Giovani pittori «figurativi»

Giovani pittori «figurativi» ARTI £>JD ARTISTI Giovani pittori «figurativi» C'è una tendenza critica a dare per scontata l'innegabile convinzione di molti giovani nel « figurare » il mondo con forme oggettivamente riconoscibili (paesaggi, persone, oggetti), sostenendo con un piglio di sufficienza che la polemica dell'opposizione fra figuratività ed astrazione è da gran tempo superata, in quanto ogni opera d'arte autentica astrae sempre soggettivamente dalla realtà, e non si può quindi parlare di arte « figurativa » e di arte « astratta », ma soltanto di « arte > tout court, da giudicare nei termini di poesia e non poesia. Sembra che tale critica voglia crearsi fin d'ora un alibi per quanto probabilmente, e presto, avverrà in pittura e scultura: in modo da presentare come « arretrata » l'altra critica che ancora insiste- sulla distinzione. E' una prospettiva che, riferita ad alcune poetiche modernissime (Cubismo, Espressionismo, Surrealismo, ecc.), ha qualche base valida. Ma se appena ci si eposta dalla contem¬ poraneità, si constata che storicamente è inaccettabile. Come misurare con lo stesso metro « poetico » un Concetto spaziale di Fontana (due tagli in un cartone verniciato) e la Scuola d'Atene di Raffaello, giudicata la più tipica composizione spaziale della Rinascenza? Ed adottare la stessa misura per l'olandese Rembrandt e per l'olandese Bram van Velde? Come non vedere che non si tratta soltanto.di diverse concezioni artistiche, ma anzitutto di due concezioni opposte della vita? di due visioni diverse del mondo? Comunque, di giovani 1 quali, in un modo o nell'altro, si sentono più vicini spiritualmente a Raffaello o a Rembrandt che non a Fontana, o a van Velde, ce n'è ormai "di nuovo molti. Ecco per esempio, alla galleria € Viotti », con la sua prima mostra personale torinese, il fiorentino Paolo Frosecchi, ch'è al dì sotto del quarant'anni. Luigi Carlucclo, sul catalogo, scrive che per lui, toscano d'origi- ne e di cultura, « la parola astrazione ha 11 significato antico di mediazione tra esperienza e intelletto ». Noi vediamo nella sua chiara, umanissima pittura, persone vive che si direbbero affettuosamente pensate nella calda cerchia domestica, in atteggiamenti familiari, sciolte da una problematica puramente di c Iinc"2gflo >. E ciò, al momento presente — "he è momento di crisi — ci sembra anche più importante del riferimenti stilistici a Melll, a Pirandello, al francese Vlllon, del resto evidenti; e diclamo: coraggio! questa è la buona strada. Poi, naturalmente, interviene la qualità pittorica a definire il fatto plastico: la luce tagliente, incidente, la grana pulita del colore, la tenerezza, persino eccessiva, delle tinte. Se ci spostiamo alla galleria < Caver >, troviamo un altro giovane, il veneto Adriano Pavan (trent'anni), che Mario Portalupi in una recente monografia ha chiamato « il pittore del Piave ». Ampi paesaggi della Bassa Veneta, ritagliati in una atmosfera trasparente, tersissima (certi sfondi rammentano la « pulizia » troppo cristallina del vecchio Vagagglnl), ch'è la vera protagonista del quadro. Gli orizzonti sconfinano in una vastità luminosa, mentre 11 fulcro della composizione è avanzato in primo piano, con forme talvolta geometricamente sfaccettate, sostenute da forti contrasti tonali in zone larghe di colore. Una natura per lo più deserta, sulla quale Incombe l'alto silenzio delle acque di lenta corrente. E ciò che piace nel Pavan è la sua Immedesimazione sentimentale in codesto tipo di paesaggio, che i pittori veneti .del Settecento animavano Invece di episodi vìvaci. Anche più giovane Carla Cosola, che espone 18 dipinti alla c Cassiopea », nature morte e qualche marina. Certi suol grigi finemente armonizzati col bruni, col delicati azzurri, la sua semplificazione formale che tende a una rigorosa sintesi di rappresentazione, ci richiamano al gusto di certe brave allieve di Casorati verso 11 1930. Con questa sua prima personale, dopo le presenze In mostre collettive torinesi, la Cosola si palesa pittrice studiosa, riflessiva. Un poco più anziano, ma ancora in età verde. Emilio Scarsi dipinge con una cosi appassionata adesione al tema naturalistico che 1 suol paesaggi riescono un fedelissimo ritratto del motivo le cui componenti oggettive e variazioni stagionali son rese con fedeltà assoluta, ma anche con un sottile senso Interpretativo. Ne fa fede la sua mostra al < Circolo Ligure » nel solenne Palazzo Paesana; e la sua vena schietta, che fluisce nel solco della tradizione ottocentesca piemontese giungendo fino agli esempi d'un Valinotti e d'un Man zone, merita attenzione e lode. mar. ber.

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