I superstiti della collisione d'Anversa raccontano: «Ci buttammo in un mare di fuoco e di petrolio»
I superstiti della collisione d'Anversa raccontano: «Ci buttammo in un mare di fuoco e di petrolio» Sono otto gli Italiani scomparsi nel rogo della «Miraflores» I superstiti della collisione d'Anversa raccontano: «Ci buttammo in un mare di fuoco e di petrolio» Recuperata finora solo una salma - « Giacomo - ha detto tra le lacrime la moglie del capitano genovese Verardo morto nella sciagura - mi diede una spinta, poi disse: "Non ce la faccio più" » - Il secondo ufficiale ha dichiarato: « Ho visto molti miei compagni morire tra le fiamme. Le loro grida disperate si udivano fino al ponte di comando» (Nostro servizio particolare) Anversa, 26 febbraio. Otto marinai italiani della petroliera panamense Miraflores, incendiatasi ieri dopo una collisione sulla Sohelda con la nave inglese Abadesa, sono scomparsi nell'incidente. Con ogni probabilità hanno perduto la vita. La cifra dei morti non è tuttavia definitiva, poiché non si è ancora potuto stabilire con certezza quante persone si trovassero a bordo della Miraflores quando è avvenuto lo scontro. Secondo le ultime notizie, sulla nave erano il comandante Giacomo Verardo, di 58 anni, da Genova-Pegli, 36 uomini di equipaggio, la moglie del comandante, Irma Verardo, di 50 anni, la moglie del capomacchinista, Gina Massone, di 51 anni, e due belgi, un pilota fluviale ed il suo assistente. Finora sono stati tratti in salvo i due belgi e SI italiani, tra i quali Bruno Aliarti, Stefano Benedetti e Giovanni Gastaldo, feriti non gravemente. Una sola salma è stata ricuperata dalle acque della Schelda: è quella di Francesco Bacchio- ne, da Serra di Lerici, di SS anni. Sono dispersi il comandante Verardo (la notizia che il suo corpo era stato ritro vato è stata smentita dalle au torità del porto di Anversa) il primo ufficiale Raoul Rus sian, di Trieste, il motorista Gino Rovegno, di Camogli, il capo fuochista Adolfo Passeri, di La Spezia, il motorista Ales Sandro Africano, di Genova, il primo fuochista Giuseppe Fiorentino, da Torre del Greco, il marinaio Alfonso Vitanza, di Catania e lo steward Ennio Grandi, da Lerici. Parlando ad uh gruppo di giornalisti nella^Casa internazionale del marinaio di Anversa, dove i naufraghi italiani sono giunti in giornata da Rilland Bath, dove avevano tra scorso la notte, la signora Massone ha raccontato: < Stavo dormendo nella mia cabina quando ho avvertito un forte colpo scuotere la cuccetta. Non c'è voluto molto per capire che avevamo urtato. Mi sono precipitata sulla tolda della nave, già avvolta da una nuvola di fumo, rischiarata*dai bagliori delle prime fiamme. Ho sentito una mano afferrarmi: era quella di mio marito. Tenendoci quasi abbracciati, ci siamo lanciati in mare. Abbiamo nuotato per un'eternità. Finalmente, quando le forze stavano già per abbandonarmi, un rimorchiatore belga, il Liege, ci ha tratti dall'acqua. Eravamo salvi. Abbiamo perso tutto. Tut to quanto, possiedo è ciò che ho indosso. Ma siamo felici di vivere ». « E' stato mio marito a get tarmi in acqua — ha detto tra le lacrime la moglie del ca pitano genovese Verardo. — Ho poi udito un tonfo nel fiume, a pochi metri da me. Era Giacomo. Mi disse: "Nuota con tutte le tue forze. L'acqua è in fiamme ". Dopo alcuni minuti, mi diede una forte spinta, dicendomi: " Non ce la fac ciò più". Furono le sue ultime parole. Lo vidi sparire nell'o scurità. Da allora, non ne ho saputo più nulla ». h secondo ufficiale, Marco Giribaldi, di 26 anni, da Imperia, ha detto di aver tentato di dissuadere i marit ai dal gettarsi in acqua: c Più di 500 metri quadrati della superficie del fiume erano in fiamme. Nessuno ha voluto ascoltar mi. So che d'altronde non c'era altro da fare. Ho visto molti dei miei compagni perire fra il fuoco. Le loro grida disperate si udivano fino al ponte di comando». Uno dei soccorritori, ti pilota belga Evert Van Den Bosch. comandante del rimorchiatore < Ary » ha fatto un drammatico '. resoconto della sciagura. «/ naufraghi mi sembravano dei negri, tanto denso era lo spessore dell'olio che avvolgeva i loro corpi. Ho visto due uomini annegare a poca distanza dal mio battei lo. Un altro è stato afferrato da un mio marinaio, ma gli è scivolato sott'acqua: le sue mani erano troppo unte. Non lo abbiamo più rivisto. Il calore attorno a noi era tanto insopportabile da far scoppiare la pelle della faccia ». Ad Anversa, il conte Gaetani, console d'Italia, ' ha dichiarato che « ogni sforzo sarà compiuto per alleviare i disagi dei naufraghi. Faremo rientrare i marinai in patria quanto prima possibile. .Resteranno qui solo alcuni ufficiali per agevolare l'inchiesta sul tragico incidente». La Miraflores dovrebbe essere riportata a galla entro domani per essere trasportata per le riparazioni ad Anversa. Per una circostanza straordinariamente fortunata le SO mila tonnellate di petrolio contenute nelle cisterne non sono state raggiunte dalle fiamme, che hanno divorato circa 20 tonnellate di carburante dei serbatoi della nave. a. p, li secondo ufficiale del « Miraflores », Marco Giribaldi, mentre racconta ad un cronista di radio Anversa le drammatiche fasi della collisione (Telefoto A.P.)
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