L'interesse per il «personaggio»» Cardarelli non deve escludere le riserve sullo scrittore

L'interesse per il «personaggio»» Cardarelli non deve escludere le riserve sullo scrittore Trasformò gli impulsi di ribelle in orgogliosa presunzione letteraria L'interesse per il «personaggio»» Cardarelli non deve escludere le riserve sullo scrittore Ebbe i suoi momenti di grazia nelle memorie della natia Maremma, nei quadri incantati di Roma Nei « Classici Contemporanei Italiani » (ed. Mondadori) è uscito ora il volume delle Opere Complete di Vincenzo Cardarelli. E Giuseppe Raimondi, curatore dell'opera, ha tutte le ragioni quando dichiara nella prefazione che « finita la storia dell'uomo, del personaggio Cardarelli, incomincia adesso il tempo della storia della sua poesia, della sua opera». Basterà ricordare cosa accadde alla morte dello scrittore, nel giugno, del '5$ Ne parlarono' tutti,' sul giornali e suile riviste letterarie; e l'ampiezza delle commemorazioni dette al grosso pubblico l'impressione che la cultura italiana, con la scomparsa del settantaduenne personaggio, avesse perso una delle sue figure più autorevoli: di quelle che lasciano traccia profonda. Ma chi, poi,'guardò bene fra le righe, cercandovi le ragioni precise di così solenni riconoscimenti, trovò ben poco di persuasivo. Fretta, reticenza, indifferenza, velavano it pur numerosi accenni ai libri lasciatici dal Cardarelli; e campeggiava, invece, il suo ritratto aneddotico. Che era il ritratto di un vecchio stanco e corrucciato, seduto ai tavolini dei caffè romani, in dissidio con la vita che lo stava abbandonando senza dolcezza di memorie. <Non finiremo tanto presto di domandarci se sia stato un maestro mancato o un maestro perduto »: queste parole, dette allora da un amico turbato,, potrebbero essere il motto dell'imbarazzo rivelatosi in quei giorni un po' da ogni parte. Ben venga, allora, questo volume delle Opere Complete, se la lettura — o la rilettura — servirà a sciogliere in chiarezza certe riserve; e se, chiusa la storia dell'uomo, darà finalmente inizio alla storia del poeta. Ma a patto che la svolta non sia troppo brusca e che non ne derivino le perplessità di un eccesso opposto. Perché questo è certo: ignorando il personaggio, dimenticando le passioni e i risentimenti della sua vita, i suoi ideali e le sue ispirazioni continueranno a parerci qualcosa di estraneo: né basterà Veleganza del letterato a vincere la nostra freddezza o — peggio — il nostro fastidio. Bisognerà, dunque, partire dalle vicende dell'uomo. Soprattutto da quelle della sua formazione. Nato nel 1887 a Tarquinia, dóve suo padre gestiva il « buffet » delia stazione, egli abbandonò la famiglia a sedici anni; e a diciannove si stabili a Roma co»j sette1 ltìrè> 'in- tasca. Fece, pi vivere, il custode in un magazzino di orologi e il copista in uno studio legale. E prima di cominciare a guadagnarsi la vita scrivendo — come redattore di cronaca nera su l'Avanti! — fu contabile in uffici sindacali. Senza beni di famiglia, quindi, « rivoluzionario » in politica, e con {'istintiva vocazione a esprìmere letterariamente le proprie esperienze, egli si trovò in quello stato particolare che suggerisce ai giovani scrittori due diverse maniere per sfogare le loro ansie e il loro n j e e e r o talento; da una parte la ribel-, a o l a, a e l, a e e l aa ) el alione indignata, la descrizione della vita ingiusta, il rovello della sofferenza che si trasforma in calore di ispirazione; dall'altra, l'orgoglioso distacco e la conquista di spirituali armonie che fan contemplare dall'alto le angustie quotidiane. E la strada del Cardarelli fu la seconda: spintovi dalla sua natura di uomo e di artista, ne rioavò tutte le forze e tutte, le debolezze della lun%:faJÉIt§a letteraria. io, darà un motivo umanamente preciso alle diverse cadute, e ai limiti fin troppo evidenti, che si incontrano rileggendone l'opera. Per esempio l'irruenza di certe polemiche letterarie, quando lo scrittore si sente mosso da una superiorità morale prima ancora che intellettuale: ma l'alterigia più.è animosa e più rivela gli equivoci e le sprovvedesse dell'autodidatta. Sì olle trovi il De Sanctis e il Croce disprezzati con argomenti che dimostrano ben poca conoscenza della loro, opera; o ti invia'" in citazioni sbagliate, che brillano sulla pagina come gioielli falsi. /E lo sbaglio è anche clamoroso, quando investe uno dei brani più celebri del Machiavelli). E l'orgoglio, l'idolatrica e commovente .fiducia di un'arte ohe redime le passioni sul ritmo della Bellezza, conferì a molte pagine del Cardarelli la leggiadria di un ■ freddo rituale; cose dette troppo bene, come voli che sbandano in un'aria troppo rarefatta, Ma c'è anche — e- ora, per contrasto, appare più che mai vivo — un altro Cardarelli. Quello che sale per vie traverse, trasformando in dono gli effetti di una convinzione sbagliata. E precisamente la convinzione che la storia, il colore, le usanze di un luogo abbiano in sé voce di arte di poesia. «Se c'è una malinconia nelle Marche è proprio quella che Leopardi ha espressa ecc. ecc. »; « Raffaello non poteva nascere se non da questa razza (dei Marchigiani) »; « Dante, Petrarca, Boccaccio, Poliziano, Botticelli, Leonardo io li ho capiti stando a contemplare la campagna fiorentina». Frasi come queste, o si prendono come fantasticherie o si respingono come inaccettabili spunti di confusione.Proprio di qui, tuttavia, proprio da questa oonvinsione, arriviamo a conoscere quali siano e come nascessero le cose migliori del Cardarelli. Che fu poeta, o almeno artista di mol- ta suggestione, quando cercò nei luoghi le voci antiche e nuove che riecheggiavano fra mura e cielo. E la sua Roma, come la leggiamo in II cielo sulla città, già basterebbe a farcelo caro: se non ci fosse — struggente e solenne, corsa da brividi e da estatiche meraviglie — la Maremma dei suoi primi anni, fra tracce di Etruschi e rusticane insolenze. Leggete La terra, nelle Memorie della' mia. infanzia: « Qui riposò rjtWtisyfa, un giorno, caricato, cogli occhi a fior di terra, guardando la marina. E accoglieva nelle sue pupille...». Aperture cosi limpide, luminose, piene di trasognata dolcezza, sono indimenticabili. E Cardarelli non fu un maestro; ma ebbe questi momenti di grazia che ci bastano per amarlo. Ferdinando Giannessi

Luoghi citati: Marche, Roma, Tarquinia