Il reddito per abitante in Francia ha superato quello in Gran Bretagna
Il reddito per abitante in Francia ha superato quello in Gran Bretagna Per la prima volta dalla fine del /Settecento Il reddito per abitante in Francia ha superato quello in Gran Bretagna Tra le cause: la «pianificazione indicativa» organizzata da Monnet; l'ottimismo degli uomini d'affari che accompagnò il ritorno di De Gallile; l'influenza dinamica del Mercato comune europeo L'inizio degli anni '60 rimarrà nella storia economica dell'Europa occidentale anche per questo motivo: il reddito prò capite in Francia ha superato il reddito prò capite britannico. Per capire l'importanza di ciò. bisogna rifarsi un po' indietro nel tempo. La rivoluzione industriale ebbe orìgine, come tutti sanno, in Inghilterra. La Francia, assieme al Belgio, fu la prima nazione a seguire l'esempio inglese ed a mettersi sulla via della industrializzazione. Benché pronta a muoversi, tuttavia, la Francia fu lenta nel suo cammino. Il tasso di Incremento del reddito in Francia restò sensibilmente più basso che in Inghilterra per tutto l'SOO e l'espansione del settore industriale vi fu ostinatamente meno vivace. Così la Francia non solo, non rimontò lo svantaggio Iniziale, ma vide tale svantaggio aggravarsi di continuo. Di più, quando nella seconda metà del secolo nuove nazioni come la Germania, gli Stati Uniti e il Giappone imboccarono la via dell'industrializzazione, esse si fecero avanti con una rapidità tale da far ancor più sfigurare la lentezza dello sviluppo francese. Il caso della Francia passò cosi nei libri di testo di storia economica, come 11 caso tipico di una società che cominciò bene ma continuò male e gli studiosi si arrabattarono e ai arrabattano tuttora per spiegare 11 fenomeno chi dando la colpa ai ristagno demografico, chi alla mancanza di carbone, chi ad attitudini e strutture socio-culturali. In questo dopoguerra, la Francia continuò a far scuotere il capo a tutti. L'Invi schiamento nelle costose guerre coloniali, le turbolenze dei generali, l'instabilità politica, furono tutti elementi che pe< sarono negativamente nel giudizio dell'opinione mondiale. Quanto -al settore economico, esso pareva riflettere la situazione politica: inflazione, instabilità finanziaria, bilancia di pagamenti pesantemente deft citarla. Eppure, sotto una apparente confusione, quasi clandestina mente, maturavano trasformazioni rivoluzionarle. Buona parte dell'inflazione era dovuta al fatto che il Paese, ad onta del peso impostogli dalle guerre, non rinunciava ali'amblzio so programma di un razionale • ben organizzato rinnovamento mirante a creare soddisfacenti infrastrutture, a mo dernlzzare l'agricoltura e l'industria, e- a ridurre i costi di produzione. La Francia stava divenendo un Paese più «moderno » dell'Inghilterra. Gli effetti di questa grandiosa opera di riorganizzazione cominciarono a palesarsi soprattutto dopo il 1988. Ecco un indice significativo: nel perio do 1958-61 le esportazioni francesi aumentarono In volume del 74,5 per cento, mentre quelle inglesi aumentarono del 12 per cento. Le importazioni aumentarono del 33,3 per cento contro il 18,5 per cento inglese. E cosi si arrivò alla data fatidica. Si è già detto che 11 reddito prò capite francese dai tempi della Rivoluzione' Industriale era rimasto costantemente al di sotto di quello britannico. Ancora nel 1955, facendo pari a 100 il reddito lordo medio prò capite di otto Paesi europei, il reddito medio prò capite inglese risultava pari a 123 e quello francese a 105 (quello italiano a 58). Con gli inizi di questo decennio, Il reddito prò capite francese passò avanti al reddito britannico. Nel 1961 la Francia con circa 9 milioni meno di abitanti dell'Inghilterra, ebbe un prodotto nazionale lordo pressoché uguale a quel Io inglese (circa 23 miliardi di sterline) L'incanto era rotto. Le cifre provvisorie disponibili per lo scorso anno 1962 lasciano intravedere un vantaggio francese ancora più pronunciato. Le ragioni del « miracolo » francese? Gli storici economici dibatteranno forse a lungo il problema, così come hanno dibattuto a lungo il problema del ristagno francese dell'Qttocen to. Ma si può ragionevolmente ritenere che tre elementi dovranno user messi in dovuto rilievo: gli investimenti e la riorganizzazione che la Quarta Repubblica, all'egida della «plar.iflcation souple», la pianificazione indicativa organizzata da Monnet, seppe portare avanti pur tra difficoltà politiche estreme; l'ottimismo degli uomini d'affari che accompagnò Il ritorno di De Gallile; l'influènza dinamica del Mercato Comune. Quali che siano le cause, è chiaro comunque, che gli sviluppi suaccennati contribuiscono anche a spiegare In parte (se non .a giustificare) l'atteg giamento francese a proposito della possibile entrata della [Gran Bretagna nel Mercato Comune. Carlo M. Cipolla
Persone citate: Carlo M. Cipolla, Monnet
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