Il genero di De Gaulle ricostruisce l'attentato dell'Oas al generale

Il genero di De Gaulle ricostruisce l'attentato dell'Oas al generale Parlano I testimoni dell'accusa al processo di Parigi Il genero di De Gaulle ricostruisce l'attentato dell'Oas al generale Il colonnello De Boissieu, che era nell'auto presidenziale, ha affermato che i congiurati volevano uccidere il Capo dello Stato - «La canna del mitra - ha detto - era diretta sui passeggeri e non sulle gomme» (Nostro servizio particolare) Parigi, 13 febbraio. La tesi-di tutti gli imputati secondo la quale De Gauìle non doveva essere ucciso, ma soltanto preso e processato dinanzi a un'Alta Corte di Giustizia, è stata demolita oggi in udienza dalle testimonianze e dalle nuove indagini, compiute nella 'regione- in cui si troverebbe la villa dove il Presidente dèlia Repubblica doveva essere condotto. Là polizia ha oofijjij^qtjj^he la viUa^o^^^- mhno che'gli attentatóri non sparavano soltanto àlie ruote dell'automobile,'ma anche verso le persone che erano sulta macchina del generale. Particolarmente precisa è stata la testimonianza del colonnello Alain De Boissieu, genero del Presidente france se, il quale era seduto al fianco di De Gaulle nell'auto: « Ho visto sulla strada un uomo in tuta blu e con il mitra appog: giato sull'anca spararmi ad¬ dosso. La canna era -visibilmente diretta non sulle gomme ma sui passeggeri». Il teste ha pure smentito che al colonnello ■ Bastien-Thiry potesse essere stata comunicata, anche ap-, prossimativamente, l'ora della partenza del generale De Gaulle dal palazzo dell'Eliseo: neanch'egli, infatti, la sapeva. Quanto all'itinerario, lo indicò' lui stesso all'autista quando la macchina' era già uscita dal palazzo. Gli itinerari- possibili erano quattro. ripetuta -che gli- attentatóri ! tU ravano- sui passeggeri dell'automobile e non alle ruote, il colonnello De Boissieu ha dichiarato: € Dissi al generale De Gaulle di abbassarsi, ma non si mosse. Glielo ripetei mentre passavamo dinanzi ad una seconda macchina, e girandomi per la terza volta vidi l'auto dei sicari che ci seguiva mentre da essa si sparava. Domandai all'autista se poteva continuare e mi rispose di si. n Eppure le gomme puzzavano\di bruciato. Finalmente arri- ; vammo all'aeroporto di Villacoublay ». f Il presidente della Corte ha chiesto allora se il generale e la signora De Gaulle si abbassarono dopo che egli lo aveva chiesto per la seconda volta, e il colonnello De Boissieu ha risposto: « Il generale poco, mia suocera lo imitò dopo averlo consultato con uno sguardo ». Anche il commissario di polizia che interrogò gli. impuntati- Magade ' e Varga dopo ;il oro arrèsto, ha sostenuto ctiè contrariamente alle loro affermazioni durante il dibattimento confessarono allora di aver avuto l'incarico di assassinare il presidente della Repubblica Bono stati riletti i verbali degli interrogatori e quello di Maga de dice:' « Mi .fu detto che un attentato contro il presidente della Repubblica era stato progettato, ed ebbi paura: Ma mi dissero che i rischi erano minimi, essendo stato previsto tutto e che comunque bisognava abbatterlo per far trionfare le idee dei suoi nemici politici ». E il verbale relativo all'interrogato rio dell'imputato Varga: < Seppi che l'attentato mirava ad uccidere il capo dello Stato ed ebbi un po' di paura, ma alla fine accettai di parteciparvi ». 71 romanzo giallo imbastito dal colonnello Bastien-Thiry per sostenere che voleva soltanto far prigioniero il generale De Gaulle, non ha resistito alle prove contrarie, e gli psichiatri sono stati poi unanimi nel dichiarare sani di mente e completamente responsabili gli attentatori, pur ammettendo che possano essere stati influenzati dal loro passato in seno all'esercito, oppure da certi concetti di un'antica Francia monarchica. Il Commissario Maurice Bouvier, che dirige la P<>/J**a I criminale, ha messo in eviden-1za tuttavia la facilità con cui gli uomini dell'Oas, quando sono arrestati, confessano ciò che hanno fatto e denunciano i loro complici. Magade fu il primo ad essere arrestato, per caso, ad uno sbarramento predisposto dalla gendarmeria in un paesetto,dél Centro, e nessuno lo sospettava. Fu constatato soltanto che era un disertore ed il brigadiere gli disse quasi scherzando: <~Non era mica a Petit Clamarti ». Kon fu poco Stupito quando si senti rispondere: «Sì, che c'ero-». E-i il Magade si mise subito a parlare, denunciando dodici persone, le quali, a mano a mano che venivano arrestate, ne denunciarono altre, indicando anche i luoghi in cui avevano trovato rifugio per nascondersi. Una persona sola, il comandante Niaux, si tolse la vita in prigione per paura di essere costretto a fare rivelazioni. Stasera la Camera ha approvato, con 871 voti contro no e 26 astensioni un progetto di legge per prolungare l'esistenza della Corte militare di Giustizia — che doveva cessare il 24 febbraio — finché non saranno stati processati anche gli imputati latitanti. I deputati avevano ricevuto una lettera con l'intestazione del con sigilo nazionale della resistenza (Oas) in cui è detto che questo consiglio starà attento al loro modo di votare; e quaranta — che sono avvocati di professione — avevano ricevuto pure la copia della mozione votata dal loro Consiglio dell'Ordine con la quale viene chiesto che sia istituita la possibilità di ricorso in Cassazione anche per le sentenze pronunciate dalla Corte militare. Un emendamento in questo senso, però, è stato respinto. L. Mannucci smdddsdctrtèss

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