Ventenne scomparso in una slavina precipitata da un monte sopra Franosa

Ventenne scomparso in una slavina precipitata da un monte sopra Franosa Traffica conclwaiono do Ila gita «fi cìmmqwmo monroffalosi Ventenne scomparso in una slavina precipitata da un monte sopra Franosa I suoi quattro compagni, usciti illesi dalla paurosa avventura, sono scesi ad Artesina per dare l'allarme - Nonostante le febbrili ricerche, sinora non è stato ritrovato il corpo del giovane, figlio d'un consigliere comunale di Mondovì - La frana nevosa, larga quattrocento metri, si è abbattuta all'improvviso sulla comitiva reduce da un'escursione in sci al Mondolé Fraboaa Soprana, lun. matt Un tragico epitòdio è accaduto ieri pomeriggio' a poca distanza da Fraboaa Soprano sulla pendice settentrionale del Monte Mondolé presso il aolle di Bonzano: una tlavina dell'ampiezza di oltre quattrocento metri si è abbattuta tu cinque giovani alpinisti monregalesi reduci da un'escursione in sci. Quattro di essi, dopo aver compiuto un lungo pauroso ruzzolone tra impetuose /rane di neve, sono riusciti a trarsi in salvo da soli. Il quinto invece è scomparso. Si chiama Franco Cavarero ed ha appena 19 anni. Egli è molto noto a Sfondoni, dove risiede in via del Picchetto, essendo figlio dì un consigliere comunale demo¬ cristiano, presidente provinciale della mutua per gli artigiani. Egli era partito ieri mattina con i coetanei Nando e Mario Bruno (due fratelli), Sergio Ferrua e Domenioo Bruno (quest'ultimo di Viilanova, omonimo ma non parente degli altri Bruno), per compiere l'asoensione in sci al Monte Mandole, una vetta ohe si erge aopra Frabosa Soprana e ohe nonostante la modeata altitudine (ISOO metri) ha un aapetta ostai ardito perché culmina in una cuspide roooiota alquanto affilata. Non si tratta comunque di una gita difficile o pericolosa. Del resto il Cavarero e i suoi amici sono ragazzi in gamba, esperti di montagna, molto robusti. Il Cavarero in particolare già si era messo in luce tra gli elementi del Cai monregalete perula sua prudenza, oltreché per la sua passione. Va notato per inciso ohe recentemente, quando un valligiano di Limone fu travolto e purtroppo ucciso da una valanga nella, sona del Tre amie, egli por? teoipò olle ricerche del cadavere insieme a decine di altri alplnitti della zona. La gita di ieri, dunque, venne intrapreta da una oomitiva bene affiatata e certamente all'altezza delle non ardue difficoltà da affrontare. Da Frabota i cinque taltrono in seggiovia sino al Monte Moro quindi camminarono per un lungo tratto a mezzacosta per raggiungere la capanna della Balma donde iniziarono la salita vera e propria sino alla vetta del Mandole ohe raggiunsero poco dopo le Xf. . La giornata era bella, /orso troppo bella: infatti soffiava un vento caldo, proveniente dal mare, ohe certamente ha contribuito a disgregare gli tirati nevosi, Cavarero e i suoi compagni per 'il ritorno avevano decito di'eambiare itinerario: di toendere aioè in direzione di Artetina che ti trova al, culmine delia valle Maudagna attraverso la quale ti accede non più a Frabosa Soprano, ma a Frabosa 5ottanVi. La, neve era pesante, appiccicosa e quindi la discesa non era veloce. Verso le ore 16 i cinque ragazzi avevano appena oltrepassato il colle di Bonzano quando udivano all'improvviso un rumore sinistro. « Come alzammo gli occhi — ha raccontato più tardi uno dei -protagonisti della paurosa avventura — soorgemmo un'intera conca di neve in movimento. Essa scendeva direttamente su di noi lungo un ampio canalone chiamato Baudagna. Lanciammo tutti insieme un solo grido e quasi nello stesso istante la slavina ci fu addosso. Il povero Cavavero, che si trovava in testa, 'fu colpito in pieno e trascinato lontano, chissà dove. Noi invece venimmo colpiti dai margini della frana: ruzzolammo tuttavia per decine di metri mentre turbini di neve polverosa ci toglievano il respiro. Quando riuscimmo a mettere i piedi su un fondo consistente e ci rialzammo, pesti e spauriti, dovemmo impiegare alcuni. minuti per recuperare chi i bastoncini, ohi uno sci. Poi subito ci prodigammo per ricercare il nostro compagno che risultava disperso. Dopo mezz'ora di affannosi tentativi dovemmo constatare purtroppo che il compito era di troppo superiore alle nostre forze. La zona slavinata era larga quattrocento metri e lunga forse un chilometro. Come avremmo potuto scandagliarla t Due di noi, tuttavia, ancora si attardarono in questi estremi tentativi mentre io ed un altro corremmo ti più presto possibile sino ad Artesina ». Di qui i ragazzi sono stati trasportati in auto a Miraglio dove hanno potuto telefonare ai carabinieri e al Centro soccorso alpino che subito disponeva per l'invio di numerose squadre. Queste, insieme agli stessi carabinieri, stanno tuttora battendo il settore del monte Mondolé dove si è abbattuta la slavina, ma finora, purtroppo, non è affiorata alcuna traccia del povero ragazzo scomparso. Gli scandagli sono proseguiti anche nel corso della notte alla luce di torce a vento, nonostante la temperatura si sia nuovamente abbassata, scendendo pareoy chi gradi sottozero. Le speranze di trovare in vita il Cavavero sono poche, pochissime, tuttavia non si vuol rinunciare a compiere tutti i tentativi possibili. Egli — si è poi appreso — stava alienandosi con gli amici per una gara sci alpinistica indetta dal Cai di Mondovì per domenica prossima sul tracciato Artesinarifugio Castellino-cima Durand-col Bonzano-Artesina. La notizia del drammatico episodio ha dettato nella sua città viva costernazione: i genitori (ohe hanno altri tette figlioli, e Franco, che lavorava con il padre nella loro piccola officina, era il maggiore) ancora sperano Nino Menerà L'asterisoo Indica la zona della sciagura

Luoghi citati: Frabosa Soprana, Frabosa Soprano, Limone, Mondovì