umberto Mastroianni, Vincenzo Ciardo, Carlo Levi, i poeti Sergio Solmi ed Ettore Serra, la dr. Noemi Gabrielli, soprintendente alle Gallerie del Piemonte, i critici d'arte prof. Pallucchini, prof. Russali, e Marco Valsecchi, il dott. Viale, direttore dei Musei civici di Torino. Nel pomeriggio la salma è stata trasportata all'Accademia Albertina di Beile Arti, di cui lo scomparso era presidente, e deposta nella camera ardente allestita nel salone d'onore. A turno, è stata vegliata da insegnanti e da allievi. Lungamente hanno sostato accanto alle spoglie del collega, i pittori Paulucci, Menzio, Filippo Sartorio, Galante, Martina, Mario Calandri e Francesco Franco. Più tardi è continuato l'afflusso di artisti di ogni generazione, di amici, collezionisti, estimatori. Dietro la salma, tra le corone di fiori, su un cavalletto era stato posto lo splendido cartone di Gaudenzio Ferrari rappresentante « La Deposizione di Gesù ». I funerali verranno celebrati oggi pomeriggio alle H,30, in forma solenne a spese del Comune, partendo dall'Accademia. Le spoglie verranno su bito dopo trasportate a Pavarolo per essere tumulate nella tomba di famiglia. Nella casa di via Mazzini, alle pareti d'ogni stanza vi sono le opere del Maestro: la grande tela de L'attesa, Silvana Cenni e Maria De Lisi, il Ritratto della sorella del 1907, le classiche Uova sul cassettone e tante altre tra le sue più famose. E accanto a loro l'ultima, alla quale aveva lavorato ancor la mattina del 5 febbraio: una naturi morta di pere e di frutta secca dentro un cartoccio ;di carta gialla, su un fondo di cielo azzurro in cui poche nuvole nere mettono una nota drammatica. a. d. «Lo studio»: uno dei più celebri quadri del periodo cosidntto «neoclassico» di Casorati. Fu dipinto nel 1822-23; bruoib nel 1931 cori altre otto opere del maestro nell'incendio del Glaspalast di Monaoo. Più tardi II pittore ei applicò a un rifacimento
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