Saragat parla a Washington della situazione politica italiana di Antonio Barolini

Saragat parla a Washington della situazione politica italiana Saragat parla a Washington della situazione politica italiana Spregiudicata conferenza-stampa a cento giornalisti - Sul psi (ha detto) grava ancora «qualche ipoteca comunista», ma sta avanzando verso la democrazia - Potrà entrare net governo «quando avrà accettato la piena solidarietà dell'Occidente» (Dal nostro corrispondente) New York, 18 febbraio. L'on. Saragat ha riscosso oggi al «National Press» di Washington un successo personale. Il segretario del psdi era ospite di un centinaio di giornalisti americani, che egli ha impressionato con la semplicità, chiarezza e spregiudicatezza delle risposte: tanto che, dopo il discorso, Saragat è stato assediato di domande, in un dibattito diventato vivo e perfino confidenziale. Saragat parlava attraverso un interprete. Egli ha improvvisato l'inizio del dibattito, durante il quale si è indugiato a illustrare la situazione politica interna italiana, alla vigilia della nuova prova elettorale. La ragione per cui, in Italia, il partito comunista richiama ancora circa il 25 per cento dei voti dell'elettorato, a parere dell'on. Saragat, dipende dal fatto che la classe dirigente del pei è la miglior classe dirigente comunista di tutti i Paesi europei non sovietizzati.* E' una classe formatasi in esilio, con una lunga esperienza di privazioni e di persecuzione antifascista. Per quel che riguarda le prospettive elettorali, l'on. Saragat ha previsto un'ulteriore affermazione delle forze democratiche. Illustrando l'influenza che il partito socialista democratico, da lui diretto, svolge per portare l'ala sinistra del cattolici verso i socialisti, Saragat ha detto che il psi è in una fase di < evoluzione non conclusa ». Il partito socialista, negli ultimi tempi, si r r a a , e i è dichiaratamente orientato verso forme democratiche, ma ha ancora «alcune ipoteche comuniste » che lo legano al passato. La principale di queste è l'istanza neutralista. E', evidente che un grande partito come il psi non può indefinitamente appoggiare un governo, restandone fuori. Deve accettare una formula compiuta di cooperazione. Questa deve_ però avere come inderogabile premessa una «piena e convinta accettazione di solidarietà» con l'Occidente: « Per nostro conto — ha detto l'on. Saragat — sarebbe un gravissimo errore attenuare il nostro atlantismo ». Egli ha pertanto confermato che questo resta la base inso stituibìle del socialismo democratico italiano. Durante il dibattito l'onorevole Saragat si è trovato impegnato in molte risposte di particolare difficoltà e responsabilità. «Lei ha conosciuto bene De Gaulle, quando fu ambasciatore del suo Paese a Parigi. Cosa ne pensa? », gli è stato chiesto. «Non si Mmentichino — ha risposto Saragat — i grandi servizi resi dal generale De Gaulle al suo Paese e anche all'Europa, con la risoluzione del problema algerino... Egli probabilmente sopravvaluta oggi la posizione della Francia nel mondo... Tuttavia il nostro dissenso da lui non deve trascendere i limiti della corretta polemica democratica. Anche l'accordo Parigi-Bonn è un fatto che ci può far piacere, in quanto è un elemento di pace. Ma è elidente che diventa inaccettabile se lo si vuole impostare codenoball(dsininsefidZEAsopmgleqraDstchGtaditeba fl«dcoma un elemento direttivo dell'unità d'Europa. Questa non può esprimersi che su basi di eguaglianza ». Invitato a dire se, in Italia, sarebbe possibile 11 ritorno a una dittatura di destra, l'onorevole Saragat lo ha escluso: «Non c'è in Italia, oggi, nessun pericolo fascista». A coloro che gli hanno fatto richieste sull'evoluzione sociale Italiana,' sia per i riflessi del Mercato Comune che per quelli della riforma agraria, Saragat ha fatto notare che i vantaggi (per ora, e purtroppo, soprattutto nel. settore agricolo) p'ù che sociali, sono stati tecnl '»rò, anche l'evoluzione e al. del Paese, se pur più leula, 5 in pieno sviluppo. Interpellato sui «Polaris» e sulla polemica delle basi, ha risposto: «La domanda non mi mette affatto in imbarazzo. E" un problema tecnico, come tutti i problemi militari. I problemi tecnici seguono sempre quelli politici. Noi siamo una Potenza atlantica. E1 evidente che la presente polemica, in Italia, è naturale speculazione del particolare momento di contingenza politica interna». Alla fine del dibattito Saragat è stato festeggiatissìmo. Stasera è partito per New York, quindi andrà a Miami, dove assisterà, invitato daUe forze del lavoro americane, ai lavori del convegno delle «Unlons», che si sta tenendo in Florida in questi giorni. Antonio Barolini L'on. Giuseppe Saragat, a sinistra, durante il suo incontro a New York con Luigi Antonini, presidente del Consiglio italo-americano del lavoro (Tel. «Ass. Press»)