Confessano due dei cinque arrestati per il complotto contro il gen. De Gaulle di Sandro Volta

Confessano due dei cinque arrestati per il complotto contro il gen. De Gaulle Confessano due dei cinque arrestati per il complotto contro il gen. De Gaulle Sono un capitano ed una insegnante di inglese alla Scuola militare di Parigi • Affermano che il tentativo di uccidere il Presidente fu rinviato all'ultimo momento - In libertà gli altri tre presunti congiurati (fra cui una donna), risultati innocenti - Latitanti i maggiori responsabili (Dal nostro corrispondente) Parigi, 16 febbraio. Dopo aver negato per più di ventiquattro ore, gli arrestati per l'attentato al generale De Gaulle hanno finalmente confessato. Le prime ammissioni sono venute dalla signora Poinard, la venticinquenne moglie di uno dei capitani che avrebbero dovuto essere gli autori materiali del delitto. Alle insistenti domande dei poliziotti, la giovane signora ha finito per riconoscere che Georges nichel Watin, detto la boiteuse, f« la zoppa*), il latitante imputato nel processo per l'attentato compiuto il 8 agosto 196S al Petit Clamart contro il Presidente della Repubblica, era venuto diverse volte a trovare suo marito negli ultimi giorni e avevano avuto lunghi conciliaboli fra di loro. Non ha potuto dare però nessuna informazione sui preparativi dell'azione criminale ed è stato anzi accertato che era all'oscuro di tutto, cosicché è stata rimessa oggi in libertà. . Vna piena confessione è stata fatta invece dalla signora [Rousselot de Liffiac, cinquan¬ tacinquenne, professoressa di inglese alla Scuola militare. Pur ammettendo di appartenere ad un'organizzazione di estrema destra e di conoscere Watin, per tutta la giornata di ieri la professoressa aveva negato il complotto, ma, arrivata la notte e spossata dall'insistente interrogatorio, aveva finito per confessare di aver messo « la zoppa » in relazione col capitano Poinard. Ottenuta questa confessione, non fu difficile ai poliziotti ottenere la conferma dal capitano, che veniva interrogato intanto in un'altra stanza. « E' esatto », disse Poinard, scuotendo le spalle con un gesto di indifferenza. Robert Poinard ha detto che la Rousselot gli aveva presentato Watin già da molto tempo e che era stato anzi lui stesso ad ospitarlo ed a nasconderlo in casa sua quando era in fuga,~dopo l'attentato del Petit Clamart. In quanto all'attentato di ieri, il capitano ha affermato che il compito suo e della Rousselot doveva limitarsi a facilitare l'ingresso nella Scuola militare ■ agli assassini e ad assicurar loro un rifugio dopo che fosse stato com¬ piuto il colpo. Egli ha però dichiarato johe nessuno degli arrestati doveva essere fra gli autori materiali del delitto. La signora Rousselot de Liffiac ha detto che il generale De Gaulle non doveva essere ucciso ieri mattina. Qualche minuto prima di essere arrestata, infatti, un telegramma l'aveva informata che t'attentato era stato rinviato. In sostanza, tutto lascia supporre che i maggiori responsabili siano riusciti a mettersi in salvo. Il capitano Itaulbon d'Arbamumont, arrestato con gli altri, è stato ritauteiato oggi perché ha dimostrato di essere estraneo ai fatti. E' stato pure rimesso in libertà il capitano veterinario Jacques Jàcquot. Rimangono dunque detenuti soltanto la Rousselot ed il Poinard. Gli arresti, compiuti prima che il piano criminale fosse messo in esecuzione, hanno naturalmente dato l'allarme ai congiurati, che sono riusaiti a mettersi in salvo. Nonostante l'estremo riserbo delle autorità, si sa infatti che alcuni civili e, soprattutto, alcuni militari sono improvvisamente scomparsi « vengono ora ri¬ cercati dai servizi di Pubblica Sicurezza. Sul modo come vennero scoperti i preparativi per l'attentato, si sa che una decina di giorni fa i servizi di sicurezza militare erano, stati messi al corrente da un sottufficiale addetto alla Scuola militare che un complotto era stato organizzato per sopprimere il Capo dello Stato. Il sottufficiale era sfato auvicinato dai congiurati, i quali gli avevano.chiesto la pianta dei locali e la sua complicità per far entrare un'arma automatica nell'interno della Scuola. Il servizio di sicurezza avvertiva immediatamente il ministero dell'Interno e, in particolare, l'Ufficio di collegamento, che raggruppa i rappresentanti dei diversi servizi di polizia, militari e civili, ed ha l'incarico di occuparsi di ogni affare riguardante le azioni sovversive e gli attentati alla sicurezza dello Stato. Fu allora compiuta una rapida indagine, dalla quale risultò che un certo numero di persone, in massima parte ufficiali in attività di servizio, avevano organizzato un attentato contro il generale De Gaulle. Giovedì mattina, il ministro dell'Interno, Roger Frey, andò dal primo ministro e -lo mise al corrente dei risultati dell'indagine. Si trattava allora di decidere se era più opportuno arrestare subito gli indiziati, oppure aspettare il momento in cui avrebbero messo in esecuzione il loro piano. Fu scelta la prima soluzione, per non mettere in pericolo la vita del Presidente della Repubblica, però in questo modo fu persa la possibilità di metter le mani su la boiteuse e sugli altri principali responsabili. Arrivate le cose a questo punto, la polizia deve ora rintracciare i latitanti, che pare siano stati quasi tutti identificati, benché non se ne comunichino i nomi Rimane tuttavia ancora incerto da chi ricevesse gli ordini Watin; pare però che ci siano ragioni per credere che il capo del complotto fosse l'ex colonnello Argoud, organizzatore sul plano terroristico dell'azione clandestina diretta dall'estero dall'ex presidente del Consiglio, Geor ges Bidault. Sandro Volta

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