Sempre più forti in Europa gli investimenti americani di Maurice Duverger

Sempre più forti in Europa gli investimenti americani Comunità continentale o Comunità atlantica? Sempre più forti in Europa gli investimenti americani Non si hanno statìstiche precise, ma sembra che raddoppino d'anno in anno - E' questo (e non l'eventuale adesione inglese) il vero «cavallo di Troia» degli Stati Uniti nel Mec (Nostro servizio particolare) Parigi, 10 gennaio. Di fronte agli Stati Uniti, l'Europa è passata in diciotto anni dalla condizione di < assistita > a quella di « rivale >. Nel 1945, Anita la guerra, la ricca America creditrice doveva aiutare la povera Europa debitrice per impedirle di cadere nella miseria e nel comunismo. Oggi il vecchio continente non è più povero, salvo in qualche settore. Il dollaro non è più la super-moneta che fa aggio su tutte le altre: è meno ricercata di certe valute europee. L'Europa non è più il mendicante cui si fa l'elemosina, ma un concorrente al quale si disputano i compratori. Ci si può dunque stupire che gli Stati Uniti continuino a favorire l'integrazione europea, che sembra rafforzare l'economia della loro rivale.' In realtà la politica degli americani è assai cambiata. Essi considerano sempre più la Comunità europea come una prima tappa verso una Comunità atlantica, naturalmente controllata da Washington: tale è probabilmente il « grande piano > della Casa Bianca. Non sì cerca affatto di nasconderlo, d'altronde, e gli statisti del vecchio continente ne sono in genere consapevoli. Ma non sembrano avvertire che la realizzazione di questo vasto progetto è più avanzata di quanto si creda. Certuni temono che l'entrata della Gran Bretagna nel Mec non finisca per modificare prò gressivamente la Comunità nel senso voluto dagli Stati Uniti Vedono nell'Inghilterra il cavallo di Troia dell'America. Le cose non sono così semplici. In primo luogo, le intenzioni di Londra sono poco chiare; poi, 10 sviluppo della Comunità dei Sette (o piuttosto dei Nove, con Danimarca e Norvegia) — se finalmente si costituirà — di pende tanto dalla volontà dei sei partners originari quanto dal figliuol prodigo inglese. Ma 11 vero pericolo di un dominio finale degli Stati Uniti in Eu ropa è altrove. L'America ha già tra di noi molti cavalli di Troia, e non cessa di spedircene altri: tali sono i suoi investimenti di capitali. E' impossibile dare statistiche veritiere in questo campo, perché molte iniziative rimangono nascoste; ma nessuno contesta il fenomeno. C'è chi'ritiene che esso segna da qualche tempo una progressione quasi geometrica, gli investimenti americani raddoppiando di anno in anno. Certo, sono fonte di ricchezza, favoriscono lo sviluppo economico dell'Europa; ma, alla lunga, danno sanche agli ame ricani il potere di decìdere in molti campi della vita europea. E non soltanto a privati cittadini, ma a gruppi econo mici che più o meno controllano la politica degli Stati Uniti o fanno parte dei circoli dirigenti di' Washington. In parecchi settori-chiave dell'economia del Sei (o dei Sette) il dominio americano k assai avanzato. L'integrazione europea fa voriF' " "esto processo in due modi. un lato, allarga il campo razione delle grandi industrU ad un immenso mercato comune; dall'altro, inde bolisce la pianificazione eco nomica che in diversi paesi d'Europa, tende — o dovrebbe tendere — a restringere il potere del capitale priva to, cioè a rendere inoffensivi gli investimenti americani. In realtà, solo un paese bene organizzato può fare una poli tica di piano efficace, imprimere una certa direzione alla propria economia. A breve scadenza, lo sviluppo della Comunità europea rafforza le imprese private favorendone la concentrazione in grandi gruppi ed indebolisce i poteri dei governi, restringendo la loro libertà di pianificazione nazionale senza compensarla con lo sviluppo di una autentica pianifìcazio ne sovranazionale. Questa si tuazione tende ad accrescere l'Influenza in Europa dell'industria americana. Nasce cosi una sorta di neo-colonialismo ad un livello superiore di svi lùppo. il cui sbocco naturale sarà la Comunità atlantica va gheggiata da Washington piuttosto che una vera comunità europea. Lo si voglia o no, due stra de si aprono al nostro conti nente nei prossimi anni: o la zona dì libero scambio, dì tipo puramente « capitalista >, od il Mercato comune, organizza to e pianificato. La prima por ta naturalmente ad un lnsie me atlantico dominato dag) Stati Uniti, che faranno di tutto perché l'Europa si avvìi su questa direzione. Soltanto la seconda può condurre ad una comunità europea che ab bla una larga autonomia. La scelta tra l'una o l'altra di queste politiche costituisce oggi un problema fondamen tale per tutti gli Stati europei E* in rapporto ad esso che dovrà giudicare e decidere sul le questioni particolari, e so prattutto sull'ingresso della Gran Bretagna nel Mec. Maurice Duverger Copyright di « Le Monde » • per l'Italia de «La stampa» Iddmqs«qr«caesi