II consulente si assume ogni colpa E' sincero o nasconde i veri responsabili? di Michele Tito

II consulente si assume ogni colpa E' sincero o nasconde i veri responsabili? Lo sviluppo delle Indagini sui farmaci mai esistiti II consulente si assume ogni colpa E' sincero o nasconde i veri responsabili? Il dott. Giorgetti prospetta la vicenda come una sua truffa ai redattori di « Quattrosoldi » - Ma numerose rimangono le ombre - Interrogata una giovane signora dal magistrato - Inchiesta del Ministero su alcune farmacie ( di lui furono sequestrati ieri sera, dalla squadra mobile, che {seguiva le indicazioni dello (Dal nostro corrispondente) Roma, 12 dicembre. Per lo scandalo dei medicinali inesistenti il magistrato inquirente s'è limitato oggi ad interrogare una signora di cui non viene fatto il nome e il cui ruolo nella complessa faccenda rimane ancora misterioso. Sembra che si tratti della moglie d'un amico del dottore Giorgetti, il « consulente » in prodotti farmaceutici al centro della vicenda. Presso stesso Giorgetti, i documenti, o meglio, i frammenti di documenti, coi quali, sempre sc- ; condo il dott. Giorgetti, era js/rc/o realizzato il fotomon1 faggio delle false attestazioni | riprodotto poi dalla rivista | « Quattrosoldi ». l II segreto, naturalmente, vie ne rigorosamente mantenuto, \come se le indagini in corso fossero regolate dalla procedura di un'istruttoria formale che non è stata ancora aper¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ta: è, perciò, impossibile conoscere qualcosa di sostanziale che venga ad illuminare con maggior sicurezza di ieri la curiosa vicenda. Altre voci, non confermate e piuttosto tsi va per impressioni soltanto) smentite, riferiscono che la squadra mobile ha operato questo pomeriggio due altre perquisizioni, una delle qVali sulla Vin Tiburtina in un de'posito appartenente al Giorgetti; sono, quesie, le sole notizie che, oggi, rendono ancora validi ir dubbi sulla totale attendibilità della tesi sostenuta dal dott. Giorgetti. La tesi esposta al magistrato dal dott. Giorgetti è questa: ai giornalisti non sono stati venduti documenti né autentici né falsi, ma solo fotocopie realizzate con abili montaggi. Si tratterebbe d'una « patacca » di cui sarebbero rimasti vittime i giornalisti. Il « consulente » aveva capito che i suoi clienti non erano Ì7idustriali farma\ceutici e aveva saputo che i iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii prodotti per i quali si chiedeva1 la documentazione non esistevano. In tal modo ha intascato zoo mila lire, sicuro che, in ogni modo, i giornalisti non lo avrebbero denunciato. Obbiezione dei giornalisti: non abbiamo posseduto mai, in realtà, i documenti originali e ci siamo contentati delle fotocopie perché il Giorgetti doveva curare la pratica fino ad ottenere l'autorizzazione del ministero della Sanità che, per giunta, accetta in alcuni casi documentazioni limitate a fotocopie con la riserva dell'esibizione, in un secondo momento, delle attestazioni originali sulla sperimentazione dei prodotti. Tesi assurda, replica il Giorgetti, perché i giornalisti non potevano pensare che il Ministero della Sanità si contentasse di fotocopie. Ma i giornalisti possono, a quanto pare, farsi forti delle testìmo- stdmcGpldzfcssccvgstcmtspztis<ciIgrdapslecfnianze di un odontotecnico ejgdi un « consulente » di Bologna ' (di entrambi i personaggi essi sono in grado di fornire tutte le generalità) che favorirono e sono informati della natura e dei- dettagli degli accordi che intervennero fra il redattore di Quattrosoldi e il Giorgetti: questo particolare, che non sembra sia stato considerato dalla magistratura, è destinato probabilmente a rilanciare la vicenda. Il Ministero della Sanità, espressamente interpellato, afferma attraverso il suo ufficio stampa che vengono di norma accettati solo documenti originali; ma aggiunge che, cui è stato qualche caso » in cui sono state registrate le fotocopie con la riserva della presentazione degli originali. Questione, dunque, aperta. I giornalisti sostengono poi che il Giorgetti non aveva alcun interesse a vendere fotocopie specialmente se, come dice, sapeva di avere che fare con dei giornalisti e se, come anche dice, sapeva che il prodotto in questione non esiste. Aveva, invece, tutte le ragioni di temere lo scandalo. Ai;eu<z, comunque, da temere denunce e complicazioni. La tesi della <t patacca» non sarebbe valida e servirebbe soltanto, secondo alcuni, a consentire al Giorgetti di limitare tutta la storia a una « patacca » e probabilmente di evitare che altri, forse più responsabili di lui, vengano coinvolti nella faccenda. E' una questione controversa e il giudizio definitivo spetta alla magistratura se e quando essa riterrà di pronuncia, lo: per il moment') la tendenza sembra essere quella di limitare le indagini ai rapporti Giorgettigiornalisti, cioè di circoscrivere, forse per un'esigenza di chiarezza e di immediata efficacia, le ricerche. Sarebbe questa la linea fissata oggi in un lungo colloquio che il dottor Di Maio, che conduce le indagini, ha avuto col procuratore capo della Repubblica La polizia, senza impegnarsi in alcun senso e riservandosi ogni conclusione, sembra avallare l'ipotesi che, realmente, il Giorgetti abbia venduto ai gucmsctgiornalisti le fotocopie rica-\'vate- da fotomontaggi realiziati utilizzando parti separate di attestazioni autentiche con firme. In un primo momento stamane è stato comunicato alle agenzie ufficiose che nei laboratori della polizia scientifica era stato < rifabbricato » un fotomontaggio del tutto simile alle fotocopie pubblicate dalla rivista « Quattrosoldi ». La notizia è suonata come la conferma della veridicità delle affermazioni del Giorgetti ma più tardi è stato precisato dalla questura che l'esperimento non deve considerarsi probante perché realizzato per iniziativa di alcuni funzionari e senza le garanzie che la cosa richiede. Da questo lato così e nonostante si sia involontariamente fatto credere il contrario, non è ancora sicuro che esista la prova (se mai può essere raggiunta) della verità delle asserzioni del Giorgetti. Si attende, per ricerche più impe sssndcui si sta occupando attualmente il magistrato, come, attraverso quali vie, il Giorgetti si sia procurato le firme dei primari che a suo dire utilizzava poi per i suoi fotomontaggi destinati ad imbrogliare il prossimo. E rimane tutto intero lo scandalo della esistenza dei < consulenti » farmaceutici la cui attività è poco chiara, come il problema dei medicinali in Italia si rivela ogni giorno più grave: ò di stasera la notizia, ricavata da U7ia inchiesta condotta da Paese Sera, che sono ancora in vendita medicinali proibiti fin dal mese di aprile; sono quattro: il <.Padiplex>, l'< Anucalcium », il « Ritarbin » e il € Viagrippil ». Non soltanto sono dannosi, ma la loro composizione non risponde alla formula dichiarata. Ancora g,ilire, ed è questo il caso di „i gnative, l'arrivo da Milano dijun funzionario della questura ' che è in viaggio con i documenti pubblicati da « Quattrosoldi ». In realtà, la faccenda è ancora misteriosa e rimane aperta. Come rimane ancora da sta Ili iimiiiiliiiiiiiiiiiiiliimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii stasera, dice il giornale, possono essere acquistati in qualsiasi farmacia di Roma. Il ministero della Sanità ha invitato il giornale a rivelare i nomi delle farmacie e ha ordinato un'immediata inchiesta. Michele Tito

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