Consumatori e negozianti criticano i prodotti con premi agli acquirenti

Consumatori e negozianti criticano i prodotti con premi agli acquirenti In un vivace dibattito alta televisione Consumatori e negozianti criticano i prodotti con premi agli acquirenti Affermano che il regalo induce i compratori a non tenere conto della qualità della merce e contribuisce all'aumento dei prezzi - Gli industriali sono invece favorevoli a questo sistema di vendita perché serve a sviluppare il giro d'affari (Nostro servizio particolare) Roma, 17 gennaio. La trasmissione settimanale < Ve facce del problema » ha offerto questa sera ai telespettatori un vivace dibattito sul problema delle vendite a premio. Sotto la direzione di Ettore Della Giovanna, hanno partecipato al dibattito il vicepresidente della Confindustria Angelo Costa, il presidente dell'Unione Commercianti di Roma Giovanni Della Torre, il segretario dell'Unione nazionale consumatori Vincenzo Dona, il prof. Guglielmo Tagliacarte, presidente della Associazione studi di mercato. In una breve esposizione introduttiva il « moderatore » ha ricordato come esistano almeno quattro forme di vendite a premio: 1) .vendite collegate.al 4'sb'tteggio * S» unq o più premi, di solito di un certo valore; S) vendite che assicurano un premio a chi abbia la pazienza di fare collezione di un certo numero di punti o di etichette; S) venditi accompagnate dalla consegna di un « regalo immediato », consistente per lo più in un oggetto del tutto diverso da quello venduto; I/) vendite con ribasso temporaneo del prezzo abituale, o per abbinamento di due prodotti al prezzo di uno o die¬ tro consegna di speciali buoni-1 resconto. [cali dibattito, è bene premetterlo, ha confermato l'esistenza di divergenze insuperabili. I due rappresentanti dei com¬ mercianti e dei consumatori hanno insistito sino alla fine nella tesi contraria a questo tipo di vendita. - TI rappresentante degli industriali e il prof. Tagliacarte si sono invece battuti per le vendite a pfemio, sostenendo che — al pari delle altre forme di pubblicità — esse servono ad aumentare il giro d'affari e quindi le quantità prodotte, .riducendo in fin dei conti i costi unitari di produzione e di distribuzione. Non si è così trovata miglior conclusione al dibattito che invitare il Cnel /Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) ad approfondire lo studio del problema in tutti i suoi aspetti. L'ostilità dei commercianti, ha- spiegato il dottor Della Torre, muove da considerazioni generali (influenza negativa sui prezzi e carattere artificioso dell'incentivo) e da considerazioni particolari: quando i premi sono costituiti da oggetti completamente diversi dalla merce venduta, possono soffrirne i comvxercianti degli oggetti che sono ceduti come npstpraevaimbme l'nvmsuitcpfopgdcpplossadnmcpd regali. In altre parole, certe categorie di negozianti temo¬ no di essere tagliati fuori dal processo distributivo. Del resto, le norme ministeriali im partite nel 1961 e nel 1968 mirano a rimuovere certi abusi evidenti, escludendo le vendite accompagnate da sorteggio e imponendo ai produttori l'obbligo di consegnare direttamente il premio ai vincitori e di sostituirlo, a richiesta dell'acquirente, con una determinata quantità del prodotto venduto Il rappresentante dei consumatori ha puntato piuttosto sulla necessità di educare gli italiani a scegliere in base al criterio della qualità 9 del prezzo dei prodòtti, e non in forza della suggestione della pubblicità e- di premi strava-, ganti o - dei tutto ; ignoti. - Il prof. Tagliacarne e il dott. Costa hanno condiviso la condanna dei premi assegnati per„ sorteggio in quanto rap presentano l'equivalente delle lotterie ed alimentano nei consumatori la già troppo diffusa propensione per i giochi d'azzardo. Hanno invece stre nuamente difeso le altre forme di vendita, specie di quelle che comportano una specie di premio alla fedeltà ad un prodotto o ad una marca. Il costo di questi premi non si trasferisce necessariamente sui prezzi perché essi rappresentano spesso una forma di pub blicità meno costosa e rischio sa della pubblicità normale, D'altra parte, ha sostenuto Costa, abolire i premi sarebbe contrario al grande principio della libertà; con le disposizioni vigenti le autorità hanno la possibilità di stroncare in partenza eventuali abusi. Bisogna quindi rispettare la libertà di scelta del consumatore, il quale potrà sempre acquistare, se gli aggradai prodotti non pubblicizzati e non accompagnati da premi. Ma di questa libertà di scelta non è apparso persuaso il dott. Dona, rappresentante dei consumatori, il quale ha auspicato l'intervento dello Stato a garanzia della qualità dei prodotti. Egli ha lamentato a questo proposito che si neghino all'Istituto nazionale della nutrizione i mezzi finanziari indispensabili per poter esercitare un più efficace controllo sulla genuinità degli alimenti, sempre più insidiata da frodi e .sofisticazioni. or. b. iiiiiiiiiiiiiiiiiiinmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiti1 maggiori produttori di petrolio (In milioni di tonnellate) P A E SI 1961 1962 ST ATI UNITI . ...... 353,4 , 359,0 UNIONE SOVIETICA . . . 165,9 186,0 ARABIA SAUDITA .... 69,2 75,0 KUWAIT (zona neutrale) . . 9,8 12,0 ROMANIA 11,6 11,6 TOT ALE MONDIALE (1) 1119,8 12105 (1) Net totale e compress la produzione dl un'altra quarantine di Pacsi di tutti 1 continents «■■ItllllIlItltllllllllllIlilllllIlKIlIt IIIIHIIilliKilllltli ItllIfltlBIIItlllllBIBIBItdltlBaiBIIIBIBIÌ

Persone citate: Angelo Costa, Della Torre, Ettore Della Giovanna, Giovanni Della Torre, Guglielmo Tagliacarte, Vincenzo Dona

Luoghi citati: Arabia Saudita, Kuwait, Roma, Romania, Unione Sovietica