Anche chi dice di non sognare mai non fa meno di mille sogni all'anno

Anche chi dice di non sognare mai non fa meno di mille sogni all'anno JL« scienza esplora il mondo segreta del sonno Anche chi dice di non sognare mai non fa meno di mille sogni all'anno . —^—,——_ . Lo dimostrano, in modo inconfutabile, i nuovi apparecchi registratori • Si fanno in media da 3 a 6 sogni per notte, della durata massima di mezz'ora, a intervalli quasi regolari -1 sogni-lampo non esistono; è la nostra memoria che ne dimentica la durata e lo sviluppo ■ Impedire all'uomo di sognare, sarebbe condannarlo a gravi disturbi psichici (Nostro servizio particolare) ■ Boma, febbraio.- < Negli ultimi dieci anni lo studio dei sogni ha fatto più progressi che nei dieci secoli precedenti» Cosi si esprime lo studioso Inglese Edwin Diamond, che ha effettuato un'accurata inchiesta sulla situazione attuale delle ricerche in questione, e ha pubblicato i risultati In un elegante volume, intitolato The Science of Dreams («La scienza del sogni»), presso gli editori londinesi Eyre e Spottiswood. Se avesse esteso la sua valutazione ricomprendendovi tutto il nostro secolo, l'autore sarebbe stato più accuratamente nel vero — poiché apparve proprio nel 1900 l'opera capitale di Freud, L'interpretazione dei sogni, che segnò una svolta decisiva negli studi onirologici, 'conferendo al sogno quell'importanza e quel significato nella vita psichica che gli antichi avevano semplicemente Intuito, e che la scienza dell'Ottocento aveva invece sistematicamente negato. Tuttavia è perfettamente corretto indicare l'anno 1952 come data di un altro, importantissimo balzo in avanti, perché fu quello l'anno in cui gli studiosi statunitensi Aserinsky e Kleitman, applicando le tecniche elcttroencefalografiche a dormienti volontari, o tenendoli sotto osservazione, accertarono che 1 periodi nei quali ' essi sognavano corrispondevano a particolari, rapidi movimenti dei globi oculari, e a specifiche modificazioni nel tracciati degli apparecchi. Queste storiche scoperte, rese per la prima volta di pubblica ragione nella rivista Science del 4 settembre 1953, aprirono la via a numerose altre ricerche, quasi sempre fruttuose, relative agli intimi meccanismi del misterioso mondo dei sogni. E' abbastanza curioso notare come. 1 risultati di tali ricerche smentiscano quasi sem. pre 1 più noti € luoghi comuni» popolari (e non sempre e soltanto . popolari), che ancor oggi ogni tanto si ripetono a proposito dei sogni. Uno di tali detti assai diffusi, < ad esempio,' '• è che il sonno migliore sia quello «senza sogni». L'affermazione, è priva di senso, per la semplice ragione che il sogno è un accompagnamento universale del sonno normale,, e che tutti gli uomini, ogni notte, sognano, press'a poco una volta ogni ora e mezzo. La media del nostri sogni è da tre a sei per notte, é la loro durata va da qualche minuto a quasi mezz'ora. In sostanza, su una media di otto ore di sonno, il sogno si prende il 20%. E la persona che in buona fede afferma di « non sognare mai», fa almeno mille sogni all'anno. Se a molti le proprie notti appaiono, retrospettivamente, «senza sogni», ciò avviene perché 1 sogni si dimenticano facilmente. Le ragioni di questa tendenza a dimenticarli sono parecchie. Secondo Freud, si preferisce in genere dimenticare 1 sogni perché questi recano spesso, sia pure in forma indiretta, informazioni sgradevoli sulle nostre tendenze non coscienti, e vengono perciò sovente scacciati, quali ospiti importuni. Per Kleitman, più generalmente, è ansai difficile ricordare i sogni perché durante il sonno 1 centri cerebrali superiori «se la prendono comoda», e le tipiche loro funzioni di selezione, attenzione, comparazione, ecc., sono a basso regime. Perciò alcune persone Bono addirittura Inclini a «negare» i loro sogni nel momento stesso in cui sognano! Certi soggetti, svegliati nel bel mezzo di un sogno (il cui processo era chiaramente denunciato dagli apparecchi e dai movi menU oculari), dichiararono candidamente che «stavano pensando... ». Un'altra credenza largamen te diffusa (e a cui danno tuttora credito certi trattati o manuali) è che i' sogni duri no pochissimo, anche quando sembrano, occupare un lungo periodo di tempo. Molti sogliono citare, a tale riguardo, un famoso sogno ri ferito dallo studioso francese Maury. Questi descrisse in un suo libro un sogno in cui gli pareva di essere arrestato, processato e condannato sotto la Rivoluzione francese. Le varie fasi del processo, il viaggio sulla fatale « carretta » sino alla ghigliottina, l'ascesa sul palco...: tutto ciò parve durare un'eternità. La caduta della mannaia coincise con il risveglio di Maury, destato da un frammento del baldacchino cadutogli sul collo. Maury ne dedusse che lo stimolo esterno aveva dovuto suscitare tutta la lunga < storia > sognata, e che questa per conseguenza aveva realmente occupato, nel sogno, una frazione di secondo. Ma tutti gli studi più recenti hanno smentito questa tesi Nei sogno di Maury, probabilmente lo stimolo esterno si era < inserito » casualmente nella vicenda sognata (sulla cui esattezza d'altronde, non abbiamo se non le affermazioni sprOIsrp dell'autore). Gli studiosi Kleitman, Dement e Wolpert hanno distrutto quest'altro mito notando più volte 11 tempo esatto di un sogno (come risultava dalle registrazioni), e poi chiedendo al sognatore di ripeterlo come se recitasse. Ogni volta, 1 tempi coincisero. In un particolare sogno s'inserì un piccolo' incidente sperimentale fortuito (una doppia suonata di campanello), in un episòdio di durata identica a quello reale. I sogni-lampo, dunque, non esistono. Ancora, contrariamente a quanto spesso si crede, l'attività di sogno non coincide con «agitazione» o con movimenti cospicui del corpo. Il dormiente si muove sempre parecchio — dalle venti alle quaranta volte per notte (cosicché non ha senso l'idea che si possa < dormire come un sasso»): ma neanche a farlo apposta, mentre si sogna si sta relativamente fermi, un po' come spettatori che osservino un film. Abbiamo detto: < relativamente fermi ». Il fatto è che tanto il sonno quanto.il sogno appaiono oggi,.a ragion veduta, molto meno « passivi » di quel che si credeva. Minuti movimenti muscolari, registra¬ ttspsnmriEtgruvcaplalb<cgfcvcgbincmn ti con metodi chiamati «elet-|tromlograflcl », accompagnano sia determinati processi del pensiero di veglia, sia certe sequenze dell'attività mentale notturna. Durante il sonno, la mente è suscettibile di ricevere indicazioni, suggestioni e insegnamenti, e di utilizzarli. E' stato persino possibile ottenere che certi dormienti eseguissero semplici azioni durante il sonno (come premere un bottone o spostare una leva), se tali azioni erano necessarie per poter continuare a dormire (evitando, ad esempio, piccoli stimoli elettrici o luminosi che altrimenti 11 avrebbero risvegliati). . Le ricerche continuano relativamente a tutti questi problemi, e al mille altri che il < mistero del sogno » tuttora ci propone. Creatività nel sogno, possibilità ulteriori di con-, frollare o influenzare 1 processi onirici, sogni telepatici, veri o ' presunti sogni profetici... Ce n'è almeno per una generazione. In qualche altro articolo abbiamo indicato come all'uomo il sognare sia biologicamente necessario (tantoché si producono scompensi psichici più o meno gravi r— sino all'allucinazione e al' delirio — in co- |loro a cui s'impedisca di so- gnare). Il sogno è ben dunque, come aveva concluso Freud, un elemento dei più importan ti della nostra esistenza — tan to più in quanto esso apre, sia pur con difficoltà, alcune delle silenziose porte d'accesso alle nostre realtà più profonde. Emilio Servadio

Persone citate: Boma, Edwin Diamond, Emilio Servadio, Eyre, Freud, Wolpert