La dc respinge le accuse dei socialisti e si rimette al giudizio degli elettori di Vittorio Gorresio

La dc respinge le accuse dei socialisti e si rimette al giudizio degli elettori I lavori e II comunicato della direzione centrale La dc respinge le accuse dei socialisti e si rimette al giudizio degli elettori «Tutti gli impegni sono stati mantenuti. Le Regioni non sono attuate, perché l'autonomia del psi non è compiuta» - Si prende atto che il partito di Nerini considera chiusa la prima fase del centro-sinistra - Fiducia al governo Fanfani cper le realizzazioni di politica interna ed estera, per la sua capacità di assicurare piena garanzia democratica nelle prossime elezioni » - La data delle votazioni forse verrà proposta oggi dal Consiglio dei ministri - Moro conferma che la democrazia cristiana continuerà ad opporsi ai comunisti come alle destre - Domani il dibattito sulla fiducia (Dal nastro corrispondente) Roma, 22 gennaio. Alla vigilia del Consiglio dei Ministri, che si terrà nel pomeriggio di domani, e del dibattito sulla mozione comunista di sfiducia al Governo, che incomincerà a Montecitorio nella mattina di giovedì, la direzione della democrazia cristiana si è oggi riunita per due lunghe sedute che da stamane si sono protratte fino a sera. Oltre ai componenti della direzione sono intervenuti il presidente del Consiglio on. Fanfani e il vicepresidente e ministro degli Esteri sen. Piccioni, che hanno brevemente riferito sulle missioni rispettivamente compiute a Washington e a Bonn nei giorni scorsi. « Non posso dilungarmi — ha comunque detto Fflnfa"i — perché debbo dare " precedenza di ogni informazione al Consiglio dei Ministri •». Sulla stessa linea di riserbo si è tenuto Piccioni, e l'argomento centrale delle riunioni della direzione del partito è stato la relazione svolta dal segretario on. Moro. Egli ha parlato essenzialmente delle vicende che hanno accompagnato e seguito gli incontri della Camilluccia fra i segretari dei quattro partiti di governo, ed ha affermato pregiudizialmente che la de può a buon diritto rivendicare lo scrupoloso adempimento di tutti gli impegni programmatici assunti: « TI governo Fanfani ha presentato tutte le leggi per l'ordinamento regionale e il gruppo parlamentare democristiano ha chiesto su di esse la discussione con procedura d'urgenza ». Moro ha ricordato che il partito socialista aveva chiesto un impegno globale del Governo e della maggioranza per l'approvazione di tutte le leggi regionali in questo scorcio di legislatura: « ilfo nelle due riunioni alla CamiUuccia non era in questione il tempo necessario per l'approvazione delle leggi, bensì il problema politico che tale discussione comportava. In linea di principio la de ha aderito all'ordinamento regionale, riprendendo in esame un prò blema che era rimasto accantonato per un decennio, ed ha aderito in considerazione del nuovo corso se guito dalla politica del psi, questo corso, comunque, non è ancora compiuto, e si trova attualmente solo all'ini zio». Di qui l'atteggiamento democristiano, secondo la definizione di Moro: esso è favorevole all'esame di tutte le leggi regionali, ma contrario alla loro approvazione globale, in attesa di un completo impegno del psi che può venire solo a con clusione del prossimo congresso di quel partito. Per questi motivi, secondo Moro, nell'attuale fase speri mentale della politica di centro-sinistra non era possibile spingersi più oltre, come è stato del resto riconosciuto con sentimento di comprensione anche dal pri e dal psdi. Concludendo la sua rela zione, Moro ha tenuto a re■ spingere ancora le accuse rivolte alla de di inadempienza al programma concordato: «Sono accuse ingenerose ed esagerate, se si tiene conto, come si deve, dello. sforzo che la de ha compiuto per arrivare unita alla politica di centro-sinistra. Al Governo, anche la de riconferma naturdlmen te la sua piena fiducia, e anzi deplora che il partito socialista abbia mancato di attestare davanti al suo comitato centrale che quanto è stato fatto dal governo in questi mesi è precisa espressione della volontà politica della de ». In altre parole, secondo Moro, non è possibile attaccare la de e approvare il Governo, appunto perché « questo è soprattutto espressione di quella». Il dibattito che è seguito alla relazione di Moro e alle brevi dichiarazioni di Fanfani e Piccioni in tema di politica estera non ha recato il contributo di notevoli elementi nuovi, e in ogni mòdo l'orientamento politico generale di Moro viene confermato e chiarito nel corso di un suo lungo arti colo che il settimanale Epoca pubblicherà nel suo prossimo numero. Il segretario della de nel V articolo illustra ancora una volta i motivi che trattengono la democrazia cri¬ stiana dal prendere nuovi e più larghi impegni di futura collaborazione con il partito socialista, desiderando che prima intervenga, con salutare funzione chiarificatrice, la grande prova delle elezioni. Per quanto riguarda la de, comunque, Moro riafferma la posizione autonoma del partito, dichiarando: « La de intende mantenere intatta la sua iniziativa e la sua funzione di garanzia, ma ciò non significa che essa si appresti a rinunziare alla sua funzione di rottura, come contro il comunismo, cosi contro le forze della destra conservatrice. « La nostra polemica — prosegue Moro —\ rispetta le ragioni della chiarezza politica e della sicurezza democratica, ma non è una concessione a destra; non ci si schiera tra forze né fortemente né blandamente conservatrici. Sono intatti i rigidi confini che abbiamo tracciato a sinistra ed a destra dello schieramento politico, entro i quali si colloca caratteristicamente la democrazia cristiana ». Nello stesso articolo Moro si sofferma lungamente anche sulla questione delle prossime elezioni, dichiarando tra l'altro: « Ormai solo la consultazione politica generale può chiarire le linee di fondo, ' W" grandi direttrici dì sviluppo della situazione italiana, può dare ai partiti, alle loro idee, alle loro preoccupazioni, alla loro posizione, e funzione una convalida indiscutibile, ed in essa la forza necessaria per condurre la politica nella quale essi credono e che hanno presentato al corpo elettorale ». In questi accenni si è creduto di vedere una propensione di Moro a considerare ormai chiusa la fase di attività del governo di centro-sinistra, che al più presto dovrebbe sottoporre il proprio bilancio all'elettorato. In relazione a questi accenni si è difatti tornati a parlare di un possibile anticipo della data delle elezioni, rispetto a quella che si riteneva probabile' della prima o della seconda domenica di maggio. Ora si parla del 28 aprile, se non addirittura del. 21, e su questo anticipo sarebbe d'accordo il partito socialdemocratico che oggi, al termine di una riunione della sua direzione dopo un'ampia relazione dell'on. Saragat, ha emesso un comunicato nel quale si accenna all'opportunità di evitare < i pericoli di usura della politica di centro-sinistra derivanti da prese di posizione particolaristiche di alcuni settori della maggioranza nell'imminenza delle elezioni politiche ». Nel caso che le elezioni si dovessero tenere in aprile! il Parlamento dovrebbe approvare una proposta di legge presentata dall'on. Narciso Sciolis (de) che anticiperebbe i termini previsti per la revisione e l'aggiornamento delle liste elettorali in modo da consentire ai giovani che hanno compiuto il ventunesimo anno la partecipazione al voto. La questione della data delle elezioni sarà probabilmente esaminata dal Consiglio dei ministri di domani, al termine dell'esposizione che sarà fatta da Fanfani e da Piccioni sui temi della politica estera. Nella giornata di oggi si è anche riunita la direzione del partito liberale che ha annunciato il voto contrario dei parlamentari del pli in occasione del dibattito sulla fiducia al Governo. Allò scopo di non lasciar confondere il voto dei liberali con quello dei comunisti, i quali anch'essi negheranno la fiducia al centro-sinistra, l'on. Malagodi si riserva di pronunciare una precisa e circostanziata dichiarazione di voto. Questo intervento è considerato dai liberali come la base della propaganda per la prossima campagna elettorale del partito. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Bonn, Roma, Washington