Impiegata svizzera condannata a un anno per offese all'Italia

Impiegata svizzera condannata a un anno per offese all'Italia Impiegata svizzera condannata a un anno per offese all'Italia In Assise a Napoli - L'accusata era assente - Il fatto accadde a Capri nell'estate del '60 iiiiKitiiiriiiiiiiir hit itmiiiiikiiihimiiiii (Dal nostro corrispondente) Napoli, 16 gennaio, (c. g.) L'impiegata svizzera Helen Gordon, cinquantenne, è stata condannata stamane dalla Corte d'Assise di Napoli ad un anno di carcere per vilipendio della nazione italiana. L'imputata, che abita a Ginevra in rue St. Jean 56, non si è presentata al processo. Il fatto accadde il 27 aprile 1960 a Capri, dove la Gordon, dipendente di un'agenzia turistica di Lugano, era venuta ad accompagnare un gruppo di gitanti svizzeri. Quel giorno, peri un guasto all'impianto della funicolare dell'isola, si sparse la falsa voce che i vaporetti addetti al collegamento tra Ca.pri e Napoli sarebbero partiti In perfetto orario senza attendere i viaggiatori se questi fossero giunti in ritardo al molo della Grande Marina. La Gordon, giunta con la sua comitiva al porto, vide uno sbarramento dì polizia sul molo che era stato disposto per disciplinare l'afflusso dei passeggeri ai vaporetti. L'impiegata, forse temendo che i gitanti a lei affidati potessero perdere una corsa e arrivare a Napoli in ritardo, chiese di avere la precedenza. Le fu spiegato che doveva attendere il proprio turno. Furibonda e come colta da una crisi isterica, la Gordon affrontò il commissario di p.s. Mario Purificato gridandogli frasi ingiuriose per lui, per la sua carica, i suoi dipendenti e per l'Ita lia. Poiché la Gordon, moglie di un cittadino britannico, nel primo dopoguerra fu in Italia fra il personale femminile militarizzato delle truppe inglesi, essa aggiunse insulti dicendo che aveva avuto già modo di conoscere e « punire » l'Italia ed il suo popolo. Il funzionario e gli agenti finsero di non udirla. La Gordon urlò ancora. Il commissario la invitò a calmarsi assicurandola che sarebbe partita regolarmente Insieme al suo gruppo. La paziente spiegazione non servì. Anzi: sembrò accrescere il furore della donna. Essa, addirittura, aggredì il commissario e disse alla comitiva di non curarsi della polizia italiana e di salire sul vaporetto. A questo punto il funzionario la fece arrestare. Una perizia accertò che la Gordon era in perfette condizioni mentali; la Inchiesta stabilì che non le era stato usato alcun trattamento meno che civile. Portata al carcere di Poggioreale, fu processata dopo quattro giorni per oltraggio e resistenza e condannata ad otto mesi col beneficio della pena sospesa e della non iscrizione nel casellario penale. Il P. M. aveva chiesto dieci mesi. Rimaneva però un altro reato, il vilipendio alla nazione italiana, per 11 quale era competente la Corte di Assise qualora 11 Guardasigilli concedesse l'autorizzazione a procedere. Dato che a suo tempo il ministro di Grazia e Giustizia dell'epoca, on. Gonella, diede la autorizzazione, si è svolto oggi il secondo processo. Il Pubblico Ministero ha chiesto un anno. La Corte ha accolto, in pieno la richiesta. Questa seconda condanna, per un reato escluso dall'ultima amnistia, annulla anche la sospensione della prima pena. Se la sentenza ve¬ nisse confermata in Appello e Cassazione, l'impiegata svizzera — qualora rientrasse in Italia — sarebbe arrestata e dovrebbe scontare venti mesi. Helen Gordon, condannata per vilipendio all' Italia

Persone citate: Gonella, Helen Gordon, Mario Purificato