la Cassazione ha confermato la condanna a Nino Farina

la Cassazione ha confermato la condanna a Nino Farina la Cassazione ha confermato la condanna a Nino Farina Per l'incidente d'auto avvenuto a Strambino, nel 1959 - L'ex campione del mondo aveva avuto undici mesi di reclusione per omicidio colposo (Nostro servizio particolare) Roma, 28 dicembre. Nino Farina dev'essere ritenuto responsabile della morte dell'ing. Domenico Montagnani, già direttore dell'Anfia, avvenuta il 17 ottobre 1959 sulla strada di Strambino (Torino). Questo avevano stabilito i giudici del Tribunale, prima, e della Corte d'Appello di Torino, poi, condannando l'ex campione del mondo d'automobilismo a 11 mesi di reclusione per omicidio colposo; e questo ha confermato la Cassazione. Soltanto fra un mese, i giudici spiegheranno i motivi che li hanno indotti a ribadire la sentenza, ma non è difficile presumere che giustificheranno la decisione con il divieto più assoluto imposto loro dalla legge di riprendere l'indagine sull'argomento più delicato di tutta la vicenda: se, cioè quel giorno al volante deU'auto si trovava Nino Farina o l'ing. Domenico Montagnani. Dinanzi alla Corte Suprema, infatti, la discussione può essere portata soltanto su questioni di diritto e i risultati dell'indagine compiuta dal Tribunale e dalla Corte d'Appello di Torino in proposito, sono apparsi esenti da ogni critica. L'incidente avvenne per il susseguirsi di una serie di fatalità. La vettura procedeva ad andatura molto veloce quando si trovò la strada abarrata da un pesante autocarro che deviava per imboccare un viottolo sulla sinistra, verso le cascine di Romano Canavese. Il pilota tentò una manovra quasi impossibile per evitare l'ostacolo, ma non vi riuscì. L'auto urtò contro il camion, rimbalzò sul parapetto di un ponticello e si rovesciò. Dei due passeggeri, uno, l'ing. Montagnani, fu raccolto in fin di vita e morì poco dopo all'ospedale di Ivrea; l'altro, Nino Farina, se la cavò con ferite di poco conto. Chi era alla guida dell'auto: Nino Farina o l'ing. Montagnani? I primi ad accorrere sul luogo dell'incidente trovarono il direttore dell'Anfia incastrato tra le lamiere contorte della vettura, quasi all'altezza del sedile anteriore destinato al passeggero e Nino Farina al posto di guida. Ma l'ex campione del mondo d'automobilismo, dopo essersi lasciato sfuggire inizialmente che a pilotare l'auto era stato lui, sostenne sempre che al volante era invece l'ing. Montagnani. «D'altra parte — insistette Nino Farina a sua giustificazione — perché dovrei mentire? Sono assicurato ». Una perizia medico-legale avrebbe potuto risolvere il quesito, ma attraverso le lesioni riscontrate sull'ing. Montagnani e all'ex campione mondiale d'automobilismo non è stato possibile stabilire con esattezza chi fosse quel giorno al volante. L'indagine è stata compiuta attraverso alcuni testimoni che hanno smentito le affermazioni di Nino Farina. Trattandosi di un accertamento sul fatto, la Cassazione non ha potuto che respingere il ricorso dell'ex campione dèi mondo e confermare la condanna a 11 mesi. g. g.

Luoghi citati: Roma, Romano Canavese, Strambino, Torino