Sivori e Del Sol hanno trascinato i juventini al meritato successo suni campioni d'Italia

Sivori e Del Sol hanno trascinato i juventini al meritato successo suni campioni d'Italia A Torino i milanisti lottano con ordine, soma poro bloccare i bianconeri Sivori e Del Sol hanno trascinato i juventini al meritato successo suni campioni d'Italia Partita, equilibrata - Maggior incisività deità Juventus - Sani non esercita più tu sua influenza preponderante sul gioca della squadra - Un mugtuiHco goal ha deciso IHncontro L'incontro Juventus-Milan ha avuto uno svolgimento regolare, ò stato interessante Ano all'ultimo suo minuto, ed ha visto vincere la squadra che maggiormente ha meritato. Sul campo, nessun incidente di gravità ha turbato l'andamento del giuoco, ed il pubblico si 6 portato come meglio non si può desiderare al giorno d'oggi. Perfln le autorità sono soddisfatte, le misure da esse prese avendo sortito il successo desiderato: fin troppo, diremmo noi, perché il recinto poteva contenere più spettatori di quanti ne siano stati ammessi. Tutto secondo le norme della t regolarità, si può quindi dichlarare. Ha vinto la squadra che maggiori titoli per la vittoria ha dimostrato di possedere, si è detto. Clie la Juventus abbia sfoggiato una vera e propria superiorità sul Mllan, non si può propriamente dire. Come numero di attacchi, specialmente nel secondo tempo, ne hanno forse condotto di più i rossoneri, li' nella qualità delle azioni, nella loro pericolosità, nel dominio del centro campo, nelle particolarità tecniche, che la Juventus è apparsa, di una sfumatura, il miglioro dei due contendenti. Dei due, ò stato senza alcun dubbio il più incisivo. Di offensiva, per esempio, come quella del secondo tempo, che portò Sivori a sferrare quel tiro che Ghezzi ed 11 montante della porta respinsero congiuntamente e fortunosamente, I milanesi non ne seppero impostare nessuna in tutti 1 novanta minuti di giuoco. Di uomini che producessero la grande, la enorme continuità di giuoco della mezz'ala Del Sol, non se ne vide nessuno nell'undici degli ospiti. No: sul merito della vittoria, tutto calcolato, non è dato di esprimere il minimo dubbio. Il Milan ha lottato. Con ordine, con serietà, con compostezza si può dire. La sua difesa ha sostenuto una fatica fra le più dure; ed ha retto, nel complesso, il suo attacco ha cercato con tenacia e spirito di abnegazione, di acciuffare il pareggio fino all'ultimo minuto della contesa. E* piuttosto il Milan come assieme, come squadra, che non è — o non è ancora — quello della seconda ed ultima parte della stagione scorsa. Può essere che sia Sani a non esercitare più la influenza preponderante di prima sulla impostazione del giunco, può essere che sia PlvateUi, che, trasformandosi da attaccante a difensore, sia diventato cattivello, o che la tendenza del terzino David a divagare, abbiano lasciato nna falla aperta in qualche occasione — come può darsi che la stanchezza per la partita di Cappa Europa contro i Campioni d'Inghilterra sostenuta nel corso della settimana abbia lasciato qualche traccia sul fisico dei giocatori — ma, quel che è certo e che non è stato il miglior Milan di questi ultimi tempi, quello di ieri. Per superare questa prova, per imporsi ad un undici bianconero così scatenato e tonto volitivo, ci voleva qualche cosa di più compatto e di più incisivo. A decidere del risultato della giornata fu una rete del primo tempo sgorgata dall'azione dei due uomini di maggior rilievo in campo: Del Sol e Sivori. Il primo, servito da un bel tocco di Miranda, se ne andò via sulla sinistra, centrò e, respinto, ricentrò finché mandò nell'area di rigore milanista un amor di traversone a mezza altezza. E Sivori completò l'opera con una testata forte e potente e precisa, che non lasciò a Ghezzi nessuna possibilità di un salvataggio. E' stato, questo, forse il più bel coronamento di un'opera — la più bella rete, per esprimerci con un termine comune — che abbiamo visto su di un campo di giuoco italiano, nel corso della corrente stagione. Anche perché è raro vedere un Sivori segnare di testa. Il pallone veniva velocissimo dall'ala, e la deviazione impressale fu più forte ancora. Per parare un simile tiro ci sarebbe voluto un difensore accorso in porta che si fosse trovato proprio nel punto cruciale. Per il portiere, piazzato come egli era, la parata risultava impossibile. Una rete, questa, ripetiamo, che può essere citata ad esemplo per la sua semplicità, la sua bellezza, e la sua Irresistibilità. E' fonte di un piacere particolare il fatto che sia stata essa a determinare il risultato di un incontro già di per sé meritevole. Il Milan mancava di Mora, l'uomo che se ne era andato dalla Juventus per lasciare il posto a Salvadore. E non aveva mandato in campo nemmeno Germano, il negro, che colla temperatura della giornata avrebbe dovuto giuncare vestito al complèto per non rattrappire. Per I bianconeri Miranda non brillò di viva luce questa volta. Non segnò: cosa insolita per lui in Italia. Non era completamente ristabilito dalla lesione ultimamente riportata. Supplirono i suoi compagni. La Juventus riporto questa vittoria, perche la volle. Una Juventus permeata da una grinta che una volta non possedeva. Questa sua volontà ha trovato l'espressione più chiara nel r~nv: '-'"men to di due i'"m':'; K"ycrl e Ilei Sol. IIvscc: di essi sta alla hrse tir! greti lavoro svolto dulia intera squadra. Del Sol è la imm~gi'np vivente del « moto perpetuo ». Vittorio Pozzo Una suggestiva visione d'insieme della partita Juventus-Milan: sullo sfondo delle gradinate gremite di folla attaccanti e difensori delle due squadre sono raggruppati in una vivace fase della contesa. (Foto Moialo)

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Miranda, Torino