Il paese di Cigliè sgombrato dagli abitanti è inghiottito in pochi minuti da una voragine

Il paese di Cigliè sgombrato dagli abitanti è inghiottito in pochi minuti da una voragine Conclusione di un dramma che durava da tre anni Il paese di Cigliè sgombrato dagli abitanti è inghiottito in pochi minuti da una voragine Ieri alle 11,30 un rombo tremendo ha fatto riversare la popolazione all'aperto - La collina è franata trascinando le case fin presso le rive del T laro - Una strada cancellata - Sono rimasti in piedi pochi edifici pericolanti - Imminente l'evacuazione totale delle 336 persone, che verranno per ora ospitate a Mondovì (Nostro servizio particolare) Mondovì, 10 gennaio. Il dramma di Cigliè, il piccolo comune della Langa monregalese dove da tre anni la «terra trema* inghiottendo a poco a poco l'intero paese, è grtunfo forse al suo ultimo atto.ytStamane alle 11 £0 un prolungato boato, più violento del consueto, ha atterrito i trecento abitanti Una voragine si è aperta sui contrafforti della collina che degrada verso il Tartaro ed ha inghiottito le ultime case rimaste in piedi della borgata Albarea. La scossa ha demolito altre quattro case e ne ha lesionate altre ancora situate a meno di cinquanta metri dall'ufficio comunale. Tutto il concentrico di Cigliè minaccia ora di scomparire, di sprofondare per effetto dell'erosione sotterranea che .costituisce un autentico mistero geologico. La scienza non è ancora riuscita a svelare le cause del fenomeno e ben scarse misure sono state finora adottate per ovviare al grave pericolo e disagio di quella popolazione. Dieci famiglie hanno dovuto sgomberare questa sera i loro alloggi e domattina' sarà la volta di altre sei o sette. Anzi, con ogni probabilità, domani la sorte dello sventurato paesello — uno dei più belli di quest'angolo delle Langhe — sarà definitivamente segnata. L'evacuazione totale del concentrico è questione di ore, Fu nel 1960 che si manifestarono i primi cedimenti del terreno, specie lungo la spirale della strada provinciale che da Niella Tànaro sale a Cigliè. Non si trattava di una comune frana, né di uno smottamento di terreno in superficie e neppure si poteva attribuire la causa del fenomeno ad infiltrazioni sotterranee di acqua o ad effetti alluvionali. Era la collina che cedeva lentamente di qualche centimetro al giorno, fino a sprofondare di cinquanta e cento metri nel volgere di pochi mesi, seppellen do case, vigneti, campi e lar ghi tratti di strada. Si aprirono crepacci di cui non si scorgeva il fondo: but- vcnsdrncNfdnN■Rmsdscsnspnclcmiszcccpia— tandovi dentro un sasso, si do veva contare fino a dieci secondi per avvertire il tonfo finale. Nella primavera del 1961 si dovettero evacuare le prime due case della borgata Alba rea e si dovette progettare una nuova variante di un mezzo chilometro alla provinciale per Niella Tanaro. Circa duecento giornale di fertile terreno andarono perdute e purtroppo il disastro non accennava ad arrestarsi Nel novembre scorso furono abbandonate altre nove case di Albarea, in pratica l'intera borgata. ' Un nuovo pericolo si profilò tra domenica e lunedi scorso, per le case del panettiere Giovanni. Battista Peisino e dell'agricoltore Giovanni ScioUa. La. casa di quest'ultimo fu sgombrata e ,l'intera famiglia trovò riparo preésà gente del paese. Stamane, in^n^A'epilogo del dramma: la <À0l'7gm& di Cigliè si è rimessa in moto. E' stato uno schianto impressionante: probabilmente una grossa vena di tufo si era staccata nella profondità del sottosuolo. I resti di Albarea sono sprofondati, rasi al suolo. La cascina di Giovanni Sciolta si è spaccata in metà: una parte è rimasta come ancorata sullo sperone della collina, mentre il porticato è slittato a valle, dapprima velocemente quindi, con il trascorrere delle ore, è scivolato lentamente per duecento metri, arrestandosi, -prodigiosamente intatto, come su un isolotto di terra. Tutta la popolazione, con in testa il sindaco Pietro Peisino e il parroco don Vittorio Bergero, si è rovesciata in strada. Fortunatamente non vi sono state vittime. Sulla strada, cancellata per una lunghezza di 150 metri — compreso un tratto della nuova' variante — e nelle case del concentrico crollate, dove si trovano ancora gli animali domestici, non c'era fortunatamente nessuno. Subito il centralino telefonico si è posto in contatto con Mondovì c Cuneo. Sono accorsi i carabinieri della tenenza di Mondovì; da Cuneo sono sopraggiunti i vigili del fuoco e i tecnici del genio civile. L'edificio comunale, le scuo- le elementari — che saranno chiuse a tempo indeterminato, — il peso pubblico, il castello dei conti Capris, lambiti ormai dalla voragine, sono stati dichiarati pericolanti e saranno sgombrati domani. Questa sera hanno evacuato le loro case le famiglie di Do ntenico Ferrera (due persone), Ezio Ermini (una persona), Giovanni Battista Peirone (due persone) e Giovanni Battista Peisino (cinque persone). Quest'ultimo è il titolare dell'unico forno del paese e domani non potrà più cuocere il pane, che verrà.portato dalla vicina RoOcaciglié. All'imbrunire un più attento sopralluogo ha convinto i tecnici della necessità di un'ulteriore evacuazione. Lasceranno le loro case entro la notte le famiglie di Pierina Mantelli (una persona), Stefano Mantelli (sei persone), Giuseppe Clerico, gestore detta trattoria « Nazionale » (quattro persone), Giuseppina Rosso (cinque persone), Paolo Ferrerò (quattro persone). Domani saranno sfollati il' posto telefonico pubblico, l'altro negozio di commestibili ed altri edifici. I 336 abitanti di Cigliè sono esasperati. «Partiamo tutti per Cuneo o in macchina o a piedi ». « Nessuno prenderà più i nostri voti, diserteremo le urne », si è sentito mormorare in paese. Cigliè è un angolo di Irpinia spostato in provincia di Cuneo. Con la differenza che qui nessun ministro si è finora fatto vivo. I contadini di Cigliè continuano a pagare l'imposta su quei terreni che da tre anni non possono più sfruttare. Il Genio Civile aveva chiesto uno stanziamento di 40 milioni per le opere più urgenti: il finanziamento fu concesso, ma i soldi non sono' mai arrivati. A tarda sera si è appreso die i profughi di Cigliè saranno ospitati negli alberghi di Mondovì d spese della Prefettura. Domani mattina alle 8 il prefetto, dott. D'Addario, giungerà a Cigliè: a quanto pare lo sgombero definitivo'e totale dell'abitato è ormai cosa certa. Nino Manera Cigliè. frugano tra le macerie