La Russia protesta con Bonn e Parigi per la firma del trattato di alleanza di Enzo Bettiza

La Russia protesta con Bonn e Parigi per la firma del trattato di alleanza La Russia protesta con Bonn e Parigi per la firma del trattato di alleanza Due note diverse consegnate dal ministro Gromyko agli ambasciatori di Francia e Germania occidentale -1 documenti non ancora pubblicati - Secondo indiscrezioni, il Cremlino ricorderebbe a De Gaulle i "rischi" d'un'avventura con i tedeschi - Il timore dei sovietici sembra uno solo: che Bonn ottenga anni atomiche dai francesi (Dal nostro corrispondente) Mosca, 5 febbraio. Stamattina fra le 11 e mezzogiorno Gromyko ha convocate, uno dopo l'altro, al ministero degli esteri, gli ambasciatori di Parigi e di Bonn, rispettivamente Dejean e Groepper, e ha consegnato lorc due note distinte che affrontano, però, lo stesso argomento: il recente accordo di collaborazione stipulato dalla Francia e dalla Germania Occidentale. I testi, sul cui contenuto le ambasciate interessate mantengono il più geloso riserbo, sono lunghissimi e aspri nel tono e nella sostanza: per i tedeschi non è una novità, ma 1 francesi non ricevevano, da lungo tempo, un documento, altrettanto energico da parte del governo sovietico. Nell'atto di questa sua presa di posizione, Mo¬ a a i è n sca chiarisce, dopo un periodo di fumose esitazioni, un po' meglio il proprio atteggiamen to .sugli ultimi sviluppi della crisi europea La nota consegnata alla Francia viene considerata una < protesta » per la politica gollista volta alla creazione di un «asse» con Bonn, mentre quella inviata alla Germania è definita un «minaccioso avvertimento» per le :; mire soprattutto militari che, secondo Mosca, avrebbero' spinto Adenauer a Armare l'alleanza con Parigi. Il -massimo d'indiscrezione, cui si sonò lasciati andare gli ambienti 'diplomatici germanici, sembra diretto, soprattutto, ad arginare un eccesso di speculazioni circa una probabile differenziazione nel contenuto delle due note, che nei loro tratti fondamentali, secondo l'ambasciata te- desca, sarebbero invece «pressoché identiche». Su tale supposta identicità non concordano, però, del tutto le voci raccolte negli ambienti francesi: nel documento destinato da Kruscev a De Gaulle acquisterebbero rilievo, nel fiume della protesta, sfumature, omissioni, spiragli completamente assenti, Invece, nell'ammonimento indirizzato ad Adenauer. Di più: nella nota ai francesi largo spazio sarebbe statò riservato alla polemica anti-germanica, in modo quasi da preavvertire .De Gaulle,, alleato della Russia nella guerra al nazismo, che i rischi oggi insiti nella sua avventurosa politica potrebbero un giorno ritorcersi nuovamente contro la Francia stessa Nessuno esclude che la vivace reazione sovietica all'avvicinamento franco - tedesco contenga gli ingredienti adatti per inserire, nella crisi europea ed a più vasto raggio in quella atlantica, un ulteriore elemento di confusione; ma nemmeno si elude la presenza, nella mossa, dì una reale preoccupazione russa per gli sviluppi pericolosi che l'alleanza Parigi-Bonn potrebbe avere a lunga scadenza nell'equilibrio di potenza in campo atomico oggi esistente. Che Adenauer possa, con l'aiuto di De Gaulle, assicurare alla Bundeswehr quel riarmo termonucleare autonomo che Strauss non riusci ad ottenere da Kennedy, è un dato di cui oggi Kruscev tiene, obbiettivamente, conto. Indiscrezioni di fonte francese rinviano, in merito, alla lettura dell'ultimo numero di Temps nouveaux, la rivista di politica internazionale che si stampa a Mosca in lingua francese: se non la lettera, ri teniamo che lo spirito di certe argomentazioni esposte dalla rivista non' si allontani molto da alcuni temi contenuti nel la protesta consegnata oggi all'ambasciatore Dejean. Il saggio sulla «crisi dell'atlantismo » firmato dall'osservatore Isaac Ermachev, parte dalla premessa che l'Eu ropa occidentale nell'insieme, e la Francia in particolare, hanno superato ormai largamente il livello economico del 1949, data di nascita della Na to. I principali alleati europei degli Stati Uniti sono diven tati, oggi, concorrenti del ca pitalismo americano: la Fran Icia ha voluto marcare il suo rcsmtcmdtclmm o riscatto dalle ipoteche americane con la spettacolare decisione di estinguere, molto pri-. ma della scadenza fissata al termine del 1980, il suo debito con il Piano Marshall. Il primo atto concreto di indipendenza dagli Stati Uniti è star to, per De Gaulle, il ponte lanciato verso Bonn. Per accattivarsi il nuovo alleato egli gioca pericolosamente con le sue velleità atomiche: «Bonn si è ormai impegnata a fondo nella via della collaborazione militare .con la Francia e molto è stato già fatto per preparare in Germania Occidentale la produzione degli elementi-chiave dell'armamento nucleare: idrogeno, litio 6, uranio, missili». Temps Nouveaux mette, fra le righe, in guardia la Francia dal prevalere di una potenza militare germanica nell'c asse », e più apertamente anche l'avverte che, permanendo sempre a Bonn una corrente filo-americana non meno forte di quella filo-francese, può accadere che l'alleato, da un momento all'altro, le volga le spalle. «Il giorno in cui Bonn avrà la convinzione che i suoi amici d'oltre Oceano sono pronti a farle nuove concessioni per l'equipaggiamento atomico della Bundeswehr, essa abbandonerà il partner francese al suo triste destino; trovandosi nella posizione vantaggiosa del terzo ladrone, Bonn non mancherà di tirare al proprio mulino l'utile massimo della querelle atlantica». In forma più diplomatica, gli stessi argomenti possono trovarsi fra le righe della protesta inoltrata a De Gaulle: del resto Dejean, prima di lasciare il ministero degli Esteri, è rimasto a parlare per quasi tre quarti d'ora con Gromyko, il quale può avere ricalcato, in maniera anche più diretta, le osservazioni ufficiose della rivista Va sottolineato, infine, il persistente silenzio, anzi,' riguardo, che regna sempre nella stampa sovietica sulla figura di De Gaulle: neanche in questi ultimi tempi è stato dato di leggere un attacco personale contro di lui; al contrario di quanto avviene per Adenauer, aggredito di continuo negli articoli e nelle feroci caricature, non s'attacca mai il generale francese nella sua vita, pur criticando, ma sempre con perplessità, la sua politica Enzo Bettiza