L'ambulante astigiano deciso ad ottenere l'eredità lasciatagli da uno sconosciuto

L'ambulante astigiano deciso ad ottenere l'eredità lasciatagli da uno sconosciuto Nuovo capitolo nella vicenda del multimilionario squattrinato L'ambulante astigiano deciso ad ottenere l'eredità lasciatagli da uno sconosciuto Inizierà una procedura presso il tribunale di Cordova in Argentina - Era stato nominato erede universale dal signor Carlos Bazzana Cardoso morto nel marzo del 1958 ad Acqui ■ La sostanza però, oltre cento milioni solo in Italia, è già stata assegnata ad un nipote del defunto (Dal nostro Inviato speciale) Acqui, 17 dicembre. . Giuseppe Filippa, il multimilionario squattrinato, ci ha ripensato, e Ha deciso di dare battaglia. Un anno e menno fa, quando aveva avuto la notizia che centinaia di milioni, lascia¬ tigli da uno sconosciuto, erano piovuti sul suo capo, si era sgomentato. Risoluto a non compromettere la sua beata pace di uomo povero, aveva rinunciato a fare quanto occorreva per venire in possesso dell'eredità. Ma nel frattempo qualco- o e a - possesso. > Della romanzesca vicenda di Giuseppe Filippa si è ampiamente parlato à ' suo tèmpo. Nell'estate del '61 perviene alili procura della Repubblica di Acqui da Tres Harragos (Argentina) spedito dal signor Honoré Tibergtien Hrus, un testamento che viene reso pubblico dal notaio Baccalario. Il documento, olografo, è stato stilato il 7 febbraio '58, ad Acqui, dal signor Carlos Bazzana Cardoso, morto il successivo 23 marzo, e nomina « erede universale il signor Giuseppe Filippa, di Bricco di Neive ». In un linguaggio italo-spagnolo il testamento così conclude: « Lo motivo che nomino qwsta persona a mio erede resta segreto nela mia persona, e lo presente anula ogni mio altro testamento >. Viene rintracciato Giuseppe Filippa. Egli è mezzadro d'un modesto vigneto di due giornate sulla collina di Vallone San Cristoforo, alla periferia di Asti; ma soprattutto esercita il mestiere di venditore ambulante, da un mercato all'altro dei paesi dell'Astigiano, di penne a sfera, spille, lamette da rasoio. Quando gli .viene annunciata l'eredità egli scuote il capo incredulo, e poi afferma di non conoscere affatto il testatore. <Mai visto, mai sentito nominare quel Carlos Bazzana Cardoso — afferma. — Non so nulla dell'eredità >. Essa intanto non esiste più. Cioè è stata assegnata a un nipote dell'estinto, il signor Godifredo Bartolomeo Cardoso, che ha liquidato i beni dello zio, IIllllll1lll|lllllllllIIMIltl iltlllMIIIIIIIllllll sa di nuovo è maturato nel suo animo, e certo non gli saranno mancati i buoni consigli. La sua ultima deliberazione è quella di chiedere all'erede le gittimo la restituzione dei benidi cui l'altro era venuto in pos- di ao. ldi ro uo l o, e o e o a a e n an di a uo a nil di ao a o ù. iie o, o o a è ammontanti in Italia a oltre centoventicinque milioni, e se n'è tornato a Cordova, in Argentina, a godersi il resto dell'eredità, molto più cospicuo di iìquella itaUana. -, La stor{a d- CarlQS Bazzana i ri e. n : nnamni oe e el o si iaaa di è e. Cardoso dice che egli nacque VII ottobre 1889 a Tres Harragosda un italiano-di Mugliano e da una donno india. Aforti i genitori naturali .fu accolto dai coniugi Bartolomeo Bazzana e Lucia Giuliano, di Belvedere Langhe. Erano molto ricchi, e decisero di tornare in Italia col ragazzo, stabilendosi ad Acqui. Nel 1912, alla sua maggiore età, lo adottarono. Quando essi morirono — il padre nel 1918, la madre nel 1926 — egli rimase erede di tutte le loro sostanze, oltre un centinaio di milioni in case e terreni nell'Acquese, e una più vasta ricchezza in Argentina. Ma Carlos fece un uso limi tatissimo dei suoi beni. Visse da tirchio, morì di stenti come avrebbe potuto morire un uomo in miseria, il 23 marzo '58. Curatore del patrimonio fu nominato l'avv. Enrico Piola. In seguito alle sue ricerche si presentò un nipote argentino del defunto, il signor Godifredo Bartolomeo Cardoso. Egli affermo d'essere l'unico parente, e perciò erede delle sostanze. In fretta liquidò tutto, pagò la notevole tassa di successione, e se ne ripartì per l'Argentina Nell'estate del '61 pervenne alla procura della repubblica, come si è detto, un testamento olografo di Carlos Bazzana Cardoso, col quale veniva nominato erede Giuseppe Filippa. L'atto aveva la data del 7 febbraio '58. Era stato cioè redatto il giorno dopo la morte della sua governante, Luisa Borelli, che un precedente documento nominava erede. Perché aveva scelto Giuseppe Filippat A suo tempo si è parlato d'una patetica vicenda sentimentale. Una trentina d'anni fa Carlos conobbe in una sala da ballo di Guarene d'Alba una graziosa ragazza, Albina Orso la Corina, se ne innamorò, la chiese in moglie. Ma egli era dominato dalla sua governante Luisa Barelli, la quale gl'im pose di sciogliere il fidanzamento. La ragazza nel '29 spo sò Giuseppe Filippa, e un anno dopo morì. Tenace e segreto rimase l'amore di Carlos per Albina. Rimasto libero egli pen sò di beneficare, in quel modo ! misterioso, colui che per breve tempo ne era stato il marito. E' una vicenda romanzesca, ma pare che non vi sia altra spiegazione. Dopo aver dichiarato un anno e mezzo fa, di non aver alcun interesse all'eredità, Giuseppe rilippa si è ricreduto accompagnato dal suo legale, l'avv. Gai di Asti, si è incontrato ad Acqui, nello studio dell'avv. Piola, con l'avv. Cesaranl, di Santa Margherita Ligure, patrono di Godifredo Bartolomeo Cardoso. Ha offerto una transazione, disposto a rinunziare a ogni diritto sulla eredità. La sua proposta è sta fa respinta. Ed egli allora ha annunziato che inizierà una procedura presso il tribunale di Cordova per esser riconosciuto erede testamentario. Si apre così fra i due eredi una lotta a colpi di fogli di carta bollata, di cui non si prevede l'esito e la fine. jr. f. | ui»~~y» rr il ; t ■ " I § 1 '^'"f B-J-'i Giuseppe Filippa, l'ambulante che rivendica l'eredità