I brasiliani hanno votato per la repubblica presidenziale

I brasiliani hanno votato per la repubblica presidenziale il capo dello Stato avrà maggiori poteri I brasiliani hanno votato per la repubblica presidenziale Fino ad oggi il paese aveva un governo parlamentare - La situazione economica è difficile - Il presidente Goulart chiederà nuovi prestiti agli Stati Uniti; intanto tratta con i russi per il finanziamento di una diga (Dal nostro corrispondente) Rio de Janeiro, 11 'gennaio. La sconfitta del parlamentarismo brasiliano è stata completa e schiacciante. Anche se finora 1 dati del referendum del 6 gennaio scorso non sono completi, si calcola che il numero dei fautori del regime presidenziale abbia superato l'ottanta per cento del votanti. Le astensioni si aggirano, contro ogni previsione pessimistica, intorno al trenta per cento degli elettori, e questa è un'altra grande vittoria del presidente Joao Goulart. Il capo dello Stato infatti temeva una maggior adesione all'appello delle destre, che avevano insistentemente invitato l'elettorato ad astenersi dal voto, allo scopo di colpire la figura e la linea politica di Goulart Gli elettori hanno dimostrato un atteggiamento diverso. Il grande leader della destra conservatrice, Carlos Lacerila, governatore di Rio de Janeiro, ha dichiarato pubblicamente di non aver votato e di avere già pagato la relativa multa, prevista in tal caso dal tribunale superiore elettorale. Far motivi de! tutto opposti, non ha votato nemmeno Francisco Julian, capo del « movimento contadino». Come Lacerda afferma che Goulart porterà il Paese al comunismo, Julian ritiene che i programmi del presidente della Repubblica sono ancora troppo reazionari e favorevoli alla classe industriale. Giunti a questo punto della vita polìtica brasiliana, resta da vedere quale atteggiamento prenderà il Parlamento. Entro novanta giorni le Camere dovrebbero pronunciarsi sulle funzioni e sui poteri futuri del Presidente. Ma sta prendendo sempre più consistenza quanto hanno pubblicamente sostenuto il primo ministro Hermes Lima e il ministro della Giustizia Joan Mangabefra, secondo i quali l'esito del referendum è cosi chiaro ed inequivocabile da non richiedere altri ritocchi di carattere parlamentare. Il presidente Goulart, che sta trascorrendo un breve perìodo di riposo nella sua fazenda Granja do Torto, nelle vicinanze di Brasilia, ha mantenuto finora un atteggiamento di soddisfatto distacco. Anche se la discussione sui futuri potéri ' dovesse attingere l'orbita parlamentare, Goulart è certo dì ottenere l'appoggio necessario di due terzi dell'assemblea per conseguire in futuro completa libertà di azione. Tuttavia un dibattito in sede parlamentare potrebbe provocare una nuova crisi polìtica, forse provvisoria ma egualmente pericolosa per il Brasile, almeno per i suoi riflessi in sede economica. Uscendo da questo referendum con posizioni assai rafforzate, Goulart avrà molto lavoro da compiere. E' sua intenzione innanzitutto schiarire gli orizzonti finora piuttosto poco nitidi dei rapporti con gli Stati Uniti. Ottenere una dilazione nel pagamento dei debiti e possibilmente nuovi prestiti a lunga scadenza è il primo passo previsto. Tuttavia, in questa atmosfera attendistica non certo serena, non certo rosea, ma sicuramente più soddisfacente che tre mesi fa, continua a notarsi una assoluta mancanza di direttive in sede di politica estera Infatti, proprio mentre si parla di rafforzare l'amicizia con Washington, ecco che vengono annunziate, sia pure non ufficialmente, riprese di contatti con tecnici e finanziatori russi per la costruzione dell'immensa diga Sete Quedas, nello Stato del Paranà, ai confini col Paraguay. L'intervento diretto del finanziatori russi in Brasile ha destato viva preoccupazione, a un punto tale che ieri sera, in una ristretta conferenza-stampa ai corrispondenti stranieri, il Primo ministro Hermes Lima, pur non smentendo l'operazione in corso, ha dichiarato trattarsi soltanto di sondaggi che non prevedono alcun accordo definitivo. Goulart ha fatto chiaramente intendere che attende di avere le mani lìbere per agire. Molti osservatori politici affermano che in fondo Goulart non vede di cattivo occhio le attuali complicazioni. Anzi, questa atmo: _ra gli è favorevole per ottenere più presto possibile i pieni poteri ed agire secondo 1 piani già prestabiliti, piani che prevedono, tra l'altro, la nomina di Horazio Lefer a ministro delle finanze. Lefer, come è noto, è un grande economista liberale e Urlato amico degli americani. Alessandro Porro

Persone citate: Alessandro Porro, Carlos Lacerila, Francisco Julian, Hermes Lima, Joan Mangabefra, Joao Goulart, Lacerda

Luoghi citati: Brasile, Brasilia, Paraguay, Rio De Janeiro, Stati Uniti, Washington