Saranno discusse in Consiglio comunale le interrogazioni sull'arresto del vigile

Saranno discusse in Consiglio comunale le interrogazioni sull'arresto del vigile L'atteggiamento della Giunta sul tragico episodio Saranno discusse in Consiglio comunale le interrogazioni sull'arresto del vigile Ieri la moglie di Millo Cosseia ha avuto un colloquio con il marito - Addolorato per la sua situazione, egli ha detto: «Sarebbe meglio che fossi morto io, anziché il ladro in fuga » - Presentala l'istanza di libertà provvisoria Un negoziante ha subito tre furti col «cric» in un anno Nel parlatorio delle carceri «Nuove» è avvenuto, ieri mattina, l'incontro tra il vigile Millo Cosseta, detenuto per il tragico episodio di domenica scorsa, e sua moglie, signora Maria Faletto, che era accompagnata dalla sorella. E' stato un Incentro commovente: alle parole accorate del marito, la moglie ha più volte risposto con le lacrime. Il Cosseta ha manifestato umiliazione e dolore per vedersi imprigionalo a causa di questa disgrazia. « Mi spiace moltissimo per quello sventurato ragazzo — ha detto — e non avrei mai immaginato che potesse capitare una cosa simile ». A un certo punto è uscito con questa espressione: c Sarebbe stato meglio che fossi caduto morto io, piuttosto che il ladro, almeno si evitavano tante polemiche ». La moglie si è dovuta far animo per rincuorarlo. Abbiamo parlato con la signora Cosseta. E' desolata per questa tragica vicenda che ha sconvolto la serenità della sua famiglia e teme che 11 marito, in carcere, si ammali, non solo per 1 disagi fisici che deve affrontare, ma anche per l'angoscia che lo affligge. « Tuttavia — ha detto la signora Cosseia — mi conforta un poco il vedere che sostanzialmente mio marito è tranquillo, che non ha mai cercato di confondere le cose e sa affrontine questa triste situa-,zione con fermezza ». Al termine del colloquio il detenuto ha fatto ritorno alla sua cella che — come ci precisa la direzione delle carceri in risposta a una lettera di c Specchio dei tempi » — è isolata per evitare che gli altri carcerati possano importunarlo o minacciarlo. < Il Cosseta — aggiunge l'Ispettore generale delle carceri — non ha finora ri cevuto minacce: si è solo trattato di una semplice Intemperanza verbale, sempre a dovuta distanza, da parte di individui, immediatamente identificati e denunciati, al momento in cui egli si recava a regolare visita medica ». L'avv. Delgrosso, difensore del vigile, na presentato ieri pomeriggio al sostituto Procuratore delia Repubblica dott. Moschelia l'istanza per ottenere la « scarcerazione per insussistenza di Qualsiasi reato a corico del Cosseta >. L'avvocato motiva questo suo documento affermando che 11 vigile aveva l'obbligo di procedere all'arresto di persone sorprese in flagranza di reato e che, quindi, per attuare questo suo dovere, a lui non rimaneva che esplodere uno o più colpi a scopo Intimidatorio per indurrò i fuggitivi ad arrestarsi. « Se poi nell'azione di caricamento dell'arma un colpo sfuggi a causa della manovra affrettata, del ter- reno accidentato e nevoso su cui il vigile st muoveva, e dell'abbigliamento che impacciava i suoi gesti, non si può addebitare allo stesso vigile — sostiene il difensore — nessuna colpa, neppure a titolo di imprudenza o di imperizia ». E' probabile che entro la prima metà della prossima settimana 11 magistrato prenda una decisione sulla sorte immediata del vigile Cosseta; forse egli aspetta di ricevere dal perito settore prof. Tovo 1 risultati della perizia necroscopica, che dovrebbero permettere di conoscere la distanza dalla quale fu sparato il colpo mortale e la direzione della traiettoria del proiettile e quindi dell'arma. Sul tragico episodio continuano a pervenire interrogazioni al sindaco e lettere al nostro giornale. Il consigliere socialista Castagno chiede se è vero che la Giunta ha deliberato di assumere a carico del Comune la difesa del vigile e in caso affermativo ritiene la decisione inoppcrtuna. Il democristiano Dolza, invece, considera questo provvedimento necessario e dichiara di non .essere d'accordo con 1 due consiglieri comunisti che avevano proposto di procedere al completo disarmo del Corpo. < Il Corpo dei vigili urbani di Torino che da secoli ha tradizioni di gloria e di benemerenze — scrive Dolza — non ha bisogno di mutamento di indirizzo e di riforme, perché la sua dirittura morale al dovere è ineccepibile, degno di stima e di rispetto di tutti i cittadini torinesi ». Il Sindaco, mentre ha confermato che l'Amministrazione ha dato Incarico all'avv. Gabrl di affiancare l'avv. Delgrosso nella di fesa del Cosseta, ha annunciato che domani sera, In consiglio comunale, risponderà alle Interrogazioni giunte sull'argomento. E' probabile che si svolga poi la discussione sul diversi argomenti se gnalati dai consiglieri. Fra le decine di lettere che continuano a pervenire al nostro gior naie per manifestare appoggio al vigile Cosseta, parecchie sono di commercianU, tra gli altri il presidente del negozianti di via Garibaldi invia al vigile a. nome del soci « i sentimenti della loro comprensione e solidarietà ». — Un commerciante di corso Francia, dopo essere riuscito a sventare in piena notte due ten tativi di furto nel suo negozio, è stato derubato in pieno giorno. E' il signor Emilio Martlnasso di 35 anni abitante in corso Francia 185 dove ha anche la bottega di materiale fotografico eddc ed elettrico. La prima volta 1 ladri andarono all'assalto la notte del Natale '61, alle 2,30. Con una pietra sfondarono il cristallo di una delle vetrine che danno su via Generale Perottl. Il Martlnasso, svegliato dal colpo, si precipitò giù per le scale per uscire e acciuffare 1 ladri. Ma questi avevano legato dall'esterno le maniglie del portone, sicché egli fu nell'impossibilità di uscire. Ma gli scossoni dati alla porla spaventarono 1 malviventi che no andarono senza rubare niente. Anche la seconda volta, tre mesi dopo, ruppero un cristallo, ma dovettero fuggire senza bottino perché il negoziante si era affacciato alla finestra minaccioso. L'ultimo colpo ai danni del Martlnasso è avvenuto durante la chiusura pomeridiana. I ladri entrarono nel cortile e ruppero un vetro della porta della retrobottega. Il negoziante senti 11 rumore, ma pensò che fossero gli operai di una vicina officina e non corse a vedere. I ladri riuscirono cosi a rubare una ci neprcsa, un rasoio elettrico e 45 mila lire in contanti, per un valore complessivo di 300 mila lire. oiiiniliiliiiililllllllllilllliilllillliiiiMiiiiiiiiiii

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