Interrogato ieri per oltre tre ore il consulente farmaceutico Giorgelli
Interrogato ieri per oltre tre ore il consulente farmaceutico Giorgelli Lo scandalo delle medicine inesistenti Interrogato ieri per oltre tre ore il consulente farmaceutico Giorgelli Il magistrato esamina i documenti sequestrati l'altra notte (Nostro servizio particolare) Roma. 10 gennaio. Oreste Giorgetti, il consulente che, procurando gli attestati per la registrazione di due medicinali inesistenti, ha involontariamente permesso che venisse posta in allarme l'opinione pubblica sul caos che regna nel delicato settore, è tornato stasera a Palazzo di Giustizia per essere interrogato dal sostituto procuratore della repubblica dott. Di Majo e dal vice-capo della squadra mobile dott. Zampano. L'interrogatorio di Oreste Giorgetti è durato per tre ore e mezzo, dalle 18 alle 21,30, ma il segreto Istruttorio impedisce ovviamente di sapere cosa abbia chiesto il magistrato all'intraprendente consulente farmaceutico. Il dott. Di Majo aveva interrogato in mattinata una dottoressa di cui si Ignora il nome per chiarire, sembra, alcune circostanze riguardanti una casa produttrice dì prodotti farmaceutici e aveva proseguito l'esame del materiale sequestrato Ieri nell'abitazione del consulente farmaceutico Domenico Tarantelli, amico del Giorgetti, il quale è stato interrogato stasera subito dopo il Giorgetti.. Come si ricorderà, in casa sua furono ieri sequestrati numerosi documenti, fra cui delle relazioni chimiche e farmacologiche in fotocopia e in originale, riguardanti un medicinale, il Timonsil. Per una singolare coincidenza, proprio ieri il ministero della Sanità vietò la vendita del «PressIdrill», prodotto dalla ditta Spemsa, di cui è appunto rappresentante il Tarantelli. L'attenzione degli inquirenti su Domenico Tarantelli fu attirata dallo stesso Giorgetti perché questi, quando divampò lo scandalo, lasciò dinanzi all'abitazione dell'amico la sua macchina che aveva nell'Interno una borsa contenente documenti compromettenti, sequestrata poi per ordine del magistrato. Il prefetto Adami, presidente del Pio Istituto Santo Spt- Ìfl(tllIlllllillllllllIIIIllll)lIIMIItS) rito e Ospedali Riuniti di Roma, ha smentito frattanto le affermazioni contenute in un servizio giornalistico pubblicato- oggi dal settimanale comunista «Vie Nuove» e riguardanti il viceprefetto Roberto Scandaliato, vicepresi dente dello stesso Pio Istituto, il quale fu chiamato a far parte della commissione di inchiesta incaricata di indagare sull'operato dei sei medici, le cui firme apparivano sul" documenti relativi ai due famosi medicinali inesistenti. Il settimanale ha scritto che il doti Scandaliato quando nel 1954 era funzionario del servizio" farmaceutico presso l'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità, sarebbe stato allontanato dal suo posto dopo una inchiesta, amministrativa ordì nata In seguito alle accuse mosse dai dirigenti di una in dustria farmaceutica svizzera, quali, presentata in Italia' domanda di registrazione per una nuova specialità medicinale, si videro offrire in ven dita, da uno sprovveduto prò cacciatore di affari, la formula esatta del loro prodotto. Il prefetto Adami, come abbiamo detto, è intervenuto im mediatamente in difesa del dott. Scandaliato, affermando che egli «fu chiamato a far parte della commissione di inchiesta amministrativa sui farmaci inesistenti essendo in possesso di tutti i necessari requisiti professionali e mo rali ». « E' accertato — prosegue, la precisazione — che nel 1954 ebbe effettivamente luogo presso l'Alto Commissariato per l'Igiene e la Sanità una inchiesta amministrativa che non riguardava affatto la persona del dott. Scandaliato e, comunque, nessun elemento sfavorevole risultò nei suoi confronti. Il dott Scandaliato alla fine del 1954 chiese ed ottenne di rientrare al ministero dell'Interno, ove riassunse servizio presso la direzione gene rale dell'assistenza pubblica dalla quale proveniva. Non corrisponde quindi a verità che il dott. Scandaliato sia stato allontanato dall'Alto Commis sariato ». r. S.
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