Arrestato un rappresentante avrebbe truffato 400 milioni

Arrestato un rappresentante avrebbe truffato 400 milioni Arrestato un rappresentante avrebbe truffato 400 milioni Curava gli interessi di due ditte novaresi - Il giro d'affari era di oltre un miliardo (Nostro servizio particolare) Roma, 15 febbraio. I carabinieri del Nucleo di Polizia Giudiziaria di Roma hanno arrestato stamane il rappresentante di due ditte novaresi produttrici di riso: secondo l'accusa egli — in un giro di affari ammontante a I miliardo e 148 milioni — si sarebbe appropriato di circa 400 milioni. II rappresentante si chiama Ardito Tìevoli. E' nato 50 anni fa all'isola del Giglio. Marito di un'ex-cantante americana — la signora Cecilia Ardens, più anziana di lui — aveva abitato per lungo tempo un lussuoso appartamento al viale Parioli. Poi, quando ebbe la sensazione che qualcuno cominciasse a sorvegliare i suoi traffici e ad interessarsi attivamente alla vita che conduceva, decise di scomparire. II Tievoli, così, andò ad alloggiare in un appartamento preso in subaffitto in via San Valentino, nello stesso quartiere Parioli. Si tratta di una palazzina abitata da noti professionisti e personalità di rilievo. Ma la mimetizzazione l'ha salvato per poco tempo. Stamane i carabinieri l'hanno rintracciato, trasferendolo immediatamente a Regina Coell sotto l'accusa di truffa aggravata. Ardito Tievoli è un rappre¬ mimmmmmm mmmmimmii mini sentante di commercio. Nel-, l'ambiente lo consideravano un vero esperto del settore risiero. Dal '51 curava gli interessi in tutto il Lazio di due industrie del Novarese: le «Riserie Vespolate » e le « Riserie dei fratelli Colombo» di Terdobbiate. Le due ditte avevano tanta fiducia in lui da consentirgli di fare le rimesse di denaro a proprio piacimento. Il Tievoli procurava i cliènti, mandava alle ditte le comunicazioni, riscuoteva le 'somme in pagamento, le spediva di tanto in tanto alle aziende. Tutto procedette senza inciampi fino a quando la passione per il gioco — specie quello del cavalli — e il gusto del lusso cominciarono a ■ tradirlo. Il rappresentante finì per trovarsi scoperto. Possedeva però il denaro da inviare a Novara. Forse pensò che, dopo tutto, avrebbe potuto trattenerne una parte da reintegra¬ re appena le cose gli fossero andate meglio. Cominciò così nel novembre 1961. Da allora ad oggi, con un vertiginoso giro di affari, ha raggiunto l'ammanco di 400 milioni. Se sono vere le accuse che gli muovono gli inquirenti (il rappresentante si sarebbe protestato innocente) il «sistema» per compiere gli ammanchi era il seguente. Da una parte egli intascava il denaro che i clienti gli rimettevano perché lo facesse pervenire alle ditte di Novara. A queste, però, mandava soltanto piccole somme allo scopo di tacitarle. Forse dava la colpa ai clienti dicen do che essi non erano in grado di fare fronte subito ai paga menti. Dall'altra parte inviava alle ditte ordini su ordini per rilevanti quantitativi di riso. Una volta che il prodotto arrivava a Roma, lui lo rivendeva sottocosto per proprio conto a quattro grossisti con 1 quali pare fosse d'accordo e che i carabinieri avrebbero già individuato. Col ricavato di quelle partite di riso pareggiava in parte gli ammanchi. Via via le cose si complicavano. Il giro diventava tale che il Tievoli non riuscì più a districarsene. Pare sia ricorso agli usurai: questo non servi che ad aggravare la situazione. Siccome i conti non quadravano più, le due aziende di Novara decisero di vederci chiaro. Ne scaturì una,inchiesta amministrativa i cui risultati portarono a rivelare l'ammanco. Risultò anche che il giro di affari era stato di 872 milioni di lire per la società dei fratelli Colombo e circa 280 milioni per l'altra. I carabinieri iniziarono indagini che si sono protratte per oltre un mese nel più assoluto riserbo, sfociando que sta mattina nell'arresto su mandato di cattura spiccato dalla Procura della Repubblica. La denuncia è stata estesa ai quattro grossisti (non se ne fa ancora 11 nome) i quali acquistarono dal rappresentante riso sottocosto e lo rivendettero a prezzo abbondantemente maggiorato. Ardito Tievoli conduceva vita lussuosa. Aveva due auto, era elegantissimo e si serviva soltanto da sarti londinesi e parigini. Secondo quanto affermano i vicini di casa, da due giorni il Tievoli non si faceva vedere. Pensavano fosse partito in treno per un viaggio tanto più che la cGiulietta» era rimasta ferma, davanti al portone della palazzina. g.fr GIULIO DE BENEDETTI DIRETTORE RESPONSABILE EDITRICE LA STAMPA Ardito Tievoli, il rappresentante arrestato a Roma

Persone citate: Cecilia Ardens