Il giudice di Saluzzo in una conferenza stampa indica i quattro assassini della possidente

Il giudice di Saluzzo in una conferenza stampa indica i quattro assassini della possidente II "giallo,, ili Manta risolto dopo due mesi di pallenti Indagini Il giudice di Saluzzo in una conferenza stampa indica i quattro assassini della possidente Gli arrestati sono due giovani braccianti di Melle e un contadino di Costigliole - Il quarto complice, Pietro Isoardi, era in carcere fin dall'inizio dell'inchiesta - Sono tutti accusati di omicidio a scopo di rapina (Dal nostro inviato speciale) Saluzzo, 22 gennaio. fi < giallo » di Manta è risolto. Dopo due mesi d'inchiesta luce completa è stata fatta sull'uccisione dellaif sessantatreenne Anna Daniele, la possidènte di Manta che nella notte dal £4 al 25 novembre scorso era stata massacrata a randellate nel cortile di casa sua. L'annuncio è stato dato oggi dal magistrato che dirige l'inchiesta. Quattro persone sono state incriminate per omicidio a scopo di rapina, accusa che, se provata, comporta l'ergastolo. Autori del crimine sarebbero i tre < fermati » nei giorni scorsi: Domenico Locati di 19 anni e Bernardo Fino di si,, manovali agricoli residenti a Melle, in alta Val Varaita, e il contadino Lorenzo Olivero di SS anni, da Costigliole Saluzzo. A loro va aggiunto il bracciante Pietro Isoardi di 20 anni, da Venasca, che è in carcere a Saluzzo dal SO novembre. Nel pomeriggio alle 16,30 il Sostituto Procuratore della Repubblica di Saluzzo, dott. Aldo /onesti, ha convocato i giornalisti negli uffici del commissariato di P. 8. per una comunicazione che, dopo i recenti sviluppi dell'inchiesta, era attesa. Il magistrato, che era affiancato dal commissario dott. Saccotelli e dal capitano Moiraghi dei carabinieri, ha dichiarato: < Con una espressione del linguaggio sportivo potrei dire che il secondo'round delia lotta fra la giustizia e la malavita della Val Varaita si è concluso a nostro favore. Al termine delle lunghe e pazienti indagini siamo riusciti a dare un volto e un nome agli assassini della signorina Anna Daniele. E' stata un'altalena di speranze e delusioni, ma alla fine la fortuna ci ha arriso. Decisivo al riguardo è stato il " fermo " del Locati — ohe risale al10 gennaio — e la sua confessione che ci ha consentito di arrivare agli altri due >. /I dott. Ignesti ha precisato che il Fino è.stato < fermato11 giorno dopo l'Isoardi; il < fermo > dell'Olivero risale invece a otto giorni fa. Quanto all'Isoardi, già accusato dalla sua stessa confessione mantenuta sia pure fra notevoli incertezze e contraddizioni, si è aggiunta la chiamata di correo fatta nei suoi confronti dal Locati. Il Sostituto Procuratore della Repubblica ha proseguito: < Ho spiccato tre distinti mandati di cattura. Da oggi il Locati, il Fino e l'Olivero sono con l'Isoardi a disposizione della magistratura. Per quest'ultimo è stata disposta una perizia psichiatrica che dovrà solamente accertare U grado di attendibilità delle sue dichiarazioni >. Il magistrato ha quindi illustrato le circostanze che hanno consentito agli inquirenti di arrivare-al Locati. Cinque giorni dopo il delitto, quando l'Isoardi fu < fermato > e condotto a Manta per un sopralluogo nella casa del delitto, gli fu chiesto con chi avesse trascorso la sera in cui avvenne il crimine. La sua prima risposta fu:- < Ero con il Tarpunè». Con questo termine si indica, in dialetto, il cacciatore di talpe. Tale era infatti iì nomignolo del Locati ma l'Isoardi, nelle settimane successive, si trincerò dietro un assoluto mutismo, rifiutandosi di rivelare l'esatta identità dei "complici. Parve ohe, ad un certo punto, l'Isoardi si decidesse a parlare. Fece i nomi del fratellastro Spirito Oarnero di Manta, e di Giuseppe Madala, di Venasca. Il fatto che sugli abiti del (Tornerò fossero state rinvenute macchie di sangue del tipo « RH positivo > (cioè lo stesso gruppo sanguigno della Daniele) rischiò di far sviare le indagini. Il Garnero e il Madala riuscirono però a fornire alibi convincenti. Gli inquirenti tuttavia impiegarono quaranta giorni per stabilire ohe il Locati e il «Tarpunè* erano la stessa persona; pochi, infatti, conosceva¬ à no il giovane di Melle con questo nomignolo. Fu necessario interrogare non meno di cento persone e indagare con ripetuti interrogatori sulle dichiarazioni rese dal gruppetto dei nove giovani (l'Olivero era l'unico anziano della compagnia) che la sera del 2', novembre avevano brindato in un'osteria di Venasca in onore del comune amico Luigi Monge, prossimo sposo. Quasi certamente fu nel corso del festino che maturò l'idea del « colpo» in casa della Daniele. I nove erano in maggioranza taglialegna. Sapevano, quindi, che proprio in quei giorni la possidente aveva incassato, oltre all'affitto della cascina, anche una discreta somma dal taglio di una partita di pioppi. Ci fu chi, logicamente, si tirò indietro. Infine la prospettiva di derubare una donna sola in casa e indifesa dovette allettare l'Isoardi, il Locati, il Fino e l'Olivero. I primi tre vengono, descritti come degli sfaticati, perennemente a caccia di denaro. L'Olivero, pur con le- sue traversie coniugali, non apparetipo da immischiarsi in un pasticcio come questo. A Costigliole Saluzzo egli possiede una casa nuova e un vasto podere, Appartiene a una famiglia rispettabile. Il fratello, consigliere comunale di Costigliole, è stato colto.ieri da collasso per il dispiacere provato nel sapere il congiunto rinchiuso in prigione e con così aravi accuse, Le speranze dei quattro ladri andarono deluse. La Daniele aveva già provveduto a convertire il denaro in titoli obbligazionari. ZI resto è noto. La donna si svegliò in piena notte udendo rumori sospetti in cucina. Balzò dal letto e si trovò a faccia a faccia coi ladri: invocò aiuto a squarciagola e questo segnò la sua fine. I giovani le furono addosso, facendola precipitare nel cortile; poi uno di loro la colpì a bastonate. Il giorno dopo il delitto i responsabili scorrazzavano per Saluzzo, compiendo frequenti puntate nei' paraggi del commissariato di p.s. e delle carceri per cercare di attingere notizie sulle indagini in corso. il Fino e l'Olivero continuano a negare disperatamente; ma a loro carico vi sono le confessioni dell'Isoardi e del Locati. Quest'ultimo sarebbe stato così preciso nel fornire dettagli da non lasciare dubbi negli inquirenti. Nino Manera Lorenzo Olivero, 53 anni, Bernardo Fino, 24 anni, e Domenico Locati di 19 anni. Sono stati arrestati per l'assassinio dell'anziana possidente di Manta di Saluzzo Pietro Isoardi, arrestato pochi giorni dopo il delitto