I preti potranno abbandonare la tonaca nera anche in Italia? di Nicola Adelfi

I preti potranno abbandonare la tonaca nera anche in Italia? Una discussione cne ra olirò l'abito I preti potranno abbandonare la tonaca nera anche in Italia? Molti giovani sacerdoti chiedono di pater indossare il "clergyman", già adottato in Francia e Belgio - La veste talare (dicono) fu imposta in secoli tanto diversi ; oggi ostacola i contatti con i fedeli e gli increduli - Ma i conservatori resistono, temendo uno spirito d'innovazione e di mondanità nella richiesta; ed il Concìlio non ha dato alcuna sentenza (Nostro servizio particolare) Roma, febbraio. Da alcuni mesi i giornali e le riviste cattoliche stanno ricevendo numeróse lettere da parte di sacerdoti, che chiedono sia dibattuta apertamente e ampiamente la questione del loro abito: la lunga e nera tonaca non li soddisfa più, vorrebbero essere autorizzati a indossare un abito più consono ai nostri tempi, il clergyman. E' l'abito che portano i preti americani, per esempio: giacca corta, pettina nera come tutto l'abito, colletto inamidato e chiuso. E un cappello normale, nero. L'argomento è stato riaffacciato anche nei giorni scorsi da alcuni sacerdoti che si sono rivolti con una lettera al direttore del settimanale Orizzonti. Eccone i punti principali: «Lei pensa che in Italia il clero avrà la facoltà di indossare, fuori delle funzioni sacre, l'abito clergyman invece della tonaca?... Una buona parte del clero desidera tale cambiamento. I vescovi della Francia e del Belgio sono stati pressoché unanimi nel concedere questa autorizzazione: vero segno che non ne vedono alcun inconveniente ». La questione, anche se apparentemente si presenta futile, è invece seria, importante. I conservatori insistono perché sia mantenuta la tonaca e sono piuttosto severi verso gli innovatori: pensano che siano mossi a chiedere il clergyman da vanità, dal desiderio di novità, dall'attenuarsi dell'austerità sacerdotale e da altri motivi semplicemente mondani. I fautori del clergyman. replicano che la tonaca talare venne resa obbligatoria quattro secoli fa, quando non c'erano motoscooter, automobili, vlasccpcnavlvtcssmncesnsaeroplani «'.-..tante -cose-'chsW■ •cS^daLSmoggidì ^^Sigoho scìoìtt nei moviménti. Aggiungono che il clergyman è un àbito che consente al sacerdote di vivere con minore soggezione in mezzo agli uomini comuni, il gregge da cu stodire e salvare. Fanno infine presente che, se oggi c'è una crisi nel numero dei giovani che si dedicano al sacerdozio, questo è dovuto in parte all'imposizione della nera tonaca. Il conflitto fra conserva tori e innovatori è soprat tutto un contrasto di gène razioni: i giovani vorrebbe ro il clergyman, gli anziani no. E bisogna ritenere che il dissidio sia piuttosto acu to dal momento che, nei me si in cui si stava preparando il Concilio Ecumenico, da molte parti arrivarono richieste al Vaticano affinché la questione fosse af frontata dai Padri concilia ri. La commissione centrale preparatoria ne prese atto studiò anche un suo progetto da portare davanti al Concilio. Poi, invece, non se ne fe ce niente. Il Concilio non disse né sì, né no. Segno che i contrasti erano molto vivaci, forse non componi bili. Si dice che il Papa non sia personalmente contrarlo al clergyman: nelle sue missioni all'estero lo indossò molte volte, anche per lunghi periodi, e non se ne trovò male. Tuttavia, contrari sarebbero stati diversi cardinali italiani Che il Concilio non avrebbe portato novità nell'abito dei sacerdoti, lo si capì chiaramente quando il cardinale Feltin autorizzò preti della sua diocesi, quella di Parigi, a portare il clergyman: e presto lo imitarono altri vescovi di Francia e del Belgio. Evidentemente il Concilio aveva preferito lavarsene le mani, lasciando ai vescovi la facoltà di decidere ciascuno per proprio conto Si fa presente, a questo punto, cbe Feltin è il presidente dell'Assemblea dei cardinali e dei vescovi di Francia. L'equivalente di quella Assemblea in Italia è la Conferenza episcopale ch'è presieduta dal cardinale Siri e il cui direttivo è formato dai cardinali Fossati, Lercaro, Montini, Ur bani, Traglia, Castaldo < Ruffini. Spetta per l'appuri to a questo organo prendere provvedimenti di carattere generale per l'Italia Tuttavia, i singoli vesco- p vi, ciascuno nell'ambito della propria diocesi, possono autorizzare singolarmente i sacerdoti a indossare il clergyman. E si hanno anche casi concreti: per esempio, un sacerdote ch'è anche un giornalista molto noto, Lorenzo Bedeschi, ha avuto il permesso dal suo vescovo, ch'è quello di Bologna, il card. Lercaro, a vestire il clergyman. Si tratta peraltro, in Italia, di casi singoli e molto rari. Come si diceva all'inizio, sempre più sta diffondendosi fra i sacerdoti, specialmente i giovani, l'aspirazione a sostituire la tonaca con un abito più semplice e moderno. Per costoro, il silenzio del Concilio ecumenico è stato una delusione e ora ne discorrono frequentemente fra di loro, aprono il cuore con maggiore sincerità ai loro vescovi, scrivono lettere alla stampa cattolica. E si fanno forti di un articolo apparso sulla rivista francese Ecclesia, dove fra l'altro si legge: « Noi dobbiamo mostrare al mondo non il nostro abito, ma il Cristo che vive in noi... Il mondo ci giudica dalla nostra virtù, dal nostro valore più che dal prestigio di un abito. Aspetta da noi le cose essenziali ». Sono parole belle, ma non nuove, se si ricorda che un antico proverbio " italiano ammonisce che non è Tabi to a fare il monaco. Nicola Adelfi

Persone citate: Castaldo, Ecclesia, Fossati, Lercaro, Lorenzo Bedeschi, Montini, Ruffini