E' un errore cercar di potenziare con mezzi empirici i motori di serie

E' un errore cercar di potenziare con mezzi empirici i motori di serie E' un errore cercar di potenziare con mezzi empirici i motori di serie Le «truccature» improvvisate logorano rapidamente le parti meccaniche' senza dare rilevanti miglioramenti nelle prestazioni - E vanno a scapito della sicurezza Il diffondersi delle autostrade, l'aumento impressionante nell'intensità del traffico, hanno portato alla esigenza da parte degli automobilisti di disporre di macchine fornite di sempre maggiori doti di ripresa, in grado di sviluppare più elevate velocità. Questa esigenza, assai logica, e facilitata dai progressi tecnico-costruttivi, dovrebbe naturalmente porr tare ad un aumento delle potenze dei motori e, di conseguenza, ad un aumento delie cilindrate. Ma è proprio su questo ultimo punto che 1 costruttori italiani si trovano dinanzi alle prime difficoltà. Infatti vige In Italia un sistema di tassazione che colpisce duramente i possessori di vetture di elevata cilindrata e.pertanto, considerando anche Te levato prezzo della benzina, 1 costruttori si trovano nella necessità, per allargare la sfera delle vendite, di offrire sul mercato specialmente vetture di piccola e media cilindrata che si avvicinino il massimo possibile a quelle che sono le attuali esigenze degli automobilisti. Ne consegue che i laboratori tecnici e di esperienza delle Case costruttrici sono costantemente alla ricerca di realizzazioni che consentano di conciliare le opposte necessità di motori di limitata cilindrata e basso consumo di carburante, ma dotati della più elevata potenza possibile. Il problema riguarda però l'autentica <manìa» di tanti, troppi, automobilisti che pretendono di esasperare le possibilità della propria vettura al fine di ottenere da essa prestazioni superiori. Questa «manìa»; ;:che può ..essere giustlft catar per "quanti-si ueaièànc*o si vogliono dedicare ad una attività sportiva, deriva diretta mente da quello spirito agonistico e competitivo, da quel desiderio individualistico di «di stinguersi» e di farsi ammirare, che è insito nell'animo di molti di noi, automobilisti e no. In campo motoristico, questa particolare mentalità si è andata moltiplicando a dismisura, dando origine ad un fenomeno che merita di essere attentamente seguito tanto nel suol aspetti positivi quanto in quelli negativi. Il larghissimo diffondersi dell'automobilismo ha per- forza di cose portato al volante milioni di persone di cui solo una minima parte è effettivamente dotata di tutti quei requisiti fisici, psichici, morali e tecnici, indispensabili per valutare esattamente le proprie possibilità; per adeguare il proprio comportamento alle reali esigenze, mutevolissime, del traffico; per dominare In qualsiasi fràngente il proprio mezzo e per non rappresentare In ogni momento un pericolo per sé e per gli altri. Oggi noi vediamo troppi giovani che appena conseguita ta patente di guida si gettano a capofitto sulle strade, preoccupati solo di sfogare in qualche, modo il loro naturale istinto di «distinguersi», di provare e far provare forti emozioni, senza minimamente rendersi conto che l'arte della guida non la si apprende con poche ore di esercitazione, e che proprio quando si è presa un po' di confidenza con il mezzo meccanico, maggiore si fa il pericolo. E non soltanto 1 giovani; anche gente che avrebbe dovuto raggiungere con il passare degli anni maggiore coscienza e senso di responsabilità, si abbandona al richiamo della velocità con uno slancio degno di miglior causa. A tutti questi automobilisti non basta più quanto la mac china, piccola o media, è in grado di dare; essi vogliono e pretendono dalle loro vetture prestazioni superiori e per ottenerle si ingegnano in trasformazioni, in « truccature » che, se fatte empiricamente, non ottengono, nella migliore delle ipotesi, che la più rapida usura della loro vettura e un maggior costo di esercizio, di fronte a un miglioramento delle prestazioni assolutamente irrilevante. Le Case costruttrici tendono a fornire ai loro clienti macchine sovente già al limite delle prestazioni, con organi meccanici espressamente calcolati per determinate sollecitazioni, con margini di sicurezza beh definiti, anche se i progettisti presuppongono che il futuro cliente non sempre faccia della vettura un uso «normale ». Bisognerebbe che i «patiti» della velocità si convincessero che,, desiderando maggiori prestazioni, è assai più conveniènte, e non solo dal punto di vista economico, passare a vetture di classe superiore, calcolate per altre sollecitazioni, e quindi più sicure, C. Z. Sa

Luoghi citati: Italia