De Gaulle: «Gli inglesi entreranno nel Mec ma quel giorno io non sarò più al potere» di Sandro Volta

De Gaulle: «Gli inglesi entreranno nel Mec ma quel giorno io non sarò più al potere» ^'afférmazione del generale ad un ricevimento all'Eliseo De Gaulle: «Gli inglesi entreranno nel Mec ma quel giorno io non sarò più al potere» Riferendosi agli altri Paesi del Mercato Comune, aggiunge: «Hanno firmato un trattato, bisogna dunque che lo applichino» - Anche i giornali vicini al governo assumono un tono sempre più duro - Adenauer sarà a Parigi domenica sera; da lunedì a mercoledì avrà tre colloqui con il presidente francese . a s , e . - - o a i n - e n n , a i o . a n o à ¬ tai nostro corrispondente) Parigi, 18 gennaio. Ieri sera, il generale De Gaulle aveva invitato un gruppo di deputati all'Eliseo. Si trattava d'un ricevimento protocollare, con gli inviti fatti per ordine alfabetico, privo di ogni significato politico. Sennonché, la conversazione è finita per cadere sulle vicende intemazionali in corso e il Capo dello Stato ne ha parlato con un tono tranquillo, dando ai presenti l'impressione di non] essere affatto preoccupato del-' l'unanime opposizione sollevata dalle sue dichiarazioni nella opinione pubblica mondiale. Ad un deputato che ha chiesto il suo giudizio sulle trattative di Bruxelles, De Gaulle ha risposto: .« Gl'inglesi entreranno un giorno nel Mercato comune; ma senza dubbio io non sarò più qui». Questa frase basta a far cadere le illusioni di quanti potevano ancora credere alla possibilità di un compromesso. Il 28, quando le^trattative riprenderanno a Bruxelles, le istruzioni a Couve de Murville non saranno certamente cambiate e il ministro degli Esteri francese non potrà fare a meno di opporsi a tutte le proposte conciliatrici degli altri ministri europei. Anche sull'atteggiamento dei rappresentanti dell'Italia, della Germania Occidentale e del Benelux, d'altronde, il generale De Gaulle ha pronunziato ieri sera una frase che non può lasciar luogo a dubbi: « Hanno firmato un trattato — ha afrmato —, bisogna dunque che lo applichino: siamo seri ». Più ambigua è stata invece la sua dichiarazione sulla proposta americana di una forza atomica multilaterale. < Ebbene — ha detto il generale — se ne parlerà, se ne discuterà ». Ciò non vuol dire però che De Gaulle sia disposto a rinunziare alla force de frappe nazionale, ma soltanto che egli accetta di discutere la proposta del presidente Kennedy, purché sia riconosciuto alla Francia il diritto di proseguire il proprio armamento nucleare. L'intransigenza del generale è confermata anche dal tono polemico della stampa di ispirazione ministeriale, che non esita ormai a ricorrere ad espressióni grossolane. Cos), tParis-Presse, con un enorme titolo su tutta la prima pagina, in cui è detto che « la Francia lotta sola contro sei per chiudere l'Europa all'Inghilterra », pubblica questo commento all'ultima riunione della conferenza di Bruxelles: « E' la rivincita di Waterloo: Couve de Murville - Cambronne tiene duro. Con la sua flem ma abituale, con in tasca istruzioni sulla natura delle quali nessuno si fa più illusioni, il ministro degli Esteri francese sembra deciso a sbarrare l'entrata del Mercato comune alla Gran Bretagna ». Il ricorso storico è dovuto probabilmente soltanto al cattivo gusto del giornalista, perché nessuno può credere che un diplomatico finissimo come Couve de Murville abbia tenuto ai suoi interlocutori di Bruxelles lo stesso linguaggio che tenne Cambronne a Waterloo. La citazione, non poteva tuttavia venire trascurata perché dà la misura dell'intemperanza polemica a cui è arrivata la stampa governativa. La decisione dì rinviare al 28 le riunioni di Bruxelles viene interpretata a Parigi come il tentativo di trovare un compromesso nelle conversazioni De Gaulle-Adenauer. Il Cancelliere federale arriverà a Parigi domenica sera e avrà tre taVc11C111111111 111111111111111111111111411111111111111 > ! ■ I II 1 incontri col Presidente della Repubblica, lunedi, martedì e mercoledì, tutte e tre le volte alle 10 di mattina. Non si riesce a capire in che modo il vecchio uomo di Stato, ormai alla fine della sua carriera politica, potrebbe trovare una via d'uscita al vicolo cieco in cui è andata a cacciarsi la diplomazia gollista, ma è certo che egli viene considerato in questo momento la sola carta favorevole nel gioco dell'Eliseo. Può darsi che, per assicurarsene l'appoggio, il governo francese si impegnerà a sostenere sempre più a fondo le rivendicazioni della Germania Occidentale, ma non si può fare a meno di considerare.con un certo scetticismo gli impegni presi con un uomo che fra pochi mesi dovrà ritirarsi dal potere. In ogni caso, sembra poco probabile che Adenauer possa risolvere personalmente un contrasto che ha assunto ormai caratteri irriducibili. La stessa Paris-Presse dimostra di non crederlo perché, commentando il rinvio di Bruxelles, parla di <un arrivederci che ha un significato di addio ». Sandro Volta Il ministro belga Spaak al termine della conferenza a Bruxelles (Telefoto A.P. )

Persone citate: Adenauer, De Gaulle, Eliseo De Gaulle, Kennedy, Spaak