Ha tentato d'uccidersi in carcere il giovane del delitto di Chivasso

Ha tentato d'uccidersi in carcere il giovane del delitto di Chivasso Ha tentato d'uccidersi in carcere il giovane del delitto di Chivasso E' Giuseppe La Bella, di 18 anni, accusato di aver tagliato a pezzi il marito di sua cugina - Si è impiccato ad una sbarra, ma è stato salvato dagli agenti (Nostro servizio particolare) Chivasso, 31 gennaio. La liberazione, avvenuta nei giorni scorsi, dei primi ottanta detenuti dalle « Nuove » di Torino, in applicazione del provvedimento di amnistia e di indulto, ha fatto uscire dalle porte del carcere una notizia che era stata celata con comprensibile riserbo. Giuseppe La Bella, uno dei giovani implicati nel cosiddetto «giallo» dell'uomo tagliato a pezzi, ha tentato di togliersi la vita in prigione. Giuseppe, che non ha ancora 18 anni, è detenuto con 1 cugini Lucia, Francesco e Paolo Montalbano per l'orrenda morte di Ignazio Sedita, marito della donna II Sedita, appena uscito dal carcere In Sicilia, raggiunse la moglie a Chivasso. Nella prima notte trascorsa a casa egli fu ucciso con un colpo al cuore, proba¬ bilmente una forbiciata. Il cadavere fu tagliato a pezzi e messo in due valige che 11 giorno dopo, con un tassi, Giuseppe La Bella e Lucia Montalbano portarono fino a Ceva, gettandole in un laghetto. Chi ha ucciso Sedita? E per quali ragioni? Le indagini, lunghe e difficili, con la diretta partecipazione del sostituto Procuratore della Repubblica dott Toninelli, non hanno ancora risolto tutti i drammatici interrogativi di cui la vicenda è intessuta. Per ora, secondo la denuncia, sarebbe Lucia Montalbano, difesa dall'avvocato De Marchi, responsabile dell'omicidio, mentre i tre giovani — Giuseppe, difeso dall'avv. Gabri e Francesco e Paolo, assistiti dall'avv. Delgrosso — sarebbero soltanto responsabili di concorso in vilipendio e occultamento di cadavere. Ma la sentenza di rinvio a giudizio non è stata ancora emessa. Giuseppe La Bella, durante alcune crisi di profonda depressione, si sarebbe più volte sfogato in carcere gridando: «Ma perché non dicono la verità? >. Il ragazzo ha avuto un fratello morto in un attacco epilettico e alcuni consanguinei ricoverati in case per malati di mente. Giuseppe, alle «Nuove», era rinchiuso in una cella del quinto braccio. Una sera, strappando un lenzuolo, formò un rudimentale cappio e si impiccò alle sbarre della finestrella. Il tempestivo intervento degli agenti di custodia lo salvò: gli bastarono pochi giorni di ricovero In infermeria, soprattutto per superare la crisi. Ora si trova al quarto braccio, sotto vigilanza speciale Sembra anche più rassegnato e tranquillo, r. a.

Persone citate: De Marchi, Delgrosso, Gabri, Ignazio Sedita, Lucia Montalbano, Paolo Montalbano, Sedita, Toninelli

Luoghi citati: Ceva, Chivasso, Sicilia, Torino