Venere e la vita di Giorgio Abetti

Venere e la vita Le informazioni trasmesse dal Marine^ Venere e la vita Il razzo sonda americano ha inviato dati dai quali si ricava che sul pianeta è possibile l'esistenza di esseri viventi - Ma con certezza sappiamo ancora troppo poco - Che cosa si nasconde dietro la perenne coltre di nubi? - Forse quel mondo è oggi come era la Terra milioni di anni fa Gli scienziati del Caltec, cioè del Californian Technical Insti tu te (Politecnico) di Pasadena (Los Angeles), stanno decifrando, sembra con successo, i messaggi del satellite Mariner II passato nei giorni scorsi a circa trentaduemila chilometri di distanza dal bel pianeta. Esso è visibile splendidissimo in questi giorni al mattino nella costellazione della Bilancia ; va rapidamente allontanandosi dalla Terra e nell'ultimo giorno dell'anno disterà da questa settantacinque milioni di chilometri. Sul disco del pianeta, sempre tanto minuto rispetto a quelli della Luna e del Sole, anche i più potenti canocchiali non vedono che una superficie biancheggiante ma lucente per i riflessi dei raggi solari, prodotti dai densi vapori che perennemente lo avvolgono. E' quindi molto diffìcile che il prodigioso Mariner II possa oggi con i suoi delicati strumenti scandagliare quella spessa coltre di nubi e svelarci i misteri che stanno al di sotto di essa. Dalle osservazioni eseguite dalla Terra, sappiamo che questo strato di nubi è co stituito da anidride carboni ca, mentre mancano l'ossi geno e il vapore d'acqua presenti nella nostra atmo sfera e indispensabili per una vita come la nostra. Si stima che si tratti di uno strato di circa tre chilome tri di spessore alla pressione di una atmosfera. Le osservazioni del Mariner II dovrebbero informarci sulla temperatura che domina in queste nubi, le quali riflettono la luce del Sole molto più intensamente delle nostre. Le determinazioni dirette della temperatura eseguite dalla Terra, c'informano che essa è in Tt^Jl^T S1fSant^*-lluminata e varia da zero mlpglnpAdiriscdsvnsssmrdeqgrtipdsmdttgradi a venticinque gradi sotto zero, in quelle in ombra. Ma quelle ricavate dalla ricezione di radio-onde emesse dal pianeta sono no tevolmente più alte, forse perché provengono dai diversi livelli sottostanti le nubi più esterne, i messaggi che si stanno decifrando potrebbero dare qualche informazione maggiore su questo problema, che naturalmente è tanto vitale per l'abitabi lità del pianeta. Sulla coltre di nubi che copre Venere si osservano talvolta delle macchie più o «Hiencr stab*K ilfé'—hannó' servito già ai primi osservatori per determinare il periodo di rotazione del pianeta attorno a se stesso. Sino a poco tempo fa si ammetteva che tale periodo fosse uguale a quello di rivoluzione di Venere attorno al Sole, cioè circa 225 giorni. Le osservazioni più recenti eseguite con vari metodi sembrano accertare che il periodo di rotazione è molto più lento di quello della Terra, ma notevolmente più breve di quello di rivoluzione. Le determinazioni spettroscopiche, quelle rilevate da fotografie prese in luce ultravioletta di alcune macchie e infine la registrazione di radio-onde emesse dal pianeta, portano a concludere che il periodo di rotazione sia di circa 14 giorni. Si comprende facilmente come tale dato sia molto impoi -nte per la vita su Venere, che sarebbe molto più difficile se la sua rotazione durasse, come si credeva, 225 giorni. Non dovrebbe essere stato difficile per gli strumenti in funzione a bordo del Mariner U registrare le variazioni delle radiazioni elettromagnetiche ed eventualmente emesse dalle diverse regioni del pianeta durante la sua rotazione Le notizie giunte sino a ieri informano che non è stata registrata dal Mari ner II alcuna traccia della esistenza di un campo ma gnetico su Venere. Oggi abbiamo la certezza che ogni corpo celeste, stella o pianeta che sia, gassoso, liquido o solido, oltre a una rotazione più o meno rapida attorno al suo asse, possiede anche un campo magnetico più o meno intenso. Quello della Terra è ben conosciuto con i suoi poli magnetici e le cosiddette linee di forza, cioè distribu «ferie del campo che circonda il tuo globo. Il campo lejementi per il suo sviluppo, magnetico della Terra è relativamente molto debole, percepibile dagli aghi magnetici che si orientano sulla superficie terrestre e hanno tanto servito ai naviganti per stabilire la loro rotta. Anche il campo magnetico del Sole è conosciuto, è più intenso di quello della Terra, mentre ancora molto più intensi sono quelli con le sue macchie. Da tempo si cerca di scoprire l'origine del campo magnetico terrestre e si sono avanzate via via tante ipotesi, ma ancora non si è giunti a conclusioni sicure. E' certo che la presenza dei campi magnetici sui corpi celesti è strettamente collegata con la loro rotazione, come si intuisce dall'orientamento del campo, essendo gli assi magnetici quasi coincidenti con gli assi geografici e devono dipendere dalla loro struttura interna. Per la Terra si pensa che i vari strati del suo interno possano ruotare con velocità diverse, costituendo così una specie di macchina elettromagnetica. Comunque sia, date le dimensioni e la costituzione di Venere, non molto dissimile dalla Terra, è assai probabile che il suo campo magnetico non sia molto diverso e quindi si spiegherebbe il fatto che il Mariner II non ne ha svelato alcuna traccia. In ogni modo la presenza o meno del campo magnetico non deve essere importante per l'abitabilità del pianeta. Gli astronomi finora, sen za uscire da prudenti ipotesi, pensano che il mondo di Venere possa paragonarsi a quello della Terra milioni di anni fa, come ci è svelato dalle sue ere geologiche, e che in ogni modo dovrebbe esistere la possibilità di una sua vita futura, se già non è in atto, essendovi tutti gli successori del Mariner II' non potranno penetrare nell'atmo sfera del bel pianeta non potremo saperne di più. Giorgio Abetti dell'Osservatorio di Arcetri

Persone citate: Mariner

Luoghi citati: Pasadena