Cordiale colloquio di Saragat con Kennedy alla Casa Bianca di Antonio Barolini

Cordiale colloquio di Saragat con Kennedy alla Casa Bianca Cordiale colloquio di Saragat con Kennedy alla Casa Bianca Il segretàrio del psdi ha illustrato ài Presidente la funzione dei socialdemocratici nella politica italiana - L'incontro di oltre un'ora - Saragat ospite del segretario di Stato (Dal nostro inviato speciale) Washington, 15 febbraio Ricevendo oggi alla « Casa Bianca > l'on. Saragat, il presidente Kennedy sapeva di ospitare non soltanto un leader dello schieramento politico democratico italiano, ma, probabilmente, la più rappresentativa personalità del socialismo democratico europeo. Lo ha dimostrato con la cordialità dell'accoglienza, l'imprevista lunghezza del colloquio arricchita da un .ampio scambio di punti di vista, la vastità del temi trattati. Il colloquio, avvenuto nello studio ovale del Presidente, è durato un'ora e cinque minuti. Si è svolto con l'aiuto dell'interprete. Il Presidente prese posto nella solita poltrona a dondolo, del gruppo di sedie e divani collocati davanti alla scrivania. Saragat gli era accanto. € Abbiamo parlato un po' di tutto — ci ha detto poi l'on. Saragat, visibilmente compiaciuto dell'esito dell'incontro. — Il colloquio è stato estremamente cordiale. Prima abbiamo trattato dei rapporti Italia e.America. Io ho illustrato al Presidente il quadro della situazione politica interna italiana. Il Presidente ha ascoi tato quanto gli ho esposto dimostrando la massima attenzione, astenendosi però da qualsiasi apprezzamento. Abbiamo quindi affrontato il problema dei rapporti Europa ed America. Questo scambio di vedute si è aperto e sviluppato su tutto l'orizzonte dei problemi internazionali. «Il Presidente mi ha esposto la posizione dell'America, confermando praticamente quel che si sa. Io ho potuto constatare e, a mia volta confermargli, che i miei punti di vista collimavano perfettamente con i suoi. E cioè: proseguimento e consolidamento della politi ca dell'Alleanza Atlantica, caposaldo della politica del socialismo democratico italiano Proseguimento delle trattative per l'inclusione anche dell'Inghilterra nel mercato Comu ne, senza creare turbamenti artificiosi e senza preconcetti e chiusure e rappresaglie nei riguardi delle resistenze europee al progetto. Esse sono di carattere contingente e temporaneo. Non possono essere che un episodio, un momento di remora nel logico processo degli- eventi storici in maturazio- ne, per l'inevitabile affermarsir), .fH>p...n«n ..nif/i-. di un'Europa unita >. Sembra che Saragat abbia dunque constatato abbastanza chiaramente (cosa emersa anche dalla conferenza stampa di Kennedy, ieri) che, superalo il momento della prima emozione polemica, gli Stati Uniti continuano a puntare sui valori positivi dell'unità a i , o o l o è . e a e a i . — a l i a d i , l a n o e i i i i e i - europea e dell'Alleanza occidentale, che ne è la premessa e il sostegno. Di conseguenza: opera dì sdrammatizzazione delle tensioni psicologiche intervenute dopo il fallimento della conferenza di Bruxelles e, al tempo stesso, fermezza sulle direttive, dalle quali gli Stati Uniti e l'Europa non possono derogare, senza venir meno all'essenza di una vera articolazione democratica nell'Europa del futuro. Va notato che, ieri, l'on. Saragat, in alcune dichiarazioni alla stampa, aveva precisamente sostenuto le stesse cose: che non si ha niente da guadagnare, denunciando la posizione di De Gaulie. La sola politica sensibile, per gli altri membri dell'Alleanza Occidentale, dopo Bruxelles, consiste nel lavorare ancor più duramente per conseguire il fine dell'unità politico-economica e militare che l'Europa si è prefissa. La chiave del successo, per questo obbiettivo, è nelle mani de gli Stati Uniti e della Gei-ma nia Occidentale. Gli Stati Uni ti, con la cooperazione delle altre potenze occidentali, hanno la forza per tenere unita l'Alleanza. La Germania di Bonn si trova in condizioni di dimostrare alla Francia che non ha niente da guadagnare seguendo la politica isolazio rùstica di De Gaulle. De Gaul le credeva di poter negoziare con l'Unione Sovietica la riu nificazione della Germania. Ma, almeno per l'immediato futuro, l'Unione Sovietica non appare per nulla preparata a questo genere di trattative. De Gaulle è certamente una grande personalità ma — a parere dell'on. Saragat — in questo caso sbaglia. L'Europa come terza forza, indipendente dall'America, non ha per ora ragione di essere. Il socialismo democratico è sempre stato e resta un deciso sostenitore dell'Alleanza Atlantica. Saragat, che è stato invitato in America per illustrare la posizione del suo partito nei riguardi dei rapporti Europa-America, ma anche della particolare situazione interna italiana e della funzione equilibratrice e di sutura dei socialisti democratici, in seno alla presente combinazione governativa, ha inoltre esposto brevemente ai giornalisti americani gli stessi punti di vista che oggi si può ritenere abbia illustrato anche al Presidente. Alle prossime elezioni l'on. i.Saragat ha detto di. prevedere !nn rnffnr7Bmpntn ripllp fnrze a a a a i e à un rafforzamento delle forze moderate che sostengono l'attuale Gabinetto Fanfani. Per quel che riguarda la piena acquisizione del socialismo nenniano alle strutture dell'attuale coalizione governativa, egli ha precisato che l'intera situazione progredisce lenta ma sicura: «E' un'operazione difficilissima — ha concluso — noi aiutiamo il psi a ricongiungersi con noi; ma sarebbe pericoloso aiutarli fino al punto di diventare noi sfessi neutrali. Essi debbono unirsi a noi con il chiaro presupposto di voler sostenere l'alleanza atlantica». Prima di iniziare la conversazione con l'ospite, il Presidente lo ha accompagnato sulla loggia sud della Casa Bianca, a farsi fotografare e a guardare il panorama sul giardino delle rose. Vi giocava, assistito dalla governante, il piccolo John. Ammessi anche noi giornalisti, alla presenza del Presidente, abbiamo notato che, sul tappeto ovaie dell'ufficio presidenziale, giaceva un ammaccatissimo giocattolo di bambini, un elicotterino, lasciato li, probabilmente, due minuti prima dal piccolo figlio del Presidente. Kennedy ha invitato l'on. Saragat nel suo ufficio a mezzogiorno. Saragat ha lasciato l'ufficio presidenziale pochi minuti dopo le 13. Si è quindi recato al Dipartimento dì Stato, dove era atteso, da Rusk, con il quale ha fatto colazione e conversato fin quasi alle tre e mezzo. Antonio Barolini