Brigadiere di polizia sgozzato al cinema da uno spettatore impazzito all'improvviso

Brigadiere di polizia sgozzato al cinema da uno spettatore impazzito all'improvviso L'allucinante delitto In una cittadina presso Palermo Brigadiere di polizia sgozzato al cinema da uno spettatore impazzito all'improvviso La vittima aveva 48 anni ed assisteva al film con la sua bimba - Nel buio, la piccola ha visto un braccio armato di coltello abbattersi sul padre e ha gridato aiuto - L'assassino è stato bloccato dal commissario di P. S. che si trovava in sala E' un fabbro di 34 anni - «La testa non mi funziona bene» ha detto il folle, «avrei dovuto morire il giorno che sono nato» (Dal nostro corrispondente) Palermo, 4 febbraio. Un brigadiere di Pubblica Sicurezza che era andato al cinema con la figlia, è stato sgozzato mentre assistevo al film da uno spettatore, colto all'improvviso da un accesso di follia omicida. La vittima è il sottufficiale Giovanni Catalano, di 48 anni; l'assassino, il fabbroferraio Vincenzo Giordano, di Si, celibe. Egli è stato arrestato qualche minuto dopo il delitto. L'agghiacciante dramma si è svolto (ti pochi secondi,-subito dopo l'intervallo tra ti secondo e il terzo tempo dello spettacolo. Il delitto è stato compiuto a Lercara Friddi, un centro di li mila abitanti, in provincia di Palermo, al cinema Ideai, che sorge proprio all'inizio del paese. Verso le lèflO, nell'angusto locale era stata accésa la luce per l'intervallo fra il secondo e ti terzo tempo del film. Maciste nella terra dei Ciclopi. Nella penultima fila della galleria sedevano il brigadiere Catalano e sua figlia Gina, di 1S anni. Essi occupavano i primi due sedili del settore di destra. Il sottufficiale era in divisa e durante lo spettacolo spiegava la trama del film alla bambina, a bassa voce. Nella fila davanti a lui sedevano il tenente dei carabinieri, Giuseppe Molino, e il commissario di P. 8., dott. Antonino Zummq. In una poltroncina dell'ultima fila aveva preso posto il fabbro Giordano, che sedeva proprio^ dietro la figlia del sottufficiale. Spentesi le luci, iniziava il terzo tempo del film. Il brigadiere stringeva la manina della sua bimba e di quando in quando si chinava su di lei per illustrarle una scena. Ad un tratto si udivano delle grida disperate: «Papi/ papd.'.. Aiuto/ papàt... ». Ginetta Catalano aveva visto un braccio circondare la testa del padre e quindi una mano armata di una lama luccicante affondarsi nel collo del genitore. Le urla della bimba echeggiavano nella sala. Tutti si levavano in piedi gridando che venisse accesa la luce. Qualcuno, preso dal panico, si gettava verso l'uscita. Il tenente Molino e il dottor Zummo impugnavano le pistole e nel bagliore incerto del proiettore ancora in funzione, il commissario scorgeva un uomo che si alzava, barcollava e cadeva pesantemente dietro l'ultima fila di poltrone, mentre un altro individuo si allontanava correndo lungo il muro perimetrale del cinema. Il commissario lo inseguiva mentre dall'altra parte della sala alcuni agenti e carabinieri in servizio accorrevano verso il fondo del locale. Il dott. Zummo, raggiunto l'individuo che fuggiva, lo afferrava. Uno degli-agenti gridava al funzionario: « Attenzione, dottore, ha il coltello ». Mentre la luce inondava la sala, il tenente dei carabinieri Molino soccorreva il brigadiere Catalano rantolante, lo sol levava da terra e se lo carica va sulle spalle avviandosi ver so l'uscita del cinema. Il dottor Zummo aveva già immobilizzato l'assassino, spingendolo con le epalle contro il muro. Am All'ingiunzione di gettare l'ar ma, Vincenzo Giordano ubbidiva subito. Lasciato cadere il coltello, il folle alzava le mani e si arrendeva agli agenti, che lo ammanettavano e lo conducevano al commissariato. . Nel frattertpo, il tenente Mo lino a bordò di .un'auto aveva raggiunto l'ospedale, con il ferito. Il brigadiere Catalano veniva affidato alle Cure dei sanitari ma non c'era più nulla da fare. Il sottufficiale era già spirato. La sua salma veniva trasferita nella camera mortuaria del nosocomio. L'omicida veniva subito interrogato nei locali del commissariato di P. B. Vincenzo Giordano, ancora in predo al l'accesso di follia, balbettava qualche frase tentando di giustificarsi: « La testa non mi ha funzionato bene. Avrei dovuto morire il giorno in cui sono nato. La festa più grande è quando si muore ». Poi biascicava: « Ma perché non mi sono rotto le gambe sulle scale del cinema! ». Il commissario gli diceva che il brigadiere era morto ma Vincenzo Giordano non batteva ciglio. Un funzionario chiedeva al folle se il coltello a serramanico usato per sgozzare il sottufficiale egli lo portasse di solito indosso ma t'assassino rispondeva di no: « Ho preso il coltello in casa prima di andare al cinema ». L'arma, un coltello a molla, e stata sequestrata: era ancora intrisa di sangue. Il vecchio padre del folle ha riferito al carabinieri che suo figlio non è sano di mente. Di recente il Giordano era stato sottoposto a visita medica da parte di alcuni sanitari di Pa IIIIIIIMIMIII1I1II1II11IIIIII1IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII1II termo. E' probabile che il giovane venga inviato in osservar1 al manicomio di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). t. d. Da sinistra: la vittima, il brigadiere Giovanni Oatalano di 48 anni; l'assassino, Vincenzo Giordano, di 34 (Tel.) i umilimi immillili

Luoghi citati: Barcellona Pozzo Di Gotto, Lercara Friddi, Messina, Palermo