Fanfani a Washington il 16 gennaio per due giorni di colloqui con Kennedy di Michele Tito

Fanfani a Washington il 16 gennaio per due giorni di colloqui con Kennedy Fanfani a Washington il 16 gennaio per due giorni di colloqui con Kennedy Il comunicato ufficiale dice: «Il presidente degli Stati Uniti ha invitato il presidente del Consiglio italiano per discutere questioni di reciproco interesse» - I temi delle conversazioni: l'adesione inglése al Mec e la «forza atomica» della Nato - I liberali e le destre chiedono un dibattito in Parlamento sulla politica estera (Dal nostro corrispondente) Roma, 10 gennaio. Un comunicato diramato a Washington e <i Roma rende oggi ufficiale la notizia del viaggio di Fanfani a Washington. Il comunicato dice: « Il presidente degli Stati Uniti ha invitato il presidente del Consiglio del ministri d'Italia on. Fanfani a Washington il 16 e 17 di questo mese per discutere di questioni di reciproco interesse >. Non c'è dubbio che Fanfani si recherà a Washington ad esaminare con Kennedy i temi dell'associazione inglese all'Europa e, soprattutto, dell'organizzazione della forza multilaterale atomica della Nato. Della portata e dell'interesse del viaggio è già stato detto nei giorni scorsi, e alla sua preparazione si sta lavorando molto attivamente. C'è di nuovo che, di ora in ora, il viaggio a Washington appare sempre più collegato alla visita di Macmillan e Lord Home a Roma, fissata per il 1" febbraio. In pratica, piattaforma di lavoro negli incontri italo-inglese ed italo^americano è quella di un'azione comune, suggerita da una chiara coincidenza d'interessi obiettivi: l'Italia avverte il bisogno di avere l'Inghilterra in Europa per scoraggiare le tendenze egemoniche di'De Qaulle, l'Inghilterra ha bisogno del sostegno italiano perché la sua associazione all'Europa sia facilitata, gli Stati Uniti e l'Inghilterra insieme hanno interesse a che, anche attraverso un'aperta manifestazione di solidarietà, emerga, sul problema dell'organizzazione difensiva atomica, l'insostenibilità delle pretese francesi di una « forza d'urto » autonoma. C'è qualche speranza, nei circoli romani, che tutto ciò valga ad impedire che i negoziati di Bruxelles per l'associazione inglese al Meo (primo, indispensabile passo per tutto il resto in Europa) si concludano con una rottura definitiva. Il ministro degli Esteri Piccioni, che andrà domani a Bonn per sondare il pensiero tedesco ed avere notizie dirette sulle intenzioni del cancelliere Adenaùer per la funzione del cosiddetto « asse » franco-tedesco. ha oggi lungamente esaminato la situazione con l'ambasciatore britannico: un comunicato della Farnesina dice, ed è significativo, che c'è stato un « approfondito scambio di idee in relazione alla prossima ripresa dei negoziati di Bruxelles ». Il che significa che il gran lavorìo in corso e in prospettiva riguarda certamente il futuro ma serve anche, forse in primo luògo, per i negoziati di Bruxelles. Per la cronaca va infine registrato che lo stesso Piccioni è stato ricevuto nel pomeriggio dal Capo dello Stato e dal Presidente del Consiglio con i quali ha discusso dei temi che verranno trattati a Bonn, a Bruxelles e a Washington. Tutto indica che si prepara una più esatta definizione, ed un approfondimento della nostra politica estera; rjsulta confermato fin d'ora, anzi, risultano ribadite, le linee della fedeltà tradizionale alle nostre alleanze occidentali. Questa, però, non è l'opinione dei gruppi di destra e di estrema destra che scorgono nel sostegno che l'Italia intende portare alla Gran Bretagna e nel desiderio di dare una manifestazione di solidarietà alle ragioni che gli Stati Uniti fa,nno valere per l'organizzazione difensiva atlantica, una < pericolosa svolta » nella nostra politica estera. I liberali hanno reclamato un dibattito in Parlamento per € conoscere i criteri cui il governo intende ispirare la sua azione », ed i missini colgono lo spunto dalla proposta del ministro La Malfa per un € ponte » italo-inglese per -accusare il governo di voler venir meno agli impégni assunti con i trattati di Roma e di cedere al neutralismo socialista. Alla Camera come al Senato le destre hanno reclamato un dibattito sulla politica estera. L'on. Fanfani ha comunicato al Senato di accettare a dibattito al suo ritomo dagli Stati Uniti. Si prevede, cosi, che il Parlamento sarà chiamato a discutere della nostra politica estera, e soprattutto' della nostra politica europeistica, alla fine di gennaio. Michele Tito