Il Concilio discuterà la libertà di coscienza di Filippo Pucci

Il Concilio discuterà la libertà di coscienza Importante annuncio del card. Bea Il Concilio discuterà la libertà di coscienza Il discorso del presidente del Segretariato per l'unione dei cristiani durante ('«Agape fraterna » cui hanno partecipato i rappresentanti di ventun confessioni diverse Nostro servizio particolare Città del Vaticano, lun. matt « L'autentico amore della verità esige da noi di riconoscerla dovunque la incontriamo, da qualunque parte essa provenga e quindi anche la prontezza e lo sforzo di ascoltare la voce della verità, dovunque essa si faccia sentire»: E* questo il concetto centrale delle dichiarazioni fatte ieri sera dal cardinale Agosti- no Bea, presidente del segre-,tarlato per l'unione dei criBtia ni, nel corso della annuale «agape fraterna> — ottava della serie — svoltasi nella sede della università «prò,! Deo>, con la partecipazione di esponenti di ventun diverse confessioni religiose e di membri del Corpo diplomatico. Il discorso del cardinale potrebbe definirsi la «Magna Charta> del nuovo corso che il Pontificato di Giovanni XXIII ha impresso alla Chiesa cattolica nel confronti del secolare problema dell'unità delle chiese cristiane. Le posizioni cattoliche ne risultano rovesciate rispetto a quelle di pochi anni addietro; il porporato ha delineato la tendenza di ieri e la odierna in una frase: «Vi è — ha detto — chi identifica la verità col pensiero suo o di chi pensa come lui, e ciò proprio in quanto questo pensiero è in contrasto con quello degli altri. E invece bisognerebbe sapersi «mettere nei panni degli altri >, cioè comprendere il punto di vista altrui, che è come mettersi nel punto dove l'altro sta e da dove vede le cose. Bisognerebbe anche comprèndere che la realtà ha mille aspetti diversi, mille lati diversi, mentre la conoscenza del singolo uomo, anche se molto dotato e intelligente, ne nota appena uno e alcuni pochi. Un serio e impegnativo amore della verità ammonisce di tenere presenti anche 1 limiti della nostra conoscenza e di riconoscere anche quel Iato della verità che vodono gli altri, senza peraltro rinnegare quello che noi stessi veramente conosciamo della verità >. Il cardinale Bea ha quindi dato un annuncio di estrema importanza Ha dichiarato che il Segretariato per l'unione dei cristiani proporrà all'esame del Concilio, quando questo riprenderà i suoi lavori a settembre, uno schema di decreto volto a proclamare solennemente dinanzi al mondo, del credenti e del non credenti, la libertà di coscienza dell'individuo. Parlandone 11 porporato ha respinto il ricordo delle guerre che in passato principi e Papi intrapresero o incoraggiarono in nome della espansione del cattolicesimo. Ha dettò esplicitamente: « Un'aberrazione del male inteso amore della verità sono state le dolorose guerre di religione, quando in nome della verità si è tentato di imporre con la forza certe convinzioni agli altri uomini, dimenticando un fatto non meno fondamentale dell'amore della verità, cioè la libertà dell'uomo. Questa libertà vuol dire il diritto dell'uomo a decidere del suo proprio destino, liberamente, secondo la propria coscienza. A chi volesse qui obiettare che l'errore non ha diritto di esistere, basta rispondere che l'errore è qualcosa di astratto e quindi non è soggetto di diritto, ma lo è l'uomo anche dove erra invincibilmente, cioè senza potersene correggere! Egli ha quindi il dovere e il diritto di seguire la sua coscienza e cosi anche il diritto che questa sua indipendenza sia rispettata da tutti ». Il cardinale Bea ha concluso con la speranza che possa realizzarsi un'armonia, che si presenta «diffliclle», tra l'amora della verità e la carità reciproca: «L'amore della verità senza carità — ha sostenuto — diviene Intollerante e respinge. La carità senza la verità è cieca e non può durare». Le sue parole hanno provocato notevole impressione nell'uditorio, composto 'di circa cinquecento persone. L'« Agape fraterna» ha visto 1 rappresentanti cattolici consumare con gli esponenti delle altre confessioni un simbolico pesce e semplici focacce preparate secondo il metodo usato dagli ebrei duemila anni addietro. Dopo il Cardinale Bea hanno preso brevemente la parola i presidenti della Unione cristiana Evangelica Battista d'Italia, e delle Comunità israelitiche italiane, il vicario generale del Papa per la Città del Vaticano mons. Van Lierde, l'on. Fella, l'osservatore della Chiesa ortodossa russa al Concilio Gretoff, il moderatore della Chiesa valdese, mons.' Crovini della Congregazione del S. Uffizio. Filippo Pucci

Persone citate: Crovini, Fella, Giovanni Xxiii, Papi, Van Lierde

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Italia