Quasi due miliardi di dollari investiti nel '62 in Europa da imprese americane

Quasi due miliardi di dollari investiti nel '62 in Europa da imprese americane Quasi due miliardi di dollari investiti nel '62 in Europa da imprese americane La somma (pari a circa 1200 miliardi di lire) è il doppio di quella impiegata nel 1959 Il totale degli investimenti privati degli Stati Uniti all'estero è valutato oggi 60 miliardi di dollari - L'Italia tra i Paesi che vedono con favore l'afflusso di capitali stranieri (Nostro servizio particolare) New Vork, 31 gennaio. Oli investimenti all'estero di Società private degli Stati Uniti hanno raggiunto alla fine del 196S un valore di circa 60 miliardi di dollari (oltre 37 mila miliardi di lire). Lo afferma, nel suo numero di gennaio, la rivista The Exchange, precisando che durante l'anno scorso gli impieghi di capitali all'estero in impianti industriali, da parte di imprese private americane, possono essere calcolati pari a 4,8 miliàrdrm'dollari, con-" tro 4,2 miliardi nel 1061. Se a9li investimenti privati xi #Y/T/Tftf*,/Tn*f/l Sfolli aggiungono quelli pubblici, gli investimenti degli Stati Uniti all'estero superano largamente gli 80 miliardi di dollari, considerando che le statistiche ufficiali davano già", alla fine del 1961, un totale di 77 miliardi di dollari. « L'Europa — aggiunge The Exchange — è stata oggetto di particolare attenzione da parte degli imprenditori degli Stati Uniti. Si valuta in 18 miliardi di dollari (quasi 1200 miliardi di lire) l'ammontare dei capitali americani investiti in Europa durante il 1962, il doppio esatto del 1959, quando gli impieghi raggiunsero circa 900 milioni di dollari. La produzione delle filiali, europee delle Società americane raggiunse nel 1961 un valore di 10,7 miliardi di dollari, ciò che rappresentava un incremento dèi 70 per cento rispetto al 19S7 ». La produzione delle filiali britanniche rappresentò quasi la metà di questa somma, e precisamente 5,1 miliardi di dollari; quella delle filiali tedesche 2,3 miliardi, quella delle filiali francesi lg miliardi. iE' probabile — continua la rivista — che la maggior parte delle Società americane che hanno effettuato investimenti all'estero avrebbero preferito fabbricare questi prodotti negli Stati Uniti e poi esportarli, sia perché in numerosi paesi stranieri i rischi politici ed economici sono elevati, sia perché negli Stati Uniti è più agevole il controllo della lavorazione ed è più utilizzabile in pieno la capacità di produzione. Ila in molti casi le iniziative all'estero hanno permesso di conservare ai prodotti americani mercati di sbocco che, altrimenti, potevano andare perduti ». Si sarebbe trattato, infatti, secondo The Exchange, della necessità di aggirare, con una produzione diretta sul posto, le restrizioni ap portate da altri paesi alle importazioni dagli Stati Uniti. La rivista — molto vicina agli ambienti di Wall Street — sottolinea, infine, tra le cause di questi massicci investimenti americani all'estero, le agevolazioni accordate all'impiego di capitali da quei governi che desiderano creare sul loro territorio nuovi mezzi di produzione, atti a stimolare la congiuntura. Tra i paesi in via di trasformazione industriale (più o meno sottosviluppati), ai quali allude The Exchange con le sue affermazioni, l'Italia è certamente uno di quelli che vedono con favore l'afflusso di capitali stranieri, il cui apparto, contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro ed alla espansione economica nazionale.- a;t.