Si prepara il Giro di Sardegna prima grande corsa di stagione

Si prepara il Giro di Sardegna prima grande corsa di stagione Si prepara il Giro di Sardegna prima grande corsa di stagione Sei tappe - Il via domenica a Roma - La sera stessa i corridori si trasferiranno nell'isola - Gli stranieri Stablinski, campione del mondo, Anquetil, Van Looy, Soler contro un forte gruppo di italiani II ciclismo ha fretta, ancor non è passato l'inverno, e già torna ad affacciarsi alla ribalta, domenica prende l'avvio da Roma il Giro di Sardegna, che si concluderà a Sassari venerdì 1° marzo. Una corsa a tappe, che dura sei giorni: una corsa a tappe, cioè, adatta all'inizio di stagione ed i suoi organizzatori, seguendo una ragionevole abitudine, si sono preoccupati di trovare tracciati brevi, tormentati da frequenti saliscendi, in modo da invogliare alla lotta atleti freschi di riposo ed ancor lontani dall'acceso clima agonistico delle competizioni. Sei giorni. Domenica è in programma la Roma-Civitavecchia di 187 chilometri, e, alla sera, l'intera carovana si imbarcherà su una motonave per raggiungere Olbia. Notte in mare, si spera propizia di buon e pacifico sonno, perché, il lunedì, sarà fatica doppia: semitappa da Olbia a Tempio Pausania con arrivo in salita e semitappa da Tempio Pausania ad Alghero: in tutto 175 chilometri. Alghero-Oristano (km 165) ài martedì; Oristano-Cagliari (km 152) al mercoledì; Cagliari-Nuoro (km 208) al giovedì; Nuoro-Sassari (km. 174) al venerdì. Sarà finito il Giro vero e proprio e, al sabato, i ciclisti ritempreranno le forze: giusto in tempo per prendere parte domenica alla Sassari-Cagliari, gara in linea che chiuderà la « Settimana sarda ». Il calendario è approntato con cura, nel concetto moderno che vuole un ciclismo sbrigativo, relegando nella leggenda le figure eroiche dei «forzati della strada». Le tappe lunghe, ammonisce l'esperienza, sono sinonimo dt noia, con corridori che, fino almeno ad un certo punto, stipulano più o meno larvati patti di non aggressione. Le tappe corte, invece dovrebbero significare battaglia certa, pur s-3 è consigliabile un'ombra di scetticismo sulle reali intenzioni dei protagonisti, che spesso esagerano cullandosi in un troppo comodo risparmio di energie, eternamente pensando agli sforzi ancora da effettuare. Lo scetticismo in proposito è però dettato da semplice prudenza: già lo scorso anno, P'.-oprio per la mancanza di figure di primissimo piano, in un equilibrio di valori, lo sport aella bicicletta ha offerto un notevole risveglio e si può ben dire che i ciclisti obbiano ormai capito la lezione: o le gare sono appassionanti, nell'impegno di tutti ed allora la crisi latente s'allontana, o le gare sono fiacche per la cattiva voglia generale, ed allora l'interesse del pubblico si affievolisce. Non esistono vie di mezzo, bianco o nero, bello o brutto. Il ragionamento vale in particolare per i giovani, che non sono in grado di eccedere nel ruolo di promesse e vale anche per i campioni, veri o presunti che siano. Gli uni e gli altri, per emergere, devono vincere. Tanto vale rimboccarsi le maniche subito, tentando di far centro all'inizio e l'esempio lo danno prò prio gli stranieri che, in Sardegna, sono soliti raccogliere successi in serie. (Vinsero neli '58 Rolland, nel '59 Van Looy, nel '60 De Rao, nel '61 Daems, nel '62 ancora Van Looy). Pure quest'anno la partecipazione dei ciclisti che arrivano d'oltre frontiera è massweia, ci sono francesi e belgi e spagnoli. Gente di nome, non mezze figure, i francesi mettono addirittura in campo il campione del mondo Stablinski ed Anquetil, i belgi giocano la carta Van Looy, gh spagnoli puntano su Soler •> Suarez. I nostri, almeno sulli carta, rispondono con pari entusiasmo: Pambianco, Nencini, Carlesi, Baldini, Massignan, /'« iridato » dei dilettanti Bongioni, Battistini, Trapè, Meco, Cribiori, hanno già dato la loro adesione. Ranghi quasi completi insomma, 72 sono gli iscritti, suddivisi in 12 squadre. Tocca a loro non deludere. g. b. -0 « 20 SO 40- Il tracciato del Giro di Sardegna che inizierà domenica