I ribassi nelle nostre Borse e le ragioni dei risparmiatori di Ferdinando Di Fenizio

I ribassi nelle nostre Borse e le ragioni dei risparmiatori I ribassi nelle nostre Borse e le ragioni dei risparmiatori Le nostre Autorità monetarie conducono da mesi una complessa azione per diminuire il costo del capitale in Italia. E questa politica proprio di recente ha avuto le sue manifestazioni più vistose. I corsi dei titoli a reddito fisso sono di conseguenza aumentati. Perché allora le azioni toccano minimi inattesi, proprio in questi giorni? Per una serie di motivi, che-vogliamo classificare in borsistici, economico-aziendali, finanziari, infine politici. Mai la parola « congiuntura », sottratta all'astronomia, fu usata in modo più appropriato. Si tratta purtroppo però del congiungersi di fattori negativi. I motivi che abbiamo detto, faute de mieux, bersi stici sono noti e connessi all'entrata in vigore della Cedolare. La prossima distribuzione di dividendi da rà modo al Fisco di rilevare i nomi degli-azionisti Gli evasori (parecchi, a quanto sembra, per l'infelioe funzionamento dello schedario) si trovano pertanto di fronte a questa alternativa: usufruire delle sanatorie concesse, per re golarizzare le omesse de nunce, relative al passato, metterdosi in regola in oc casione della prossima compilazione del modulo Vanoni. Oppure vendere i loro titoli. Parecchi hanno scelto questa via. I corsi ne risentono. E' vero che è stata riammessa in Borsa la contrattazione a -termine. Ma questa agevolazione è un'arma a doppio taglio. Permette movimenti speculativi, ampi, sia al rialzo che ài ribasso, à seconda dell'orientamento di fondo dei mercato. Lo sperare, come taluni facevano, che le contrattazioni a termine avrebbero agito soltanto quale fattore rialzista, significava ancorare previsioni ad una falsa analogia. * * qso * * Se questi motivi (borsistici) sono transitori a breve scadenza (quantunque si dovrebbe riflettere sull'op portunità di stimolare il sorgere in Italia di società di investimento, le quali distribuiscono i rischi per i risparmiatori e con la loro politica avveduta costituì scono un freno a movimen ti troppo pronunciati nei corsi) altri fattori economico-aziendali possono preoccupare. Giorni fa, esponendo le prime cifre, tratte dal bilancio economico nazionale per il '62, si è visto come di gran lunga la maggior parte (87 per cento) del maggjor reddito, avutosi negli ultimi mesi, sia stata destinata alle remunerazioni sa lariali, così che tutti gli al tri fattori produttivi furo no scarsamente remunerati. Ora, taluno argomenta: se questo si constata badando al sistema nel suo complesso, lo stesso si troverà a livello aziendale. Il ragionamento regge solo fino ad un certo punto, poiché il più delle imprese accantona, profitti ne gli anni di prosperità, per distribuirli in quelli di magra. In Borsa tuttavia si te mono riduzioni nei dividendi. I corsi delle azioni (a differenza di quelli dei ti toli a reddito fisso) ne risentono. E ciò tanto più, che troppo ottimistico lo sperare nell'allentarsi della dura morsa in cui sono venute a trovarsi molte imprese italiane nei '62: fra costi del lavoro in forte aumento < prezzi dei prodotti finali cai mierati da una più rigorosa concorrenza internazionale. Negli ultimi giorni, ad esem' pio, la scala mobile ebbe uno scatto di ben tre punti pel trimestre febbraio-aprile '63. La massa salariale che negli ultimi dodici mesi si è accresciuta idieci punti) d'una trentina di miliardi, aumenta di 7.2 miliardi di lire in seguito a quest'ulti- ma variazione. Ne risentono le prospettive di utili ancheper il '63. Tanto più che a e e questo rigido inverno accresce le quotazioni degli ortofrutticoli ed aggrava, le preoccupazioni di nuovi aumenti, attraverso la concatenazione prezzi salari. * * E veniamo ai fattori finanziari dei ribassi in Borsa. Come si presenti, dopo mesi di intense riforme, il preventivo dello Stato per il '63-'64, abbiamo visto giorni fa. Preoccupa in particolar modo l'alto costo relativo dei pubblici impiegati e l'inusitato incremento delle spese cui dovrà adattarsi il livello delle entrate. Ebbene, quel preoccupante documento non era forse ancora stato sfogliato dai più dei parlamentari, che le Camere prima di essere sciolte approvarono nuovi disegni di legge, causanti altri oneri per più di 100 miliardi di lire. Vi. è da essere disorientati. Così dunque si amministra il pubblico denaro, da parte dell'istituto parlamentare, che dovrebbe esprimere innanzitutto i fer mi desideri collettivi verso un ordinato ed equilibrato sviluppo? La Borsa manifesta una delusione pressoché generale. Ultime, tra i fattori di incertezza (e quindi di ribasso delle azioni) le preoccupazioni politiche. Non saranno molti che pensano a De Gaulle; ed al futuro del Mercato comune, oppure all'Occidente, considerato come un tutto. Ma parecchi porgono l'orecchio alle prime avvisaglie d'una competizione elettorale che si dipanerà nei prossimi mesi. Cercano invano accenti di lode al risparmio; promesse d'una sua tutèla; propositi di moneta a potere di acquisi costante; desideri di finanza sana e sorvegliata. Si ripetono invece motivi rei ati e antichi che accentuano il desiderio di distribuire il risparmio al¬ tszptrtnsm n trui, piuttosto che il proposito di stimolare la formazione d'un risparmio prò prio. Di questo passo, pertanto, dove si andrà' a finire? si chiedono i risparmiatori. Nel dubbio, si tengono i loro soldi e non acquistano azioni. Concludiamo. I risparmiatori probabilmente esagerano, nel loro attuale pessimismo, verso impieghi in azioni. La storia si ripete, durante, ogni movimento d'opinione, destato da fattori cumulativi. Del resto, il maggior onere fi scale sulle azioni desterà, in parte, traslazioni di tri bufi, per aumenti nei dividendi cui saranno indotte le imprese più desiderose di capitali. Alcune inferenze, destate da ragionameli ti nel sistema economico, verranno corrette quando riferite a singole aziende, Ancora: l'aumento dei prezzi, alla lunga, non gioche rà soltanto contro le quotazioni azionarie; e cosi via Sembra tuttavia innegabile che questo attuale senso di sfiducia sia in parte dovuto ad elementi che, in una società ben ordinata potrebbero facilmente esse re eliminati od attenuati. Ebbene, si dovrebbe cercare di farlo, perché un buon funzionamento delle Borse è legato strettamen te, in una economia di mercato, ai fenomeni d'investimento e di sviluppo. Ferdinando di Fenizio

Persone citate: De Gaulle, Vanoni

Luoghi citati: Italia