Aiuti e protezioni dovettero essere necessari all'ispettore che s'impossessò di un miliardo di Michele Tito

Aiuti e protezioni dovettero essere necessari all'ispettore che s'impossessò di un miliardo La clamorosa vicenda del funzionario doganale di Terni Aiuti e protezioni dovettero essere necessari all'ispettore che s'impossessò di un miliardo A due mesi dalla denuncia è stata nominata una commissione per individuare le eventuali complicità che aiutarono il Mascella - In attesa, delle risultanze dell'inchiesta, alcuni funzionari sono stati esclusi dalle promozioni (Dal nostro corrispondente) Roma, 3 gennaio. Il caso Mastrella sembra destinato a rivelare In tutti i suoi particolari e nel suoi sviluppi i lati più oscuri del nostro costume. Per un mese e mezzo di Mastrella non si'' è quasi parlato: le indagini proseguono con la solita prudente lentezza, l'ex ispettore della dogana di Terni riceve in carcere gli amici, e ha passato, dicono, per quel che e possibile, un buon Natale, Confortato da molti biglietti di auguri. Nella buona società di Terni c'è gente che rimpiange del funzionàrio disonesto l'allegra e generosa presenza. Se ne riparla oggi quasi per caso, e vengono in luce altri particolari sconcertanti. Il caso è offerto dal fatto che sono stati esclusi dalle promozioni alcuni funzionari che ritenevano di averne diritto. Gli esclusi hanno protestato investendo i giornali della capitale della loro sorpresa: ad essi toccherebbe scontare le colpe di un disonesto. E risulta che tra colóro che avrebbero dovuto esser promossi, e non 10 sono, c'è anche l'Ispettore che scoprì e denunciò le frodi del Mastrella, mentre sono stati promossi alcuni di coloro che avevano effettuato le ventisei inutili ispezioni precedenti a quella dello scandalo. Giustificazione ufficiosa di questo stato di cose: niente è pregiudicato per i funzionari che protestano, si tratta di attendere che le indagini sull'operato del Mastrella siano terminate. Si apprende che soltanto ora, dopo due mesi dalla denuncia, è stata nominata una commissione composta da un Ispettore delle finanze, da un generale della guardia di finanza e dal capo compartimento ispezioni di Palermo (tre persone, viene chiarito, estranee all'ambiente collegato con le attività del Mastrella), per individuare sul piano amministrativo eventuali complicità con l'imputato. Con due mesi di ritardo cioè viene considerata concretamente l'ipotesi che il Mastrella non avrebbe potuto agire senza aiuto e, soprattutto, senza protezioni. Quello che non si dice è che la nuova commissione è diversa da quella di cui il ministro, delle Finanze aveva annunciato alla Camera la costituzione e che risultò composta in parte degli stessi ispettori che non avevano riscontrato in passato alcuna irregolarità negli uffici doganali di Terni. 11 che è come dire che Bolo ora il Ministero, per quel che 10 riguarda, comincia un'indagine seria. Sul piano amministrativo sono' molti i punti da chiarire. Ve ne è uno quasi incredibile: alcune aziende private, che Importavano materiale a Terni, hanno certamente, volentieri o meno, aiutato 11 Mastrella nelle sue irregolarità: esse ndn esigevano alcuna ricevuta dal funzionario, il qua' le poteva cosi semplicemente intascare il denaro senza far risultare In alcun registro le operazioni in realtà avvenute, L'imbroglio era possibile, perché nel casi delle Importazioni 11 sistema di registrazione è ' complesso e si compone di due stadi, < dell'importazione temporanea », che non implica un versamento di fondi, e < dell'importazione permanente» che invece richiede il pagamento del diritti doganali. A Terni in pratica il Mastrella si poneva come il titolare di un diritto di pedaggio in proprio per quei clienti che egli sceglieva: le ditte pagavano non si sa se pagavano tutto il dovuto o meno del dovuto e tacevano. Il ministero delle Finanze reclama ora da quelle ditte il versamento delle somme per le quali non ebbero dal Mastrella alcuna ricevuta. Ma c'è anche da vedere come è accaduto che nessuno del superiori del Mastrella abbia ritenuto di porre sotto controllo 1 registri di aziende che notoriamente, per la loro attività, dovevano Importare macchinari e materie prime. Il sistema delle mancate- ricevute fu adottato dal Mastrella per molto tempo e, con esso, sottrasse allo Stato la maggior parte del T50 milioni che sperperò. Sólo più tardi, in pratica negli ultimi tempi, cominciò a falsificare le ricevute, a distruggere le matrici, a usare un doppio bollettario, uno buono e uno fatto stampare da lui stesso: li sistema diventava grossolano, e l'imbroglio fu scoperto. Un altro punto da chiarire è questo: Mastrella era al tempo stesso contabile, cassiere, controllore del cassiere, depositario di registri e quietanze e titolare dell'ufficio. Non è nella normalità dell'amministrazione delle dogane l'attribuzione di tante responsabilità e tante mansioni ad un solo ln' divìdilo. Si apprende ora che la cosa fu resa possibile, a suo tempo, da un regolamento di servizio emanato per la sola sede doganale di Terni e che autorizzava il Mastrella ad essere 11 cassiere e 11 controllore di se stesso. Un regolamento ad hoc, forse unico nella storia della nostra amministrazione. Ajkcora un'altra cosa igno¬ rnMstlmcmrdu1ctssMctdprmMppscpspbctnmgpsurèc rata: nel 1959 la Direzione generale delle dogane ammise il Mastrella a frequentare un corso di perfezionamento riservato a funzionari con ottime qualifiche (si sa che, già anni prima, il Mastrella aveva dovuto confessare, a Perugia, un ammanco): il corso era della durata di sei mesi; dopo un mese di frequenza, mentre a Terni un altro funzionarlo sostituiva 11 Mastrella, queBti venne richiamato In sede per « importanti motivi» e ottenne di sospendere la frequenza al corso: si consentì in tal modo al Mastrella di evitare in tempo che si scoprissero le irregolarità di cui era responsabile. Questo episòdio si verificava dopo che un ispettore aveva proposto alla Direzione generale delie dogane il trasferimento, a titolo cautelativo, del Mastrella dalla sede di Terni: proposta che non era stata neppure esaminata. Si spera che non vi siano responsabilità dolose. Ma troppe coincidenze denunciano una particolare, una speciale considerazione per il Mastrella da parte del suoi superiori. E sembra che, poco alla volta, si faccia strada l'idea che non si sia trattato di semplici leggerezze, no .tra i privati che non reclamavano ricevute né tra i dirigenti delle dogane. Come sempre accade, un miliardo è una somma troppo grossa perché un uomo solo abbia potuto fare, In una amministrazione che è famosa per 11 rigore e la com pletezza del suoi controlli, le cose che inizialmente venivano attribuite esclusivamente al Mastrella. Il Mastrella doveva anche esser.e un uomo molto temuto se i suoi subordinati, che pure sospettavano e del quali ora si sa che non furono mai complici neppure Indiretti del loro direttore, si videro per anni costretti a tacere. E l'episodio dà fin d'ora tutte le indicazioni di uri costume: l'imbroglio sistematico, le complicità all'interno e all'esterno della amministrazione, le protezioni che rendevano il Mastrella sicuro di sé e, in virtù di tutto, le simpatie, le buone accoglienze, gli onori che gli venivano riservati in una città di provincia che ancora non si spiega come' un uomo così furbo sia finito In carcere. Michele Tito

Luoghi citati: Perugia, Roma