Natalia Ginzburg sa trovare la poesia nel rigore delle idee

Natalia Ginzburg sa trovare la poesia nel rigore delle idee Natalia Ginzburg sa trovare la poesia nel rigore delle idee Scrittrice asciutta, sorvegliata sino ad apparire scontrosa, dà la prova più libera e viva del suo talento in un volume di saggi: « Le piccole virtù » La Ginzburg, per il pubblico, non è un grosso nome. E giustamente. Scrittrice asciutta, misurata al punto di sembrare scontrosa, ossessionata — e qualche volta paralizzata — dal timore di ogni facilonerìa, questa donna in venti anni di carriera narrativa non ha mai tradito la fiducia dei suoi lettori, e anzi ha regolarmente approfondito le belle qualità riconosciutele fin dal principio: ma è sempre rimasta come '.n disparte, nascondendo nei suoi.romanzi un fondo polemico contro molte debolezze della vita, contro le fortune dell'ipocrisia, contro — soprattutto — la mondanità letteraria. Nature di questo genere, evidentemente, a tutto sono destinate meno che al grosso successo popolare. Né sarebbe il caso di augurar loro sorte diversa. Ma questi invidiabili precedenti non vorremmo che diventassero un impaccio, e distraessero i buoni lettori dalla particolare attenzione che merita il nuovo libro della G., uscito da. pochi giorni: Le piccole virtù (ed. Einaudi). Che raccoglie c saggi > già quasi tutti pubblicati in varii luoghi negli ultimi anni, e rivela — sotto le apparenze di un impegno secondario — aspetti nuovi dell'autrice, molto più liberi e commossi di quanto avremmo previsto. E diciamo pure: matura di esperienze — anche se giovane d'anni —, in possesso di un suo mondo ideale che sembrava ormai ben definito con le sue rinunce e i suoi generosi fervori, la G. entra ora di colpo nel numero ristrettissimo degli scrittori ai quali è giusto chiedere molto perché la loro ricchezza diventa moneta di tante nostre speranze. Non saremo tanto ingenui da sentirci In colpa per non avere scoperto queste pagine via via che uscivano qua e là. I « saggi >, specialmente di vario argomento, rivelano la loro vera qualità solo a leggerli di seguito: quando non è più — a contare — il brano staccato, e alla dubbia suggestione di un'impennata magari occasionale si sostituisce la coerenza fra pezzo e pezzo. La coerenza, appunto, che nelle « Piccole virtù » prima sorprende, poi intenerisce, infine appare per quello che è: un umanissimo, consolante, gentile filo di poesia. E si riconoscano pure all'ingegno i diritti anche di una ombrosa complicazione: la scrittrice, frenata nei suol romanzi dal ritegno di certi principi!, ha ora trovato la via più adatta alla vivacità delle passioni nella forma destinata al ragionamento, alla divagazione riflessiva e moraleggiante. E non solo, con innegabile freschezza di istinti, è riuscita a effondere il meglio di sé In questi brani staccati: ha addirittura composto, non sappiamo con quanta consapevolezza, la propria autobiografia. Che è poi un'autobiografia scavata in profondo, senza compiacimenti diaristici o vanità romanzesche. Tutto questo, pensiamo, sarà abbastanza chiaro nella prima parte del libro: dove il giuoco dei ricordi è più scoperto, e l'intenzione d'una amichevole confidenza subito imprime alla pagina i toni di un'amabile conversazione. L'ultimo brano, poi, di questa prima parte — «Lui ed lo > — è di quelli che vanno a colpo sicuro: un'arguta, signorile, e delicatamente patetica divagazione sulla vita coniugale, come potrebbe averla scritta la Mansfield se fosse stata meno propensa ai suoi drammi di donna. Più sottile, e sfaccettata di innumerevoli motivi ricomposti nella ingannevole semplicità del discorso filato, è la seconda parte. I temi qui sono meno impegnati sui < fatti >, e certe pagine — « Il figlio dell'uomo >, « Silenzio > — par che si valgano del sentimento come forza accessoria, per dar più efficacia alle idee. Sarà. Tuttavia, proprio quando la Ginzburg punta sul ragionamento, e diresti che restringa la propria figura umana nei limiti di una testimonianza a favore di certi principll o di certi Ideali, proprio allora dice di sé con più incanto. E si provi a leggere il lungo scritto < I rapporti umani >: dietro un titolo così poco attraente, che sembra minacciare prediche e accuse, sta una delle più belle confessioni di donna scritte nei nostri anni. Ferdinando Giannessi

Persone citate: Einaudi, Ferdinando Giannessi, Ginzburg, Mansfield, Natalia Ginzburg