Due imputati respingono l'accusa di aver rapito ed ucciso l'Ingegnere

Due imputati respingono l'accusa di aver rapito ed ucciso l'Ingegnere Due imputati respingono l'accusa di aver rapito ed ucciso l'Ingegnere In Assise a Sassari - Avrebbero preteso 30 milioni di riscatto - Il cadavere del professionista fu scoperto durante un conflitto a fuoco (Dal nostro corrispondente) Sassari, 19 febbraio. La seconda udienza del processo in Assise per l'uccisione dell'ingegnere cagliaritano Davide Capra e dei fratelli Nicolò e Pasquale Moro, è stata interamente occupata dall'interrogatorio dei tre imputati: 1 pastori Antonio Fedele Muscau, Vincenzo Mesina e Vincenzo Menneas. Gli accusati, come già avevano fatto nel corso delle indagini, hanno negato gli addebiti ricordando gli alibi a suo tempo vagliati dalla polizia. Hanno respinto, in particolare, la precisa, circostanziata accusa mossa loro dai familiari dei fratelli Moro, accusa più volte ripetuta e confermata da alcuni testi. Il primo imputato salito sul pretorio è stato Antonio Fedele Muscau, il quale, dopo aver affermato che nel periodo in cui Davide Capra venne sequestrato dal banditi e ucciso egli si trovava nel suo ovile in una zona denominata «Filos de Nuraghe», ha dichiarato: «Mi sono mosso da quella zona soltanto al termine dell'inverno per trasferirmi nell'altro ovile che avevo nelle campagne di Orgosolo ». Rispondendo ad una domanda del presidente, il Muscau ha affermato che i suol rapporti con la famiglia Moro erano stati sempre ottimi e si erano guastati soltanto dopo la morte di Nicolò. « Uno dei fratelli dell'ucciso — ha detto l'imputato — corteggiava mia sorella. Poi si lasciarono. Ma i motivi della rottura fra la nostra e la sua famiglia non dipendono da ciò. Se i Moro mi accusano di aver assassinato, con Vincenzo Mesina e Pasquale Tandeddu, il loro congiunto, dicono il falso, come dicono il falso quando affermano che io ho preso parte al sequestro di Davide Capra e alla sua uccisione». Vincenzo Mesina e Vincenzo Menneas si sono limitati a confermare le precedenti deposizioni; hanno cioè negato di aver preso parte agli episodi delittuosi che sono loro attri buiti. Il Menneas, in particolare, che è accusato della sola estorsione ai danni del commerciante siciliano Rosario Nlcotra, ha affermato che quan¬ do tale episodio avvenne egli si trovava a molti chilometri da Orgosolo, occupato a custodire il suo gregge nelle campagne del circondario. II presidente Arcadu ha poi sentito le parti lese. Di particolare Interesse la deposizione dei quattro carabinieri" che presero parte al conflitto a fuoco, avvenuto nelle campagne di Orgosolo 11 26 novembre 1953, quando venne scoperto il cadavere dell'ingegnere Capra e fu ucciso l'orgolese Emiliano Sucdu. I quattro carabinieri hanno affermato concordemente che, nel corso di una operazione di rastrellamento, giunti in prossimità di un folto cespuglio, furono sparate contro di loro alcune raffiche di mitra. Essi risposero con altre raffiche e misero in fuga 1 banditi. Nella capanna, celata all'interno del cespuglio, scoprirono poi il cadavere del Capra e, più oltre, a una decina di metri, quello di Emiliano Succu. A questo punto, 11 presidente ha sospeso l'udienza rinviando il dibattito a domani mattina. g. 8.

Luoghi citati: Orgosolo, Sassari