Morto don Soria, fondatore della scuola per carcerati

Morto don Soria, fondatore della scuola per carcerati Pianto da centinaia di reclusi ed ex-detenuti Morto don Soria, fondatore della scuola per carcerati Nel 1927 istituì le prime classi elementari per i prigionieri - Oggi nella casa di pena di Alessandria funzionano l'istituto per geometri, l'avviamento commerciale e vari corsi professionali Alessandria, lunedì mattina. (g. c.) Don Amilcare Soria, il fondatore della scuola carceraria in Italia, si è spento alle 9,30 di ieri, domenica, nella sua abitazione in via Savonarola di Alessandria. Una settimana fa l'anziano sacerdote, che era nato a Canelli nell'aprile del 1887, aveva dovuto essere ricoverato nel nostro ospedale per trombosi: le sue condizioni erano andate via via aggravandosi, finché nelle prime ore di ieri i medici curanti, visti inutili i loro tentativi, hanno acconsentito al suo trasporto a casa, ove ha cessato di vivere. I funerali avranno luogo domani mattina alle 10. Creatore della scuola carce raria, da lui iniziata nel lon tano 1927, don Soria ha vissu- to praticamente fra le mura della nostra Casa di pena. Vi entrò la prima volta nel 1924 per sostituire un vecchio cap pellano, e l'impressione che ricevette alla vista di uno stuolo di detenuti ammassati a cen tinaia in un camerone ed ai quali il direttore si rivolgeva chiamandoli « condannati » fu tale che decise di dedicare alla loro assistenza la sua vita. Docente di latino e greco al ginnasio « Plana » di Aessandria, dopo essere stato ufficiale cappellano durante la guerra '15'18 (nel corso della quale fu decorato di medaglia d'argento al valor militare), don Soria istituì nel '27 le prime scuole elementari: oggi funzionano regolarmente, oltre a tali corsi, l'Avviamento commerciale e l'Istituto tecnico per geometri, tutti statali, e corsi di orientamento musicale e d'addestramento professionale, frequentati in media ogni anno da oltre un centinaio di detenuti. I diplomi qui conseguiti sono validi a tutti gli effetti legali e permettono a questi eccezionali studenti in casacca a righe di occuparsi proficuamente all'atto di riacquistare la libertà. Insignito di due medaglie d'oro dai Ministeri di Grazia e Giustizia e della Pubblica Istruzione per le sue particolari benemerenze, don Soria, da anni quasi completamente cieco, nonostante l'età avanzata e la sua infermità, sino ad un paio di settimane or sono si è recato ogni giorno al reclusorio di cui è stato per molto tempo cappellano e per parecchi lustri dirigente dei corsi scolastici. Qualche anno fa un detenuto, ritornato libero e venuto a conoscenza della cecità che aveva colpito don Soria, gli scrisse offrendogli i suoi occhi: «Li accetti, anche se sono gli occhi di un assassino >. Per questo, per tutta la comprensione e l'amore verso chi si è macchiato di colpe anche infamanti, la notizia della morte di don Soria ha susci tato profondo dolore In tutti i detenuti del nostro reclusorio, nel direttore, dott. Aloja, e nelle centinaia e centinaia di dimessi dal carcere da lui tanto beneficati.

Persone citate: Aloja, Amilcare Soria, Soria

Luoghi citati: Alessandria, Canelli, Italia