Disastrose frane in Campania: otto morti, un miliardo di danni

Disastrose frane in Campania: otto morti, un miliardo di danni Dopo una serie di temporali sul golfo di Napoli e quello di Salerno Disastrose frane in Campania: otto morti, un miliardo di danni Una famiglia di quattro persone uccisa nel crollo della casa presso Castellammare - Una donna e il figlioletto di 13 anni travolti da un muro a Cava dei Tirreni - Scene di terrore a Gragnano - II ministro Sullo sui luoghi colpiti CflfMiTfl Napoli, lunedì mattina. L'imperversare del maltempo ha determinato una serie di grosse frane alluvionali in quella vasta nona del preappennino campano che va dalle pendici del Fatto sino alle vette più alte dei . .iti Lattari, per poi discendere sull'altro versante, quello del golfo di Salerno, fino a Tramonti, che domina l'arco litoraneo con gli abitati di Maiori, Minori, Aironi e l'interno della costa di Amalfi, già sferzato, nell'autunno del 'Sii, dall'alluvione detta « di Salerno ». Le vittime accertate nelle ultime ventiquattro ore sono otto morti e quattro feriti gravi, oltre una trentina di lievi. Ma il bilancio preciso non potrà essere fatto se non quando saranno stati rimossi gli enormi cumuli di terreno, simili a colline del volume di migliaia di tonnellate, sorti improvvisamente per V ammassarsi dei detriti. Fra case crollate o lesionate, muri scoppiati sotto la pressione del terriccio, pali del telegrafo e dell'energia divelti, vie spaccate o scomparse interamente, campi, frutteti e giardini di agrumi devastati, una prima valutazione fa aggirare i danni intorno al miliardo; ma le conseguenze più gravi sono due: la prima è l'isolamento in cui vengono a trovarsi numerosi paesi, come l'intero comune di Pimonte (3200 abitanti) e tre frazioni di Gragnano (le contrade San Nicola dei Miri, Aurano e Castello), tutte zone rimaste senza luce e senza acqua. La seconda è la minaccia incombente su decine e decine di paesi, costruiti a mezza aria sulle insidiose pendici del massiccio appenninico, nell'illusione e nella speranza- che la rete di muretti a secco potesse trattenere il terreno da ' continui, fatali smottamenti. Se il moto delle frane dovesse investirli rotolerebbero a valle, forse fino al mare. Numerosi esperti del Genio civile, del provveditorato al¬ le opere pubbliche e dei vigili del fuoco hanno esplorato a lungo l'ampia zona sorvolandola con elicotteri dell'aviazione militare. Da vari picchi delle falde preappenniniche, per esempio Tornoroge, Spinola, Petricélla, appaiono —e si vedono anche dal basso avventurandosi fra i viottoli — canaloni aperti da ieri, lunghi centinaia e centinaia di metri, larghi molto meno, il cui tracciato si nota per il colore marrone - fresco fra il manto più cupo delle montagne lacerate dalle valanghe di terra e pietra. A Gragnano (SS mila abitanti) la frana è scesa da monte Croce e confluendo per via Bagnoli è sfociata in piazza Giacomo Matteotti. Si è udito un boato terrificante, che ha fatto tremare i fedeli in ascolto della Messa nelle Rettorie di <San Michele Arcangelo » e « Santa Caterina », dove don Paolo Della Monica e don Giovanni Rapacciuolo stavano officiando. Il medesimo spavento hanno sofferto quanti partecipavano al rito domenicale nella parrocchia di Sant'Antonio in via Pasquale Nastro. Piazza Giacomo Matteotti e via Pasquale Nastro sono i due punti di Gragnano dove si sono maggiormente viste le conseguenze della mazzata venuta dall'alto. In un baleno il fango è giunto anche fino a due metri. Scene di terrore sono accadute nel negozio del barbiere Ferdinando Di Stefano, gremito di clienti, in via Santa Caterina (presso la Rettoria omonima), e in quello di calzature di Ciro Buonadonna, dove i proprietari mettevano un po' d'ordine. Almeno una trentina d'auto sono state sommerse o schiacciate. In una, guidata dal conducente Giuseppe Abbagnale, in via San Leone, v'erano quattro gitanti. Sono stati tirati fuori sem*asflssiati dopo che sono stati rotti i finestrini con dei martelli. Una donna, Francesca Di Nola, è stata trascinata dal gorgo insieme alle sue due bambine, Giuliana e Vittoria, e al suocero, Michele. Alcuni volonterosi hanno salvato tutti con delle corde. A Pimonte, in località Micsione, è avvenuta la sciagura più impressionante. Una frana ha distrutto un'intera famiglia nella rovina della loro casa: Antonio Cuomo (SS anni), sua moglie Concetta (31) e i loro bambini Filippo (2 anni) ed Anna (6 mesi;, n nonno, Filippo, vedovo da molte tempo, che si era levato prima di tutti per andare a messa alla chiesa parrocchiale, udendo il rombo è ritornato sui suoi passi, e si è trovato davanti ad un densissimo polverone e ad una grossa piramide di terreno giallo. La piccola fattoria era scomparsa là sotto. Un cognato di Antonio Cuomo, Saverio Guidone, che ha'un suo fabbricato rustico là vicino, è corso anche lui senza, poter fare altro che guardare atterrito. Due mucche, un asino, un cane e tutto il resto del bestiame domestico è stato stritolato e non se ne sa più nulla. Solo a tarda sera si è potuto estrarre il quarto cadavere: quello della piccola Anna. A Tramonti, in contrada Capodignano, vi sono 'un morto (il quattordicenne Vito Carlo Francese) e due feriti, fra cui la sorella del ragazzo, Gelsomino, di 15 anni, che sono stati trasportatt con un 'elicottero' a Salerno. Il velirolo è atterrato sul campo dello stadio dove si giocava una partita. - Anche a Cava dei Tirreni vi sono due mòrti e due feriti. Sono stati schiacciati da un muro una donna. Angela Vitale, e il figlio Alfredo, di tredici anni: ritornavano da una festa di nozze. Il muro è crollato per la pioggia, seppellendo i due sotto una coltre di calcinacci. I loro cadaveri appaiono ora composti sul marmo dell'ospedale di < Santa Maria dell'Olmo ». / giovani Vincenzo Memoli e Giuseppe Trapanese sono ricoverati in pericolo di vita per essere stati travolti da una frana presso il ponte Rotolo. L'abbadia della Santissima Trinità dei padri Benedettini, cui è annesso. un collegio con circa centocinquanta studenti, è isolata per una frana in contrada Sant'Arcangelo. L'ottavo morto si è avuto nella provincia di Salerno. E' un pastorello di cui non si conosce con esattezza il nome. Egli si recava tra San Cesareo e Albanella a portare foraggio in una stalla, quando è stato afferrato dai gorghi del fiume Calore, straripato per una paurosa piena. Nella notte è giunto da Roma il ministro dei Lavori pubblici Fiorentino Sullo. Lo spettacolo che gli è apparso è desolante: le frane, definite « grosse » dai tecnici, sono quattordici. Le altre, minori, centinaia. Lunghi tratti delle strade delle province di Napoli e Salerno sbarrati da macigni e da alberi, anche giganteschi, sradicati dagli smottamenti. Ricevuto dal vescovo di Castellammare, monsignor Agostino D'Arco, dal sindaco di Gragnano Liborio Di Nola e da quello di Pimonte, Vincenzo Amodio, e dalla solita folla di € personalità*, che ingombrano inutilmente e il cui nome non interessa nessuno, egli si è reso conto di quale nuovo colpo abbia sofferto la regione. Centinaia di abitazioni sono state sgomberate. Le draghe scavano ininterrottamente il fango sotto i fasci delle fotoelettriche. Ma centinaia di migliaia di persone stanotte non dormiranno nelle due province, con l'orecchio teso all'eventuale ritorno della pioggia e allo scroscio dei torrenti in piena, e nessuno può far nulla per difendersi, se non star sveglio per fuggire, avendone il tempo. Crescenzo Guarino