L'abuso dell'erotismo non serve né alla libertà, né alla verità

L'abuso dell'erotismo non serve né alla libertà, né alla verità Sessuomania in letteratura e nel cinema L'abuso dell'erotismo non serve né alla libertà, né alla verità E' una ricetta servita a fréddo, per calcolo o per moda - Sciupa molte pagine anche di buoni scrittori; genera monotonia e non insegna nulla Forse non c'è niente da fare, almeno per il momento. Aspettiamo in santa pazienza che passi non quello che il giovane teorico di questa moda chiama « sessuofobia » ma il suo preciso contrario, la «sessuomania». Chi si appresta a leggere un romanzo, così come chi va a vedere un film, sa benissimo che ci sarà il momento d'obbligo, in cui la nota dell'erotismo verrà suonata per l'ennesima volta. Non- si tratta neppure più di stabilire se la suonano bene o male; dal momento che è un ingrediente indispensabile, lo spettatore o il lettore si limita a registrarne la durata e l'abilità. Inutile parlare d'altro, tanto si sa benissimo che non esiste un criterio di necessità, così, come non si è mossi mai da un istinto autentico o da un bisogno di ribellione. L'altra sera in un piccolo dibattito dell'Approdo, Emi lio Cecchi ha avuto una sa crosanta battuta che racco mandiamo alla meditazione dei giovani e magari non più giovani scrittori. Parlando di Henry Miller, Cec chi ha detto : < Un grande scrittore » e subito dopo si è corretto « uno scrittore importante » ed ha aggiunto « ma scriveva quarant'anni fa ed è un cattivo maestro ». Miller nel nostro caso ci serve fino a un certo punto, tanto però per stabilire una differenza fra il suo lavoro che resta un lavoro originale ed il lavoro degli esecutori a freddo, dei ripetitori, di chi crede — in perfetta malafede — che sia necessario toccare certi tasti. La malafede risulta, dal cattivo gusto, dalla mancan za di partecipazione, insom mggngltdtspdsoriltsoltrgdtemitpvcsgdvsnddngcrCLgmtsp. lma d«tt5affrontar« un--teina particolarmente difficile con l'ottusità e Ja premura che i bambini mettono nel pren dere una medicina. Il più delle volte si ha l'impressione che scrittori e registi parlino di cose che non conoscono, per sentito dire, con una straordinaria facoltà di adattamento e, siccome le loro descrizioni, le loro rappresentazioni mancano di un fondo reale, peccano per esagerazione e freddezza. Non apparteniamo alla famiglia dei ses suofobi e siamo disposti a riconoscere all'arte qualsiasi diritto, tutte le libertà; ma a patto che si sia spinti dal bisogno di conoscere.e di approfondire e non si obbe disca soltanto a una moda e a un vezzo che, oltre tutto, puzzano di stantio ed hanno un riflesso di provincialismo che i nostri scrit tori, per grazia di Dio, non hanno. Penso che tutti abbiano rivisto o visto alla televi sione il ciclo di Greta Garbo; ebbene proprio in Mata Hari c'è la famosa sequenza dei due amanti che fumano tutto resta cancellato dal l'ombra e ha risalto il mo vimento delle due sigarette accese. E' una scena che sopporta il valore di simbolo; per molti anni l'artista ha creduto che rendesse di più suggerire, far parte clpare il lettore o lo spetta bore, insomma aprire un lavoro in comune, mentre da troppi anni ormài la convenzione è stata denunciata e si preferisce gettare fasci di luce e accompagnare la scena con commenti ed amplificazioni. Resterebbe da vedere quale dei due metodi è il più redditizio, soprattutto quale è la posizione più sicura per un artista, Limitarsi a fotografare, a montare per essere più precisi una scena, un'atmosfera, un clima, oppure cercare di stringere un rapporto fra quelli che sono momenti del l'esistenza umana e il corso naturale della vita? Così co me stanno le cose, a forza di documenti che variano soltanto di colore ma restano d'una perfida e invin cibile monotonia, la cono scenza del cuore umano non sembra aver fatto molti passi avanti. Senza contare che, rovesciando al di fuori i nostri gesti, le nostre azioni « condannate » lo scrittore si scarica e si mette da una parte, dichiarando di essere impotente. Ma probabilmente non è neppure questione di rapporti • di accorgimenti; la moda è dettata da un pregiudizio, credere che il segreto della cucina consista nell' uso indiscriminato e grossolano dei pimenti e delle spezie. Infatti, come potremmo spiegarci certe indulgenze di scrittori, autentici scrittori, per natura casti e riservati? Certe loro pagine sembrano aggiunte da un'altra mano, per cui si capisce che in loro ha operato una tentazione esteriore, o la paura di restare indietro nella corsa verso l'attuale, il moderno, eccetera. La sessuomania dei nostri giorni sembra, invero, obbedire esclusivamente alla legge del pugno, all'attacco frontale: scrittori e registi gettano nella battaglia tutte le forze di cui dispongono e il più delle volte le mandano a un ignobile e inglorioso massacro. Siamo sempre alla medicina da ingoiare a occhi chiusi e trattenendo il respiro. Se si pensa a quello che riuscivano a fare nello stesso campo gli scrittori del pas sato, non si scopre la ra gione per cui la quantità sia da preferirsi alla qualità, la volgarità alla suggestione Ci fossero almeno dei risultati di contropartita, fossimo andati avanti nella co noscenza dell'uomo e aves simo accresciuto la sconfitta della menzogna, delle abitu dini e delle convenienze. Qui nessuno può giudicare me glio del lettore comune, di chi sta dall'altra parte e registra le ultime reazioni Che cosa si è guadagnato? Libertà, autonomia, intelligenza delle cose e degli uomini? No, è stata fatta sol tanto una operazione di so stituzione; nella maggior parte dei casi, si è accesa mtugrasdgbtplitz làgluce, si sono tolte le ten det-'è st^bo cambiaci v,o>* cabolario. Ma la sostanza dèif nostri rapporti, la ragione dei sentimenti sono quelle di sempre. Il libro nero è più attendibile di quello rosa? Ma si tratta di due mali, ugualmente ipotetici e casuali; il primo popolato di mostri, il secondo di tuine. A volte, ripensando ai grandi testi di rottura e di ribellione, come il Voyage au bout de la nuit di Celine, si ha la sensazione che, a distanza di trent'anni, siano già libri chiusi, impenetrabili. Eppure sembravano attuali, sembravano veri. E in parte lo erano. Senonché Celine e gli altri erano scrittori, mentre oggi la produzione è affidata ad improv- sta-i visatori, a gente che non ha sperimentato in nessun senso. Insomma, il sesso trasferito brutalmente non insegna nulla e non può inse gnare nulla. E' un elemen to fondamentale, essenziale, ma, perché lo diventi, ha bisogno di interpreti e non già di sciocchi e incapaci sacerdoti. Forse non è la parola giusta, non è sacerdote chi fa l'imbonitore in piazza. Carlo Bo

Persone citate: Carlo Bo, Cecchi, Celine, Greta Garbo, Henry Miller, Mata Hari, Miller