Il film proibito "L'ape regina,, proiettato a Napoli dai gesuiti

Il film proibito "L'ape regina,, proiettato a Napoli dai gesuiti Il film proibito "L'ape regina,, proiettato a Napoli dai gesuiti Giudici e religiosi, invitati alia visione privata, hanno respinto il verdetto della censura • «La pellicola non è immorale», afferma un sacerdote (Dal nostro corrispondente) Napoli, 1 febbraio. Il film «L'ape regina» con Ugo Tognazzi e Marina Vlady, . vietato definitivamente dalla Commissione di appello della censura, è stato proiettato integralmente dal padri gesuiti di Napoli, sia pure In visione privata, al Centro cinematografico «Gustavo Lombardo» (è il padre del produttore Goffredo, che ieri si era dimesso in segno di protesta contro quella decisione) L'iniziativa, che potrebbe determinare conseguenze giudiziarie- penali come nel caso del sindaco Giorgio La Pira per «Non uccidere», è dovuta ad alcuni esponenti del Sindacato giornalisti cinematografici. La proiezione aveva lo scopo di accertare, attraverso il giudizio di spettatori di un certo livello culturale, se veramente 11 verdetto pronunciato fosse condiviso da un settore dell'opinione pubblica. Alla programmazione assistevano il direttore del Centro « Gustavo Lombardo » padre Mario Casolare esperto di problemi cinematografici, il Superiore dei gesuiti Fernando Castelli, critico letterario, e padre Carmine Marone. Erano inoltre presenti il regista de «L'ape regina», Marco Ferreri, vari giornalisti e magistrati tra cui il Procuratore aggiunto della Repubblica Vittorio Sbordone e i Sostituti Procuratori Raffaele Bertoni, Ivan Montone.. Umberto Castaldi e Pasquale Casotti. I presenti hanno ritenuto all'unanimità che la motivazione da parte della censura sia stata « ingiustificata », 'come ha dichiarato il Procuratore aggiunto Vittorio Sborbone. «Se a tutti i costi dovessimo trovare degli addebiti in materia morale — ha detto il magistrato — dovremmo solo dire onestamente che il film è una difesa della vera moralità». Il sostituto Bertoni ha dichiarato: «Nel film non vi è né offesa alla famiglia né alla relì gione. L'errore della Commis sione di censura è stato di non cogliere il lato caricaturale del lavoro». E il sostituto Castaldi: «Bastava il taglio di alcuni metri di pellicola per qualche scena un poco più audace. Ma nel film non vi è nulla di offensivo a meno che non si voglia ritenere tale la critica a talune menzogne convenziona- 11 II 11 M1111 11111 11111111111111111111111111H 11. E' anzi lodevole il. prevalere dell'amore materno,'su quello coniugale. Circa le/critiche alla religione esse possono allarmare un censore bigotto, non chi sa quali sonò i veri valori del fenomeno religioso». Ivan Montone: « Il provvedimento di censura è assurdo e inspiegabile ». Il dibattito è stato riassunto dal padre Oasolaro, che ha escluso «qualsiasi attacco del film al matrimonio e al vero sentimento religioso ». ' cg,

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