La storia degli Stati Uniti non è più ignota in Italia di Paolo Serini

La storia degli Stati Uniti non è più ignota in Italia L'America, questa sconosciuta La storia degli Stati Uniti non è più ignota in Italia Da qualche tempo appaiono opere importanti, tradotte o di autori nostri, per lo specialista ed il lettore coll « New Deal », problema di viva attualità mune L'Interesse per la storia nordamericana e la conoscenza di essa, che sino a qualche anno fa non apparivano nel nostro paese né molto diffusi né molto approfonditi, si sono venuti negli ultimi tempi ravvivando e sviluppando grazie a molteplici, importanti Iniziative editoriali. A una nuova edizione aggiornata del limpido compendio di A. Nevins e di H.S. Commager, uscito nella < Biblioteca di cultura storica » dell'Einaudi, ha fatto seguito, l'anno scorso, la pubblicazione in veste italiana, — in una bellissima edizione corredata da copiose illustrazioni, cartine e tabelle statistiche, dovuta alla c Nuova Italia », — del più ampio e organico manuale di sto ria degli Stati Uniti dalle ori gini sino ai giorni nostri: quel lo di Samuel E. Morison e di Henry S. Commager. Di quest'ultimo 11 lettore italiano conosceva già, oltre al compendìo sopra ricordato, il bel saggio su Lo spirito ameri cono, anch'esso èdito dalla < Nuova Italia >. Del Morison, uno dei migliori studiosi sta- tunitensi di storia marinara e del mondo puritano, può óra leggere nella nostra lingua il magistrale lavoro su Cristoforo Colombo ammiraglio del mare Oceano («Il Mulino»). Iniziatasi nel '59 con la traduzione del classico libro di Frederick J. Turner su La Frontiera nella storia americana, tale collana annovera attualmente una dozzina di volumi, quasi tutti d'indubbio interesse e di notevole impegno storico. Uno degli ultimi, quello su L'età delle riforme da W. Bryan a F.D. Roosevelt di Richard Hofstadter, ci offre un'acuta ricostruzione e anali si critica del movimento populista e progressista e, insieme, dell'evoluzione della società americana tra 11 1890 e il 1920, visti anche in connessione con la successiva « rivoluzione del New Deal ». Ne escono efficacemente chiariti, insieme con gli aspetti positivi, le interne contraddizioni, le illusioni e l limiti di quel movimento e del tentativo dei populisti e dei progressisti d salvaguardare e riaffermare, in una società in via di profonda trasformazione, i valori e gli ideali tradizionali, e per cosi dire Jeffersoniani, della vecchia America: dell'America rurale, individualistica, protestante ed etnicamente omogenea di prima della grande rivoluzione Industriale e dell'immigrazione di massa. E ne risulta, in pari tempo, confermato che il New Deal, nonché costituire una semplice prosecuzione di quel movimento rappresentò nella storia americana un fatto nuovo: non riducibile, nel suo spirito e nei suoi metodi, ai movimenti di riforma precedenti. E poiché alcun: dei problemi che vi sono discussi e analizzati. — i problemi, ad esem pio, dei trusts e delle loro incidenze politiche, del contrasto tra individualismo liberale realtà e necessità dell'organizzazione, degli apparati di partito, della democrazia diretta, ecc., — non possono certo dirsi né esclusivamente americani né inattuali, il libro dell'Hofstadter presenta, di là dal suo interesne storico specifico, un Interesse generale che lo raccomanda a tutti coloro- che si oc¬ cupano dei problemi della democrazia moderna. Nelle edizioni de « Il Mulino > la storia americana è largamente rappresentata anche in un'altra collezione: nella collana, validamente diretta da Vittorio De Caprariis, «I classici della democrazia», presentati in scelta antologiche precedute da accurate introduzioni. Dei quindici volumetti in essa sinora usciti cinque sono dedicati, infatti, a figure od a momenti tipici della storia statunitensi. Un'altra casa editrice, la Nistri e Lischi di Pisa, si è specializzata invece negli studi e pubblicazioni attinenti alla storia costituzionale degli Stati Uniti. E, dopo avere esordito con la traduzione integrale del Federalist, — la celebre raccolta di saggi scritti, nel 17871788, in difesa e illustrazione della nuova Costituzione da Hamilton, Jay e Madison, — è venuta via via pubblicando, sulla genesi della Costituzione, sulla convenzione di Filadelfia, sui partiti politici americani, ecc., vari studi del Van Doren, delI'Aquarone, del Binkley, del Corwin. Utilissima l'organica raccolta di documenti, che vanno dai primi statuti secenteschi della Virginia sino al messaggio di commiato di Washington al termine del suo secondo mandato presidenziale, pubblicata di recente, In due volumi presentati dal giudice costituzionale G. Ambrosini, sotto il titolo La formazione degli Stati Uniti d'America. La maggior parte di questi volumi sono fatica di storici americani; ma anche la cultura italiana sta dando un valido contributo. Proprio in questi giorni è uscita un'opera di forte impegno dovuta ad uno studioso napoletano, Renato Rinaldi: Storia degli Stati Uniti, 1400 pagine, 1200 illustrazioni (editore Armando Curcio). Dalle origini « coloniali » all'egemonia mondiale, la vicenda del grande paese nordamericano è « spiegata » con ricchezza di informazione e vivezza al lettore europeo. Ed il libro si < vede » anche con gusto,... Paolo Serini