La volontà di evitare una crisi di governo

La volontà di evitare una crisi di governo Dopo la conferenza di Fontani e il cauto articolo di Nenni La volontà di evitare una crisi di governo Malgrado l'intransigenza dei democristiani e dei socialisti sulla nomina del presidente dell'Enel e sulla questione delle leggi per le Regioni, sembra che si vada verso un miglioramento nei rapporti tra i partiti del centro-sinistra Roma, lunedi mattina. Ultimo giorno dell'anno: la chiusura avviene, in politica, sotto il segno dell'incertezza. I soli « fatti » politici di questi giorni sono stati la conferenza - stampa dell'on. Panfani e l'editoriale di Nenni sull'Avanci/ di ieri. L'on. Fanfani si è mo-. strato ottimista per la sorte del governo e l'on. Nenni è stato così cauto che, ancora ieri, le interpretazioni del suo scritto appari. vano contrastanti. 11 problema rimane quello che si prospettava la settimana scorsa, quando i leaders dei partiti di maggioranza si lasciarono, rinviando a dopo le feste il tentativo di trovare una base di accordo: è il problema della sorte del governo, che dipende da un'intesa sul nome del presidente dell'Enel (l'Ente nazionale dell'energia elettrica) e sulle Regioni. Tutto sommato, ciascuno ha l'aria di volere rimanere sulle proprie posizioni, ma nessuno vuole assumersi la responsabilità della rottura. Di tutto il travaglio delle ultime ore, rimane questo risultato: che le difficoltà tecniche appaiono a ciascuno insuperabili, ma la volontà politica di evitare il peggio è comune a tutti. In sostanza, le cose si mettono nei termini che to nella sua conferenzastampa, e questo fa pensare che, nonostante il perdurare del pessimismo in alcuni ambienti, sia possibile far nrevalere, alla fine, la volontà politica di non mettere in crisi il governo e, con esso, la formula di centro-sinistra. E' possibile, non è detto che sarà così. I democristiani fanno della loro intransigenza sul nome da essi suggerito per la presidenza dell'Enel, e sul rifiuto di varare in que> sta legislatura tutte le leggi per le Regioni, una que stione di principio: il forte grupno dei dorotei ne farebbe, all'interno d^llai).dca..Jina specie' di « banco" di prova » della capacità del partito di non subire le cosiddette « imposizioni » dei socialisti. I socialisti, al di là delle formule elastiche, che fanno intuire una loro disposizione ad accettare cose di verse purché equivalenti a quelle che chiedono, fanno della totale attuazione de flì impegni programmatici el governo un « test » della validità e della capacità della formula di centrosinistra. Se non si attua il programma che era stato concordato (essi dicono in sostanza) questo significa che la collaborazione con la de non dà sufficienti garanzie di sicurezza e, perciò, la politica di centrosinistra rimane aleatoria. Tra le due parti si muovono i repubblicani e i socialdemocratici, i primi più vicini ai socialisti: i secondi impegnati in un'azione mediatrice dalla quale l'on. Saragat spera molto, spera addirittura tanto da dirsi ottimista sull'esito finale della vicenda. Insieme a Saragat, molti osservatori fra i più informati, ritengono di dovere considerare il silenzio democristiano di questi giorni e l'apparente indifferenza che Nenni ha mo¬ titi della maggioranza. Tutto sta a vedere se questo basta e se tale processo sarà così rapido da consentire un ritorno alla fiducia reciproca il giorno in cui verranno riprece le trattative.. E' da tenere presente che rimarremo fermi a questo punto fino al quattro gennaio, quando i delegati dei quattro partiti (non i segretari) riprenderanno ì contatti. Avremo indicazioni più precise il sette gennaio, col ritorno dell'on. Mo¬ ro a Roma, e l'otto o il nove gennaio, con la riunione dei segretari, avremo la decisione. Il dieci gennaio, infine, i socialista Parranno le conseguenze nel loro Comitato Centrale. Se rimarranno, nella maggioranza, ogni pericolo sarà evitato fino alle elezioni ; se usciranno dalla maggioranza, non c'è dubbio che sarà nominato un governo di affari e che le elezioni verranno anticipate. Michele Tito strato verso l'eventualità di una crisi immediata, come espedienti tattici delle due parti per precostituirsi posizioni di vantaggio nelle trattative. Così, ogni previsione è azzardata. La sola cosa che sembra di potere constatare è che, nonostante tutto, il clima generale appare un po' meno teso di quanto fosse nei giorni scorsi. Insomma, si ha l'impressione che si vada verso un miglioramento nei ra^iorti tra i par¬

Persone citate: Fanfani, Fontani, Michele Tito, Nenni, Saragat

Luoghi citati: Roma