I «croupier» del Casinò negano d'aver pagato vincite inesistenti ai giocatori di "roulette,,

I «croupier» del Casinò negano d'aver pagato vincite inesistenti ai giocatori di "roulette,, Ripreso a Venezia II processo per la "fuga,, dei gettoni I «croupier» del Casinò negano d'aver pagato vincite inesistenti ai giocatori di "roulette,, « Quando vi fu qualche errore - dicono - il denaro venne restituito » - Uno confessa d'aver rubato una « marca » da 100.000 lire; poi accusa di truffa tre suoi colleghi - Fra i 24 imputati alcuni clienti della casa da gioco (Dal nostro corrispondente) Venezia, 29 gennaio. Al Tribunale penale è stato ripreso oggi il processo per la <fuga delle flches» dal Casinò Municipale di Venezia. Il dibattito era stato sospeso nell'ottobre scorso in seguito alle richieste del Pubblico Ministero, dottor Colonna, su una serie di aggravanti da aggiungere alle imputazioni a carico dei dodici accusati di allora. In questi tre mesi sono stati maggiormente precisati i capi di accusa ed è stata sensibilmente allargata l'istruttoria sulla base di nuove risultanze: la conseguenza principale è stato il raddoppio del numero degli imputati: da dodici, infatti, sono saliti a ventiquattro. Quest'ultimo gruppo di accusati deve rispondere, particolarmente, di una piccola serie di truffe che sarebbero state compiute nella confusione creata dalle agitazioni sindacali di questi ultimi anni, quando furono assunti provvisoriamente, a sostituire gli scioperanti, alcuni] croupiers e direttori di tavolo di Sanremo. L'udienza del mattino è stata impegnata dagli incidenti procedurali. Quello di maggior rilievo lo hanno sollevato gli avvocati Scotellaro e Sorgato. I legali hanno posto al Tribunale la questione della illegittimità costituzionale della legge istitutiva della casa da gioco. La discussione è stata piuttosto lunga. Alla fine i giudici hanno respinto l'istanza. Nel pomeriggio sono cominciati gli interrogatori degli imputati. Si domanda e si risponde su fatti singoli, non tutti di rilevante interesse. Sono episodi molto spesso a se stanti, frazionati per ciascun imputato o adsazrfso e e per un piccolo gruppo quasi senza legame l'uno con l'altro. Enrico Gallina, di Sanremo, respinge l'imputazione di concorso in truffa aggravata. Egli — dice — non ha mai pagato a Giovanni Pipolo, di Napoli, una vincita fasulla di 70 mila lire. Vittime di un errore sarebbero anche altri tre accusati, Giovan Battista Bruzzone e Adelio Gavino, di Sanremo, avventizi durante uno sciopero, e Luigi Maglia, di Palermo, cliente giocatore. Il Gavino, incaricato dei pagamenti, non si era accorto che la vincita del Maglia i70 mila lire) era su una puntata di cinque gettoni da mille lire. Egli — dice — fu tratto in inganno dal fatto che, abitualmente, in quel tavolo le puntate minime erano di duemila lire. Tutto, però, fu chiarito subito. Il Maglia restituì quanto aveva avuto in più. Francesco Pellegrino, di Sanremo, anch'egli ingaggiato durante uno sciopero, avrebbe pagato a Luigi Cagna, di Sanremo, una vincita fasulla di 170 mila lire. Secondo il Pellegrino la somma fu restituito dal Cagna in seguito al rilievo di un ispettore. Il Cagna, del quale si conosce soltanto l'interrogatorio in istruttoria, affermò a suo tempo che la vincita era regolare. Di un equivoco sul passaggio di una fiche da una « dozzina» ad un'altra sarebbe statò vittima Mario Lavezzoni, di Dolceacqua (Imperia). Egli è accusato di avere pagato 9.000 lire su una puntata tardiva. Sostiene, per contro, che non si è trattato di puntata tardiva, bensì di spostamento di « dozzina ». Il croupier veneziano Ennio Penzo, che in istruttoria confessò di avere rubato da un tavolo una fiche da 100 mila lire, a richiesta del Presidente conferma la dichiarazione. Poi parla di un altro episodio in cui ha chiamato in causa l'ispettore Armando Zaffoni, il capotavolo Luigi Gasperin e il suo collega Buggero Malusa, ui accusandoli di essersi messi d'accordo per truffare il Casinò. Penzo — Ero stato assegnato ad un tavolo dove vidi un piaz zamento per un numero 17 e relativi " cavalli ". La vincita fu pagata a due clienti, credo stranieri, che avevano fatto una puntata di 150 mila lire o e a o o su due numeri e " cavalli ". Per me quella vincita non era regolare^ Lo dissi all'ispettore Zaffoni. Presidente — Perché avete accettato del denaro, Ifi o SO mila lire, che lo Zaffoni vi diede al caffé Chizzolin, del Lido, in una bustat Il Penzo si stringe nelle spalle. Poi dice; <Non abbiamo parlato. Se prima avevo qualche dubbio, dopo avere avuto la busta fui certo che si trattava di un imbroglio. La vincita pagata fu di 1 milione e 545 mila lire, ina i 'due stranieri la perdettero in venti minuti, cioè nel poco tempo in cui io rimasi a quel tavolo ». Il macellaio Antonio Vianéllo, piangendo, ha ritrattato quanto aveva detto in istruttoria. Egli — dice — accusò altri due imputati perché gli era stata promessa la libertà provvisoria « se avesse detto qualche cosa di interessante». Ha dichiarato di avere perduto 6 milioni al Casinò, di essere tutto dedito alla famiglia e di nutrire grande amore per i figli. L'albergatore Mora ha ammesso di avere cambiato qualche volta delle flches ma ha negato recisamente di averlo fatto col Penzo. Infine, il venditore ambulante Cesare Spezia, di Genova — accusato di tentata truffa per avere contestato al regista Mario Carne rini una vincita di 70 mila lire asserendo di essere stato lui il vincitore e non il regista dice di avere avuto il riconoscimento delle sue ragioni dalla direzione del Casinò. Essa versò le 70 mila lire sia a lui che al Camerini. Il processo proseguirà domani mattina. a. 1. s«d—mezrsve Un intervento del P.M. durante la prima udienza del processo contro i croupiers del casinò di Venezia (Tel.)